Gesellschaft | La testimonianza

“La città è sotto shock”

Strage di Strasburgo, spari al mercatino di Natale. L'europarlamentare Herbert Dorfmann: "I controlli ci sono ma è difficile proteggerci al 100% dai pazzi criminali".
Herbert Dorfmann
Foto: Ute Schweigkofler

Situazione deprimente qui a Strasburgo. Pensando alle vittime di questa follia”. Con questo laconico messaggio affidato alla memoria di Facebook ieri sera (12 dicembre) l’europarlamentare della Svp Herbert Dorfmann commentava l’attacco ai mercatini di Natale nel centro storico della città francese.

Alle ore 20 il sospetto attentatore, il 29enne Chérif Chekatt, già segnalato per radicalizzazione, ha aperto il fuoco contro la folla uccidendo tre persone e ferendone 14, fra cui, in modo grave, anche un italiano, un giovane giornalista radiofonico trentino, Antonio Megalizzi. Il killer è riuscito a fuggire ed è ancora braccato dalla polizia.

 

salto.bz: Onorevole Dorfmann, dov’era al momento della sparatoria?

Herbert Dorfmann: Mi trovavo in un palazzo adiacente al Parlamento europeo retto dall’APE, l’associazione parlamentare europea di cui sono presidente. Stavo partecipando insieme a diversi studenti dell’Università di Strasburgo a una serata sul tema dei diritti umani e quando sono cominciate ad arrivare le notizie dell’attentato ho cercato di gestire al meglio la situazione, anche perché eravamo un gruppo numeroso, 150 persone. Ho detto ai ragazzi che potevano restare lì se volevano, o tornare a casa. La polizia ha invece blindato la sede del Parlamento europeo, i miei colleghi sono potuti uscire solo intorno alle 3.30 di notte. Comunque anche ieri sera all’interno del Parlamento i lavori procedevano normalmente, c’era riunione plenaria e il presidente Tajani ha volutamente deciso di tenerla aperta a oltranza per non cedere a questo tipo di pressioni. 

E lei poi cos’ha fatto?

Sono tornato in albergo ed è stato impressionante camminare in una città, che in questo periodo dell’anno è sovraffollata, completamente deserta. C’era naturalmente polizia dappertutto. 

È stato impressionante camminare in una città, che in questo periodo dell’anno è sovraffollata, completamente deserta

Non è la prima volta che lei si trova in una città sotto attacco.

No, infatti. Ero a Bruxelles durante gli attentati del 2016, la prima ora dopo il fatto c’è molta confusione, le notizie sono contrastanti. Ieri ho capito solo quando sono arrivato in albergo i dettagli della sparatoria. La mente è andata subito alla visita che avevo organizzato a Strasburgo per 50 membri della Svp, arrivati qui domenica sera e andati via ieri a mezzogiorno e che quindi durante le due serate precedenti alla notte della strage si trovavano nel centro storico. Ho tirato un gran sospiro di sollievo sapendo che fossero ormai lontani e al sicuro.

C’era stato un inconsueto allarme a Strasburgo nell’ultimo periodo?

No, devo dire che da quando ci sono stati gli attentati di Parigi e Bruxelles i mercatini di Natale sono molto sorvegliati. Non si può imputare la colpa ai militari o alla polizia per quanto accaduto, nell’arco di pochi minuti le forze dell’ordine sono arrivate sul posto, era chiaro che ci fosse un piano di intervento. Parliamo però di un evento dislocato di fatto in tutto il centro storico e a cui partecipano migliaia e migliaia di persone, non è il mercatino di Natale di Bolzano, per intenderci. È praticamente impossibile ispezionare chiunque entri o esca dai mercatini. Lunedì sera c’ero anch’io, insieme al gruppo Svp, e ho visto che i controlli sono molto alti, ma è difficile proteggerci al 100% da dei pazzi criminali. 

Parliamo però di un evento dislocato di fatto in tutto il centro storico e a cui partecipano migliaia e migliaia di persone, non è il mercatino di Natale di Bolzano, per intenderci. È praticamente impossibile ispezionare chiunque entri o esca dai mercatini

Quale clima si respira oggi?

Stamani sono arrivato al Parlamento europeo in tram, i trasporti pubblici più o meno funzionano, si cerca di tornare lentamente alla normalità, insomma. Ma la città è ancora sotto shock. 

Si è trattato di un attacco all’Europa, o meglio alle istituzioni europee?

Io non credo. Dalle notizie che circolano finora sembra che l’attentatore sia una mina vagante, un violento, che peraltro la polizia ha tentato di arrestare ieri mattina. Capiremo nei prossimi giorni se quest’uomo faceva parte di una rete terroristica o se si sia trattato di un atto di follia isolato. E se un obiettivo c’era io credo che fosse quello di colpire proprio la città di Strasburgo, non quello che rappresenta.

 

 

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Martin B. Mi., 12.12.2018 - 19:18

Ich verstehe nicht die für OH scheinbar logische Implikation: soll auf die Anwesenheit von mehr potentiellen Attentätern angespielt werden, ist die westeruopäische EU-Politik schuld oder ganz was anderes?

Mi., 12.12.2018 - 19:18 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Mi., 12.12.2018 - 21:01

Das hast jetzt du gesagt.
Eigentlich dachte ich nur deinen mit einer Frage begonnenen Gedanken weiterzuspinnen.
Oder ging dein Anfangsgedanken genau in die gegengesetzte Richtung?
Dann wäre meine Antwort, wo keine Migranten geduldet werden, können sie auch keine Anschläge verüben.

Mi., 12.12.2018 - 21:01 Permalink