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L’impatto della flat tax in Alto Adige

Secondo i commercialisti riguarda meno dell’1% della popolazione locale. Il presidente dell’Ordine Zago: “Puntare su tassa fissa al 15% e non premiare solo i ricchi”.
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Foto: upi

La misura tanto cara a Matteo Salvini non porterà sostanziali benefici in Alto Adige. A certificarlo è l’Ordine dei Commercialisti di Bolzano, le cui perplessità vanno ad aggiungersi a quelle già manifestate da sindacati ed esperti vari. Secondo una prima stima la flat tax riguarderebbe meno dell’1% della popolazione, ovvero 4.200 persone tenendo conto che i contribuenti in Alto Adige sono 423.743. A livello nazionale l’ampliamento a quota 65mila euro di fatturato per il rientro nel regime forfettario dei minimi, fanno notare i commercialisti, interessa una platea potenziale massima di 593mila partite Iva individuali, poco più dell’1% dei contribuenti Irpef.

 

 

“Raccomandiamo vivamente al governo e al Parlamento – spiega il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Bolzano Claudio Zago – di rimuovere i paletti di accesso alla disciplina che sono fattori di enorme distorsione soprattutto nel settore delle libere professioni. Senza la rimozione dei vincoli, come ad esempio, la partecipazione a società o associazioni professionali, limiti di spesa per dipendenti e collaboratori e sui tetti di investimento in beni strumentali, questo ampliamento del regime dei minimi premierà, anche a parità di fatturato, le piccole partite Iva che non si aggregano, che non assumono e che non investono, mentre penalizzerà le piccole partite Iva che lo fanno”.  

 

Conseguenze infelici

 

In ogni caso, sottolineano i commercialisti, il rischio di effetti collaterali dannosi resta. Stando ai loro calcoli infatti un libero professionista con fatturato di 65mila euro e costi forfettizzati nell’ordine del 22% del suo fatturato, pagherà imposte sul reddito per 7.605 euro, cioè l’11,7%. Un professionista con la medesima struttura di costi, ma con un fatturato di 66mila euro (quindi appena superiore alla soglia), pagherà imposte per 18.856 euro, il 27,4%, cioè due volte e mezzo in più.  

 

Proposte migliorative

 

La flat tax al 15%, puntualizza la categoria, potrebbe essere utilizzata in modo da attrarre nuova ricchezza in Italia, al governo viene quindi proposto un progetto definito del “doppio 15”: tassa fissa al 15% per 15 anni per tutti coloro che trasferiscono la propria residenza in Italia dopo essere stati all’estero per almeno nove degli ultimi dieci anni. “Una norma chiara e semplice nella sua applicazione. Così non verrebbero premiati solo i Cristiano Ronaldo di turno, con interessi economici diffusi in tutto il mondo, ma ci sarebbe una leva efficace per attrarre nel nostro Paese, attività imprenditoriali, con spostamento di società, amministratori e dipendenti. Come giustamente ha ricordato il presidente del CNDCEC, Massimo Miani, basta pensare alla City finanziaria di Londra, giusto per fare un esempio, con manager dagli stipendi elevati. Un’occasione ancora maggiore per una terra di confine come la nostra. Riuscire a farli arrivare in Italia, anche con una tassazione al 15%, rappresenterebbe un grande incasso per le casse dello Stato. Soldi che potrebbero essere poi utilizzati per diminuire le tasse di tutti i contribuenti”, così Zago.

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Karl Gudauner Mo., 15.10.2018 - 15:26

Così ci facciamo male da soli. Questa proposta intende dare una ulteriore spinta alla concorrenza sleale in ambito fiscale a livello di UE. Rincorrersi a vicenda per offrire condizioni fiscali più vantaggiose è la versione economica dell'orbanizzazione dell'Europa, con buona pace degli investitori e delle superpotenze che vorrebbero dissolvere la UE come player economico.

Mo., 15.10.2018 - 15:26 Permalink