Germania
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Gesellschaft | Il Cappuccino

Germania, si può tifare a favore?

I tifosi azzurri hanno accolto festosi l'eliminazione della nazionale tedesca dal Mondiale. Ma augurarsi che una squadra non vinca è noioso, fastidioso e diseducativo.

Dalle parti di questa rubrica siamo sinceramente dispiaciuti per l’eliminazione della Germania dai Mondiali di calcio in Russia. Qualcuno aveva auspicato che la formazione tedesca almeno non vincesse la coppa, tanto più che gli azzurri del calcio – mai incapaci di giocare come nei mesi delle qualificazioni – erano appunto assenti dalle partite decisive.

Parole, parole, parole. Neanche chiacchiere da Bar (Sport) dove almeno ascoltavi nelle periferie milanesi e romane schegge di arguzia e di competenza calcistica. Ma augurarsi che una squadra di calcio non vinca è innanzitutto noioso, poi fastidioso, infine diseducativo. Peccato.

Dunque, in questa rubrica siamo dispiaciuti – invece – per la débâcle germanica. Confessiamo di non essere competenti di calcio giocato (non siamo gli unici, come avete letto qualche riga più sopra), di aver assistito ad un paio di partite della Roma Calcio in tanti anni e, certo, di aver (distrattamente) tifato Italia nei confronti diretti con la squadra tedesca.

La Schadenfreude è un ineffabile (e implacabile) sentimento della cultura tedesca, non solo linguistica. Non è obbligatorio adottarne logica ed esprit.

Come avrete letto, la squadra non ha preso bene l’eliminazione, la tifoseria pure. E diversi quotidiani hanno subito tracciato una similitudine tra gli avversi destini di Frau Merkel e dell’allenatore tedesco. Un gioco dialettico interessante.

Rimane il rammarico per la eliminazione di una squadra formata da giocatori capaci e con l’unico difetto di essere – generazione dopo generazione – tra gli avversari ricorrenti degli Azzurri italiani.

Lasciamo pur perdere lo spirito olimpico e chi lo ha teorizzato per primo (anche i sassi sanno chi è stato) anche perché i Mondiali di calcio non sono una sommatoria di gare dei cinque cerchi. 

E prescindiamo anche dall’incubo (in senso agonistico) della Corea del sud, quella senza missili per intenderci, che ha stroncato im Lauf der Zeit le nazionali sia tedesca che italiana.

La Schadenfreude è un ineffabile (e implacabile) sentimento della cultura tedesca, non solo linguistica. Non è obbligatorio adottarne logica ed esprit. Anche perché nessuno sa dove si rischia di andare a sbattere.

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Gabriele Di Luca Sa., 30.06.2018 - 23:53

"Anche perché nessuno sa dove si rischia di andare a sbattere". Ma dove vuoi che si vada a sbattere? Alla prossima partita nella quale ci augureremo giustamente che l'altro perda. Altrimenti una bella passeggiata in montagna - anche coi sandali e i calzini bianchi - e non occupiamoci di cose che non si capiscono.

Sa., 30.06.2018 - 23:53 Permalink
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Martin Daniel So., 01.07.2018 - 11:55

"La Schadenfreude è un ineffabile (e implacabile) sentimento della cultura tedesca" - almeno nel calcio ciò non risponde al vero. A Madrid si rallegrano dell'eliminazione dalla Coppa del Barça e a Manchester sponda United di quella dei rivali concittadini del City. Mi spingerei addirittura a sostenere che la Schadenfreude fa parte del DNA del tifo calcistico (quando non si ferma ad uno sporadico interesse) ed è insito alle grandi rivalità calcistiche. Così i poveri argentini non solo devono consolarsi dell'eliminazione subita ad opera della Francia ma anche smaltire la qualificazione dell'Uruguay accerimo rivale vicino di casa...

So., 01.07.2018 - 11:55 Permalink