Politik | L'intervista

“Nient’altro che una provocazione”

Il consigliere provinciale dei 5 stelle Paul Köllensperger sull’impasse dell’amministrazione Raggi a Roma, la presunta svolta garantista del Movimento e la post-verità.
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Foto: Suedtirolfoto.com/Othmar Seehauser

salto.bz: Köllensperger, crede che la sindaca di Roma e la sua amministrazione riusciranno a superare lo stallo in cui sono finiti dopo quanto accaduto nelle ultime settimane, non ultimo l’arresto del capo del personale e braccio destro di Raggi Raffaele Marra?
Paul Köllensperger: Va dato il giusto peso a quello che sta succedendo a Roma, anche rispetto ad altri avvenimenti, come ad esempio il fatto che Luca Lotti, ministro Pd dello Sport e fedelissimo di Renzi sia indagato. Il partito democratico ha oltre 100 indagati al suo interno, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha ricevuto 3 avvisi di garanzia. Marra è stato un funzionario di Alemanno, quindi di due legislature fa, ed è stato arrestato per un reato commesso durante la gestione Marino. Questa è la realtà dei fatti.

"Il quadro, a Roma, non è così catastrofico come lo si vuole dipingere"

D’accordo, ma Raggi ha una responsabilità politica…
E questo non lo nego. Marra del resto è rimasto al suo posto anche se, ed è opportuno ricordarlo, è un dipendente pubblico assunto tramite concorso e non è licenziabile finché non verrà eventualmente formalizzata la condanna per corruzione. Certo il caos creato inizialmente dalla Raggi va definita come una falsa partenza ma paragonare gli avvenimenti giudiziari di Roma con quello che succede in altre parti d’Italia è un gioco che piace fare a un certo tipo di stampa, soprattutto quella che fa capo al Gruppo Espresso, sappiamo bene, del resto, che De Benedetti è uno dei massimi esponenti del Pd e che spesso si manca di oggettività nel criticare l’operato del Movimento 5 Stelle. A questo si aggiungono gli attacchi personali alla sindaca romana, alla sua vita privata, che trovo osceni. Con questo non voglio cercare di abbellire la situazione, Raggi ha avuto difficoltà soprattutto nel comporre la sua giunta, difficoltà che peraltro non sono ancora del tutto superate. Ma tutto sommato il quadro non è nemmeno così catastrofico come lo si vuole dipingere. La sindaca sta lavorando e alcune cose, anche quelle che erano in attesa da vent’anni, sono state fatte, a partire dalla regolarizzazione dei precari. Lasciamole un po’ di tempo, due anni almeno e poi faremo il punto. Credo che governare Roma sia una sfida impari per chiunque, voglio dire, 15 miliardi di debito non sono uno scherzo.

E c’è anche il “fuoco amico” con cui fare i conti, alcune attiviste del Movimento come Taverna e Lombardi non si sono mostrate esattamente benevolenti nei confronti di Raggi.
È così, ed è una cosa che non va sottovalutata. C’è un’ala più “movimentista” nei 5 stelle e un’altra che è più, definiamola, di rivolta verso il governo e non sempre queste due anime vanno d’accordo, Roma è uno di questi casi. Raggi infatti rischia più di fallire per le divisioni interne che per altri motivi.

Non trova che ora, tuttavia, si voglia far passare Raggi come “vittima” dei poteri forti e del “linciaggio” mediatico? Del resto vincere la partita di Roma è essenziale anche in vista del voto delle politiche.
Ritengo che sui media cosiddetti dominanti la si voglia far passare come incapace, mentre sui social, nei gruppi e nelle pagine riferibili al Movimento 5 stelle potrebbe verificarsi questa tendenza, sì.

È sempre convinto che gli avvenimenti di Roma non avranno un peso specifico sull’appuntamento elettorale delle provinciali in Alto Adige?
Credo che a livello locale, per quel che riguarda le elezioni cittadine o provinciali, quel che accade a Roma abbia poca influenza. Diverso il discorso sulle elezioni politiche, ma in quelle locali si scelgono anche le persone e i gruppi storici del Movimento radicato in quel determinato luogo e si premia, dove sussiste, l'onestà e la competenza dei singoli. Il Movimento è nato dal basso, da gruppi locali e liste civiche che si sono ispirati a un ideale tracciato da quei comuni eccellenti che gestivano le risorse pubbliche in una certa maniera. Da lì è nato il Movimento 5 stelle che ha raggiunto rilevanza nazionale perché ha portato a casa un risultato inaspettato alle elezioni politiche, ma va sottolineato che abbiamo radici storiche molto diverse anche se siamo uniti sotto un solo logo.

"Abbiamo sempre criticato il fatto che la libertà di stampa in Italia fosse troppo poca e in questo senso noi, come Movimento 5 stelle, ne siamo stati le prime vittime"

Cosa pensa invece di questa proposta di Beppe Grillo di istituire una giuria popolare che determini la veridicità delle informazioni diffuse e “smascheri i media”?
Solo una provocazione. Siccome molti accusano il web di veicolare notizie false il senso di questo post di Grillo è: perché allora non verificare anche sulla carta stampata quante informazioni non veritiere circolano? Oppure quante verità non ci vengono proposte perché non rientrano nella linea politica o negli obiettivi di divulgazione di quel determinato giornale? Di oggettivo in Italia, a livello di comunicazione, c’è poco e in tutti gli ambiti, non solo sul web. Sappiamo tutti che i media italiani sono controllati direttamente a livello politico, come la Rai che è lottizzata, o fanno tutti capo a degli imprenditori che sono anche dei politici, da De Benedetti a Berlusconi, la situazione, insomma, è tragica. Abbiamo sempre criticato il fatto che la libertà di stampa in Italia fosse troppo poca e in questo senso noi, come Movimento 5 stelle, ne siamo stati le prime vittime.

Ma secondo lei una giuria popolare, composta da cittadini scelti a sorte, sarebbe in grado di assolvere questo compito?
È una proposta che non ha molto senso, io credo. Chi è poi che stabilisce cosa è vero e cosa non lo è? Sarebbe più utile che la stampa seria, ovvero quella che utilizza fonti attendibili e verificate, partecipi alla vita sui social media facendo notare quando girano delle bufale. Questo aiuterebbe molti utenti ad essere meno ingenui e a non prendere per buona ogni cosa che ci viene propinata, specie sui social. Serve un organo di controllo che abbia la capacità di disciplinare chi non si attiene alle regole della deontologia giornalistica, organo che peraltro esiste già ed è l’AGCOM, il quale però è politicizzato a sua volta e non assolve a dovere il suo mandato.

C’è chi parla di una deriva fascista dei 5 stelle, chi ha fatto dei parallelismi con il “modello Erdogan” in Turchia, non esattamente un bel biglietto da visita per un Movimento che potrebbe anche sperare di vincere le prossime elezioni politiche, non le pare?
Ci hanno accusato di essere comunisti, ora fascisti, sono invettive che lasciano il tempo che trovano. In Italia abbiamo problemi molto più seri di cui occuparci, a cominciare dalla corruzione dilagante. Credo che ci siano tante uscite poco caute anche da parte di altri gruppi politici, e anche ben più gravi.

"Se il Pd provasse ad adottare il nostro codice etico probabilmente i loro banchi resterebbero vuoti"

È stato votato ieri (3 gennaio) da 37mila iscritti il codice di comportamento, una delle norme approvate sentenzia che eventuali indagati dei 5 stelle non avranno l’obbligo di dimettersi, ma non c’è nessuna svolta garantista dice Grillo, è d’accordo?
Più che svolta garantista il codice ha normalizzato una situazione fino a questo momento, di fatto, esagerata. Il punto è che se è sufficiente un avviso di garanzia per dimettersi allora basta che un mio avversario politico di un altro partito mi vada a denunciare e che a me, per garanzia, venga notificato, perché io debba dimettermi, in questo modo potrebbero far fuori tutti quelli che riusciamo a far eleggere, è ridicolo. E poi, intendiamoci, se il Pd provasse ad adottare il nostro codice etico probabilmente i loro banchi resterebbero vuoti, prima di gridare allo scandalo perciò farebbero bene a guardare cosa succede in casa loro. Il Movimento, da questo punto di vista, è più avanti di tutti gli altri partiti pur con le sue pecche e incongruenze e nonostante gli errori commessi che io personalmente gli perdono, perché è un movimento nato dai cittadini, con poca struttura e senza esperienza. Ma presto, sono convinto, arriverà una fase di maturità completa.

 

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Albert Hofer Do., 05.01.2017 - 11:41

Antwort auf von Max Benedikter

Nunja... Wenn man zu Raggi befragt wird und in der Antwort dann bloß vom PD redet, dann ist das in erster Linie mal eine Nicht-Beantwortung der Frage. Und es ist eine deutliche Parallele zu den jahrelangen Ablenkungsmanövern der Forza-Italia-Leute, die auf jede Frage zu irgendwelchen Skandalen zunächst mal mit Verweis auf die porcherie der anderen konterten. Und zu Grillo fällt Köllensperger wie üblich wenig anderes ein als "meint er doch nicht so ernst, alles nicht so wörtlich zu verstehen". Woher weiß er das? Und wie unterscheidet er das von DIngen, die Grillo dann ernst meint?

Do., 05.01.2017 - 11:41 Permalink
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luigi spagnolli Do., 05.01.2017 - 18:24

Antwort auf von Albert Hofer

Albert Hofer ha ragione: Köllensperger è un furbone mediatico come tutti i grillini, che alle domande scomode o non risponde o cambia discorso. E che è sempre, ovviamente, schierato a difesa di quello che dice il suo Capo. In più in questo pezzo butta lì la battuta sul PD, dalla quale i media si fanno infinocchiare, perché è "naturale", per i media, che quelli del PD siano più disonesti dei grillini. Cosa tutta da dimostrare: che i grillini, oltre ad essere in molti casi degli incapaci (ma in Italia la qualità dei candidati non è minimamente decisiva nella scelta di votarli), siano anche perfettamente rappresentativi della tendenza del popolo italiano a perseguire i propri interessi privati, e stato più volte dimostrato, anche se spesso "dimenticato" dai media. O non è forse vero che chi ha più spinto contro il Park Fiume, raccontando la balla galattica che minaccia i prati del Talvera, sono alcuni caporioni grillini che abitano lì accanto e che non vogliono il cantiere sotto le finestre? Questo mettersi l'aureola, tipico del grillismo, è disdicevole, ma i giornalisti ci cascano regolarmente...

Do., 05.01.2017 - 18:24 Permalink
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Massimo Mollica Mi., 04.01.2017 - 21:26

Ho stima per il sig. Köllensperger. Mi piacciono alcune sue affermazioni e in parte il suo operato politico. Ma soprattutto lui è un autonomista come me (anche se io lo sono molto più di lui). Ecco perché non capisco cosa abbia a che fare con il movimento 5 stelle. Cosa c'entra lui con Grillo, Di Dattista e Di Maio? Nulla!
Personalmente, in base alla storia dell'essere umano, ho la presunzione di ritenere che il sistemi si possa e si debba cambiare dall'interno. Altrimenti si fa la fine di chi urlava che la fantasia dovesse andare al potere.

Mi., 04.01.2017 - 21:26 Permalink
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Profil für Benutzer Marcus A.
Marcus A. Do., 05.01.2017 - 13:35

Antwort auf von Massimo Mollica

Ha pienamente ragione Signor Molliaca!
Aber bei welcher Partei sollte Herr Köllensberger sonst sein?????
Die einzige Partei wäre vielleicht die SVP, aber hier hat man für eigenständig denkende, lobby-freie, helle Köpfe leider keinen Platz.......

Do., 05.01.2017 - 13:35 Permalink