Chronik | Il nodo

Lo strappo con la Provincia

Dipendenti pubblici di nuovo in piazza. Il direttore generale della Provincia Steiner: “Pronti a riprendere il dialogo”. Team K e Repetto (Pd) attaccano la giunta.
Corteo 10/04/19
Foto: Salto.bz

I dipendenti pubblici tornano sulle barricate. Le trattative per il rinnovo del contratto di intercomparto, che interessano in Alto Adige circa 42mila persone, sono saltate. Petra Nock, coordinatrice per il pubblico impiego all’interno del sindacato Asgb, durante l’ultima manifestazione a Bolzano aveva così riassunto il motivo della protesta: “Chiediamo un adeguamento netto delle retribuzioni, che significa un aumento salariale di non meno del 10%, visto che il costo della vita continua ad aumentare. 2 milioni di euro all’anno per il 2019, 2020 e 2021, così come attesta il disegno di legge sulle variazioni del bilancio provinciale, per 42mila dipendenti pubblici dell’intercomparto non bastano, non è nemmeno l’equivalente di un caffè a testa, ma scherziamo?”.

Ma di passi avanti finora non ce ne sono stati, sebbene la Provincia, afferma il direttore generale Alexander Steiner abbia “tutta la volontà di venire incontro alle richieste e alle esigenze dei collaboratori”; nella riunione di ieri (28 maggio) con i sindacati “non si è riusciti ad avere una vera discussione sulle nostre proposte, ma noi restiamo a disposizione per riprendere il dialogo”.

Il nodo è l’impossibilità giuridica di recuperare retroattivamente la perdita di potere d’acquisto dei salari, per questo, spiega Steiner, “abbiamo sviluppato un pacchetto di misure concrete, con l’obiettivo di rendere adeguata anche in futuro la retribuzione dei dipendenti”, e promette: “Siamo disponibili a metterci al più presto attorno ad un tavolo per utilizzare al meglio e in modo costruttivo il tempo che ci resta fino all’assestamento di bilancio previsto a fine luglio”.

Non siamo riusciti ad avere una vera discussione sulle nostre proposte, ma noi restiamo a disposizione per riprendere il dialogo

Fra le misure proposte ci sono: buoni pasto per tutti i collaboratori, che siano a tempo pieno o part time, per un valore di 7 euro al giorno; un adeguamento dei salari all’inflazione pari al 4,1% con aumenti dell’1,4% per il 2019 e il 2020 e dell’1,3% per il 2021; un’indennità di risultato di entità pari a quella di una quattordicesima mensilità. E poi ancora: modifiche per quanto riguarda le indennità di coordinamento associate ai diversi profili professionali e al livello di responsabilità; e una maggiore attenzione per quanto riguarda le competenze linguistiche, in modo da garantire ai dipendenti che possono provare di possedere una conoscenza linguistica superiore a quella prevista per la loro qualifica, la stessa indennità prevista per l’attestato di cui sono in possesso.

 

Buco nell’acqua

 

Per i sindacati ASGB, CGIL/AGB, SGBCISL, UILSGK e SAG le proposte economiche presentate dalla delegazione pubblica sono irricevibili, “le direttive emanate dalla giunta provinciale - dichiarano i sindacalisti - non danno risposte alle pressanti richieste di rinnovo economico né hanno trovato seguito le rassicurazioni che il presidente Arno Kompatscher aveva dato prima delle elezioni provinciali e non sono stati ancora quantificati i fondi necessari per la predisposizione del bilancio di assestamento vista la scadenza del mese di giugno”. Il risultato: il 6 giugno prossimo, ore 17, si torna in piazza Magnago con una nuova manifestazione di protesta.

Dalla parte dei lavoratori si è nuovamente schierato Team K, “dove sono i soldi?”, chiede Paul Köllensperger alla Provincia, “non li avete e aspettavate solo che passassero le elezioni europee? Perché è così difficile per la giunta fornire cifre concrete?”. A fargli eco Sandro Repetto del Pd: “Non si può più fare finta di nulla: avere la Lega al governo provinciale è una mannaia che taglia le paghe dei dipendenti pubblici. Bene fanno i sindacati a voler scendere nuovamente in piazza”.

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Krautwurst Jürgen Mi., 29.05.2019 - 10:47

Dass, das (fehlende) Geld das Problem ist, dürfte allen klar sein.
Würde sich der Staat allerdings hundertprozentig an die im Autonomiestatut definierte Abgabe von 90% der Steuern ans Land halten, wäre das mühsam ausgehandelte Finanzabkommen von 2014 nicht notwendig geworden und das Land hätte infolgedessen heute rund 476 Mio. € mehr zur Verfügung. Ein Betrag der heute sehr gelegen käme...

Mi., 29.05.2019 - 10:47 Permalink
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Sepp.Bacher Mi., 29.05.2019 - 11:30

Antwort auf von Krautwurst Jürgen

Das Land hat immer noch für alle überteuerten Projekte Geld genug. Da merkt man nichts vom Sparen! Wenn es aber um die Kaufkraft der Lohnempfänger und Rentner geht, sollen alle Ausreden herhalten! Interessant, die Löhne und Leistungsprämien der führenden Beamten, wurden erst letztes Jahr saftig erhöht!!

Mi., 29.05.2019 - 11:30 Permalink
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Krautwurst Jürgen Mi., 29.05.2019 - 12:24

Antwort auf von Sepp.Bacher

Das sollte keinesfalls eine Ausrede sein, lediglich ein Festhalten von objektiven Tatsachen...
Ganz nebenbei bin ich der Meinung, dass, wenn das Geld knapp wird, Prioritäten zu setzen sind. Eine davon ist sicherlich, vor allem in Zeiten von Fachkräftemangel, den eigenen Mitarbeitern einen den Lebenserhaltungskosten angemessenen Lohn zu bezahlen.
Natürlich heißt dies im Umkehrschluss auch, dass nicht prioritäre Leistungen hintenangestellt bzw. fallen gelassen werden müssen. Doch: Leichter gesagt als getan

Mi., 29.05.2019 - 12:24 Permalink