Politik | Elezioni

“Ora portiamo a casa tutti i collegi”

Elezioni politiche, Zeller saluta e suona la carica all’alleanza Svp-Patt-Pd-Upt in regione. La critica ai 5 stelle. Rossi: “Partito territoriale trentino”.
Karl Zeller
Foto: upi

«Un ultimo capolavoro». È quello che secondo Karl Zeller, senatore dell’Svp che lascia dopo ben sei legislature, sono riusciti a fare con la mediazione di Gianclaudio Bressa i parlamentari del Trentino Alto Adige e del blocco coalizionale Svp-Pd-Patt-Upt. Si parla di legge elettorale, ovviamente, e di Rosatellum bis: restando uniti, i partiti di maggioranza territoriale avranno buon gioco a correre nei collegi uninominali per Camera e Senato della regione. Ed è proprio su questo che insiste Zeller suonando la carica all’alleanza, rinsaldata dall’intesa illustrata al popolo del Patt a Lavis, in Trentino. Con buona pace dei 5 stelle, «che non vogliono allearsi» (ed è proprio un bene, pensa Zeller) e degli avversari di destra sia italiani che di lingua tedesca.

«Partendo – esordisce Zeller – da quanto successo con l’emendamento per l’Italicum di Fraccaro (5 stelle, ndr), lui che è un prodotto del Trentino ma da non imitare, siamo riusciti a costruire un sistema che valorizzerà il principio di coalizione, basato su questa collaborazione rinsaldata dall’accordo fatto da noi, Svp, con il Patt e allargato a Pd e Upt. Ora a casa nostra portiamo a casa tutti i collegi, questo mi aspetto da voi». Il parlamentare parla davanti agli oltre duecento presenti che riempiono l’auditorium di Cantina LaVis. Il popolo delle Stelle alpine, per la maggior parte, con alcuni esponenti di Pd (Luigi Olivieri, il vicesindaco di Lavis Luca Paolazzi) e Upt (Donatella Conzatti).

"Quest’ultima per me è stata la legislatura più bella, abbiamo fatto tante cose e tra queste la legge di miglior tutela per i ladini che porteremo a casa a breve" (Karl Zeller)

Va in scena l’amarcord di Zeller, che l’Svp farà fatica a sostituire per la sua esperienza a Roma dove, dice lui stesso, «non si possono portare avanti le proprie mozioni se non si hanno alleati e amici». Per il partito di raccolta sudtirolese, malgrado la spavalderia derivante dall’essere maggioranza in casa, è indispensabile avere punti di riferimento nella capitale. Perché l’autonomia è sempre a rischio incomprensione. «Ci siamo ripresi ciò che ci aveva tolto Monti, grazie alla piena collaborazione del gruppo parlamentare regionale e dei due governatori e l’accordo con il Pd. Inoltre, formulando il patto di garanzia finanziario abbiamo ottenuto quello che nessuna Regione, neanche fra quelle a statuto speciale, possiede. Vediamo la Catalogna, che magari ha più competenze di noi: ma se non hai sicurezze sulle risorse non puoi amministrare bene queste competenze».
 

 

Il senatore, nell’elencare i risultati raggiunti, invita i suoi successori a mantenere la collaborazione. «Quest’ultima per me è stata la legislatura più bella, abbiamo fatto tante cose e tra queste la legge di miglior tutela per i ladini che porteremo a casa a breve». La prossima non sarà facile: «Senza la squadra, senza dimostrare a Roma che siamo coesi non riusciremo a portare a casa risultati. Finora abbiamo avuto un interlocutore unico, e forte: Renzi o Gentiloni. Nella prossima legislatura avremo più interlocutori». 

Il focus resta sulle elezioni politiche. Com’è noto, il Rosatellum bis, misto di uninominale e proporzionale, individua in regione sei collegi per il Senato (tre in Alto Adige, Merano, Bolzano e Bressanone) e tre in Trentino (Trento, Rovereto e Valsugana), mentre alla Camera saranno 11 saranno i deputati eletti, 6 con collegi uninominali come per il Senato e 5 in un collegio unico regionale.

Per il Patt significa potersi presentare per il proporzionale in tutta la regione. «Avremo – spiega Franco Panizza, senatore e segretario del partito – lo stesso simbolo con l’Svp (la Stella alpina, ndr) con la scritta Svp-Patt in tutti i sei collegi della regione. È la prima volta che succede: i nostri alleati hanno accettato di avere il nome di un partito di lingua italiana anche su Brunico e Bressanone. È un segno di fiducia e di una collaborazione che funziona e che continua». L’intesa prevede che il Patt indichi per il proporzionale almeno un candidato o una candidata. Potrebbe correre Chiara Avanzo.

"Vorrei nel 2030 un grande partito territoriale che interpreti le istanze dell’autonomia e dei trentini"

Intervenendo per ultimo e con un lungo e accalorato discorso davanti alla «sua» base, Ugo Rossi si è soffermato sia sull’appuntamento delle elezioni nazionali ma soprattutto sulle questioni politiche territoriali. «Alle provinciali manca un anno. Abbiamo molto da fare, una legge finanziaria e un assestamento di bilancio. Nel senso centrosinistra autonomista mi auguro prevalga il senso di responsabilità, per non mettere a repentaglio ciò che è stato fatto negli ultimi quattro anni». Un nuovo avvertimento agli alleati, Pd e Upt, a non insistere sulla ricerca di un candidato presidente alternativo. 
 

Rossi indica poi il sogno mutuato dall’Svp in Alto Adige: «Vorrei nel 2030 un grande partito territoriale che interpreti le istanze dell’autonomia e dei trentini» afferma. 

Ma il 2030 appare ora molto distante, più prosaicamente è tempo di pensare alle candidature per i collegi di Camera e Senato. Bressa sembra traghettato verso il collegio di Bolzano per la Camera, Palermo lo stesso ma per il Senato.

Bild
Profil für Benutzer Sell Woll
Sell Woll Sa., 04.11.2017 - 14:53

Certo, dopo essersi tagliata a misura una legge elettorale senza vera scelta per gli elettori ne per quanto riguardo i candidati ne per quel che riguarda i partiti che prenderanno effettivamente il seggio, ci mancherebbe non vincerli tutti. Facile, ci vorrebbe un harakiri politico per non riuscirci. E dopo tutti in pensione a 63 anni! E a proposito della "legge di miglior tutela per i ladini" va finalmente detto la verità: è una legge che privilegia in maniera sproporzionata i ladini ai quali oltre ogni proporzionale vengono garantiti posti in giunte e come vice-presidenti a go-go

Sa., 04.11.2017 - 14:53 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Klaus Griesser
Klaus Griesser Sa., 04.11.2017 - 15:21

Am Ende seiner fulminanten Karriere erklärt uns der Onorevole, was er von Demokratie hält: obgleich er dieses Wahlgesetz, für seine Partei & Koalitionspartner günstige, als "minderheitenfreundlich" lobpreist, ist es nicht wirklich demokratisch für das Wählervolk; auch was seine Begründung zum Pensionsalter 63 für Politiker bei 67 für Normalbürger betrifft, erklärt der vielbewunderte Herr damit, dass er sich als elitärer Hirte über eine blökende Wählerherde gestellt wähnt. Ich bin dankbar für diese Offenheit und weiß, dass er nicht der einzige "Volks"-Vertreter ist, der so denkt. Quousque tandem...

Sa., 04.11.2017 - 15:21 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Sell Woll
Sell Woll Sa., 04.11.2017 - 16:18

Beide Aussagen des Herrn Senator liefern ein Argument mehr 5-Sterne zu wählen! Mit welcher Arroganz er heute in der TZ sämtliche Südtiroler Opposition niedermacht ebenfalls...

Sa., 04.11.2017 - 16:18 Permalink