Politik | L'intervista

Se il fascismo ritorna indisturbato

Lo storico Andrea Di Michele sui recenti fatti di Macerata, lo svilimento del linguaggio politico, l’ascesa dell’estrema destra e la delegittimazione dell’antifascismo.
Di Michele, Andrea
Foto: Salto.bz

salto.bz: Dott. Di Michele, Macerata come una novella Charlottesville, un caso, quello del 3 febbraio, che descrive a dovere il clima in cui sta precipitando il nostro Paese?

Andrea Di Michele: L’episodio cade proprio in mezzo a una campagna elettorale, con tutte le conseguenze del caso, calcoli politici inclusi. Il fatto, inoltre, che a livello di Commissione europea ci sia stata, cosa non scontata, una presa di posizione ufficiale in riferimento a quanto accaduto a Macerata è indicativo di come la stessa Europa riveli una certa preoccupazione per quanto concerne lo status quo.

Del resto non sono mancati episodi simili anche in Europa.

L’Europa si sta riprendendo da una stagione, fra l’altro non ancora conclusa, di attentati rivendicati dal cosiddetto Stato islamico, ed esiste l’innegabile timore che le risposte a questi fatti possano essere del calibro di quelle rappresentate dall’atto terroristico di sabato scorso e che questi non siano episodi isolati.

C’è una costante nella storia di questo Paese e riguarda la sottovalutazione del fascismo. Il paragone con il nazionalsocialismo è sempre servito a presentare il fascismo come qualcosa di più mite, quasi innocuo, se confrontato con la condotta nazista.

E intanto il riferimento esplicito al fascismo è sempre più “in voga”.

Probabilmente 30 anni fa non sarebbe stato concepibile un riutilizzo in maniera così sistematica ed esibita, come invece accade oggi, di una simbologia legata al fascismo. Simbologia che era rappresentata molto chiaramente dall'attentatore Luca Traini, dai suoi tatuaggi e dal materiale rinvenuto nella sua abitazione, Mein Kampf compreso. Su questi richiami, che non ci sono sempre stati nei decenni che ci separano dalla fine della guerra a oggi, e che sono visti come qualcosa di attuale e utilizzabile nello scontro politico odierno, varrebbe la pena fare una riflessione. C’è una costante nella storia di questo Paese e riguarda la sottovalutazione del fascismo. Il paragone con il nazionalsocialismo è sempre servito a presentare il fascismo come qualcosa di più mite, quasi innocuo, se confrontato con la condotta nazista. Oggi il fascismo diventa uno strumentario politico che viene adoperato come risposta a problemi “nuovi”, l’immigrazione, ad esempio.

Insomma non è affatto “surreale”, come lo definisce Salvini, questo ritorno dei fascismi?

La Lega stessa ha avuto una torsione rispetto ai tempi di Bossi quando il partito era più territoriale, legato al Nord Italia, con l’antifascismo che a volte veniva declamato in maniera forte. Oggi, con la nuova dirigenza, con Salvini e questa idea di un partito non più regionale ma nazionale, c’è stata una strizzata d’occhi notevole alla destra. Altre formazioni, poi, come CasaPound e Forza Nuova stanno avendo un certo consenso. Ora, è chiaro che il fascismo è un fenomeno che si apre e si chiude in una determinata fase storica e che non può diventare la chiave di lettura di tutto ciò che riguarda la galassia della destra come spesso è stato fatto in passato, negli anni ’70 per esempio, quando qualsiasi tendenza destrorsa, un colpo di stato in Sudamerica, poniamo il caso, era bollato come fascista. Quello era un approccio sbagliato, ma oggi c’è un recupero consapevole di simbologie e figure come quella di Mussolini - pensiamo al saluto romano dell’attentatore di Macerata -, e non possiamo permetterci di dire il fascismo non esiste, o che non c’è pericolo, perché non è così.

Non posso dire se ci siano responsabilità morali né trovo opportuna una caccia alle streghe, ma sicuramente ci si aspetta da chi notoriamente ha toni di tipo xenofobo spenda parole chiare nel commentare atti come quelli di Macerata. E questo non è accaduto.

Si è cercato di derubricare il raid di Macerata al gesto di un “folle”, riconoscendo la gravità dell'atto ma scaricando comunque la colpa all’“invasione incontrollata”. In sostanza Traini va capito mentre gli immigrati mandati a casa loro. Per inciso nessun rappresentante politico, eccezion fatta per Potere al popolo, ha visitato le vittime in ospedale. La sua opinione in merito?

Devo confessare che ero piuttosto sorpreso, leggendo quasi in tempo reale le notizie su Macerata, che le vittime quasi non venissero nominate. C’era questa comprensibile e giustificata attenzione verso l’attentatore ma le persone finite nella sua traiettoria di tiro erano quasi invisibili, indistintamente classificate come persone di colore, anonime, e di cui non si conoscevano le reali condizioni dopo la sparatoria. Mi ha stupito anche il commento di un cittadino del luogo secondo cui non bisognava sottovalutare il gesto perché l’attentatore avrebbe potuto fare male a qualcuno (intendendo “qualcuno di noi autoctoni”), come se poi di fatto non fosse successo esattamente questo. Lo stesso avvocato di Traini ha dichiarato con preoccupazione di aver ricevuto attestati di solidarietà nei confronti del suo assistito. Dinamiche del genere si inseriscono in un clima di esasperazione, perché la situazione in alcune città è complessa, non governata come si dovrebbe, ma fanno riferimento anche a una visione razzista.

Si è parlato di mandanti morali e cattivi maestri, del linguaggio utilizzato sia da una certa politica che non ha imbarazzo nel far leva anche su ignoranza e razzismo, sia sui social dove l’insulto, l’aggressione verbale sembrano essere stati liberalizzati confondendo manifestazioni di libertà espressiva con l’offesa. Il suo giudizio?

Sui social questo finto anonimato che si pensa di avere e questo linguaggio che molti credono di potersi permettere in altri contesti non sarebbe mai avallato. È evidente che in Italia ci sia un sentimento razzista diffuso, poi ognuno è responsabile delle azioni che compie. Non posso dire se ci siano responsabilità morali né trovo opportuna una caccia alle streghe, ma sicuramente ci si aspetta da chi notoriamente ha toni di tipo xenofobo spenda parole chiare nel commentare atti come quelli di Macerata. E questo non è accaduto.

Vede in questo un fallimento della politica?

La politica è espressione della società, ed è quindi un gatto che si morde la coda. L’immigrazione non può essere presentata come un problema di ordine pubblico, e la politica su questo deve fare ragionamenti più lungimiranti.

L’antifascismo vive da alcuni decenni una grande delegittimazione. Si è parlato anche di una fase di anti-antifascismo, quando Berlusconi è andato al governo e c’è stato lo sdoganamento di Alleanza Nazionale si è fatta largo una tendenza quasi denigratoria nei confronti dell’antifascismo, rappresentato come interprete del comunismo, e quindi come il nemico.

Che tipo di anticorpi abbiamo contro questa escalation di violenza e questo deperimento dell’empatia umana?

Il primo, di tipo culturale, dovrebbe essere un prerequisito di base, ovvero un anticorpo antirazzista, ma da questo punto di vista sembra che in Italia siamo piuttosto indietro. A differenza di altri momenti storici in cui simili tensioni erano minori oggi la sofferenza economica ha allargato la forbice sociale, diviso il paese e indebolito ulteriormente i ceti già deboli che, in preda a una comprensibile frustrazione, possono avere reazioni di stampo razzista.

E oggi l’antifascismo ha mantenuto i caratteri fondamentali che aveva dato alla democrazia? O rischia di diventare uno slogan, una “presenza estetica”?

L’antifascismo vive da alcuni decenni una grande delegittimazione. Si è parlato anche di una fase di anti-antifascismo, quando Berlusconi è andato al governo e c’è stato lo sdoganamento di Alleanza Nazionale si è fatta largo una tendenza quasi denigratoria nei confronti dell’antifascismo, rappresentato come interprete del comunismo, e quindi come il nemico. Parallelamente cresceva la legittimazione del fascismo o comunque del suo “ritorno in piazza”, con un’esibizione della simbologia inimmaginabile nella Prima Repubblica. Con la crisi dei grandi partiti di massa, quelli nati proprio sulla base dell’antifascismo, come il Partito comunista ma anche la Democrazia cristiana, vengono spazzati via dal sistema politico. L’avvento di Forza Italia ma anche di quelle forze come AN che si richiamavano all’esperienza fascista hanno portato alla marginalizzazione della memoria dell’antifascismo e questo ha condotto a sua volta alla ripresa dei simboli del fascismo, che continua ad avere il suo appeal e una capacità di mobilitazione non trascurabile sebbene i problemi siano di tutt’altra natura rispetto a quelli degli anni ’20 e ’30.

I militanti di CasaPound, anche a livello locale, danno una risposta greve (l’ultimo episodio al Pronto soccorso di Bolzano ne è la prova) ma redditizia sul piano dei consensi. Crede che i fascisti entreranno in Parlamento dopo questa tornata elettorale?

Attualmente questi movimenti sono forti in certe realtà provinciali e regionali, non so a quale risultato elettorale puntino ma in effetti la stessa Meloni di Fratelli d’Italia si muove nell’ambito della destra “vera”, ed è un partito che con ogni probabilità entrerà in Parlamento, anche la Lega avrà nelle sue fila candidati che hanno qualche trascorso nel mondo della destra. Ecco, a urne chiuse bisognerà capire quanto saranno salati i conti da fare con questi partiti.

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Mensch Ärgerdi… Mi., 07.02.2018 - 11:14

"quando Berlusconi è andato al governo e c’è stato lo sdoganamento di Alleanza Nazionale si è fatta largo una tendenza quasi denigratoria nei confronti dell’antifascismo, rappresentato come interprete del comunismo"
Oggi come allora gli antifascisti hanno sempre mostrato fieramente falce e martello alle loro manifestazioni, confondendo spesso e volentieri due correnti di pensiero che potrebbero benissimo essere separate: comunismo d'un lato e antifascismo dall'altro. Se è vero che tutti i comunisti sono antifascisti, non tutti gli antifascisti sono comunisti. Anzi, gli antifascisti con un po' di sale in zucca per pura coerenza logica dovrebbero essere anche anticomunisti, però a guai a dirglielo! Chi ci prova viene subito etichettato come fassiiissssta!

Mi., 07.02.2018 - 11:14 Permalink