Politik | Il caso

Di provocazioni etniche e buonsenso

“Alto Adige”: non si ferma la scia di polemiche. Da Boschi a Bianchi lo sdegno è unanime, Kompatscher: “Nessuna abolizione”. Il ministro Boccia: “Modificate la legge”.

Una cruciale correzione linguistica e la scure dell’indignazione si è abbattuta sul consiglio provinciale. I fatti, che hanno occupato le pagine dei media nazionali, dal Fatto quotidiano a Repubblica, sono ormai noti: venerdì scorso, durante l’ultima seduta del mese di ottobre del consesso, con i voti di Svp, di Südtiroler Freiheit e dei Freiheitlichen è stata approvata una modifica - voluta da Myriam Atz Tammerle di STF - a un articolo del disegno di legge numero 30 di iniziativa giuntale relativo a “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”, ddl poi passato con 24 sì, 1 no e 5 astensioni. L’emendamento in questione - contro cui hanno votato L'Alto Adige nel cuore, il Pd, i Verdi e la Lega (si è astenuto invece Team K) - era finalizzato a cambiare, nella versione italiana del testo della legge, la parola “Alto Adige” in “provincia di Bolzano” e l’aggettivo “altoatesino” in “provinciale”. Un affronto - perché così è stato largamente percepito - che ha riaperto il cronico dibattito sulla definizione stessa di “Alto Adige”, termine che già Atz Tammerle aveva tentato di cancellare in commissione legislativa. E il fiume carsico della polemica etnica torna in superficie. 

 

Condanna trasversale

 

Fra le reazioni registrate quella di Maria Elena Boschi, deputata eletta a Bolzano con il Pd e di recente approdata a Italia Viva, secondo cui “aver cancellato il termine 'Alto Adige' dalla legge europea con un colpo di maggioranza è stato un grave errore. Mi auguro che si tratti di un caso isolato e che si possa porre rimedio. Sarebbe imperdonabile buttare via il lavoro che per anni la popolazione di lingua italiana, tedesca e ladina hanno fatto per rispettarsi reciprocamente e crescere insieme. Del resto anche la nostra Costituzione e anche lo statuto di autonomia non lasciano spazio ai dubbi”.

Il problema secondo il segretario provinciale dem Alessandro Huber è invece a monte: “Ma veramente usiamo il tempo dei consiglieri provinciali, e quindi soldi pubblici, per vietare per legge, nel 2019, la denominazione 'Alto Adige'? Qui il fascismo, con tutte le sue gravissime colpe storiche, non c'entra nulla. Qui c'entra solo la volontà di creare divisioni etniche e di penalizzare il gruppo linguistico italiano per bassi calcoli elettorali: e non è una bella cosa. È anzi un pessimo segnale”. Si accodano i Giovani democratici esortando la collettività a superare i paradigmi ideologici visto che “la realtà dei fatti è che ormai da generazioni, sia italiani che tedeschi, nascono e crescono nel nostro territorio e nessuno di noi si sente ospite nel luogo che percepisce come casa propria. Chiediamo ai responsabili di rivalutare la loro decisione e ci auguriamo che in futuro i nostri gruppi possano puntare al raggiungimento di obbiettivi comuni, mettendo da parte le diversità che purtroppo ancora ci separano”.

 

 

Sconcertato dall'esito del voto in consiglio si è detto il paladino dell’italianità, il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia/L’alto Adige nel cuore, Alessandro Urzì, che ha parlato di “atteggiamenti anti-italiani, non antifascisti”. Dalle fila del centrodestra si alza anche la voce di Christian Bianchi, sindaco di Laives, dopo che sul quotidiano Alto Adige il presidente Arno Kompatscher aveva ammesso l’errore commesso in Aula e promesso che non sarebbe più accaduto, puntualizzando che “non si può procedere a colpi di maggioranza, senza coinvolgere la comunità interessata”.
“Apprezzo la retromarcia del presidente Kompatscher su questo sgarbo agli italiani votato in provincia. Speriamo che non succeda mai più, e che la prossima volta il presidente eviti che l’Svp voti queste schifezze in consiglio provinciale. Ma visto che ha ammesso di aver votato una schifezza, faccia subito ripristinare la situazione precedente. Le lacrime da coccodrillo non servono a nessuno, specialmente alla convivenza”, commenta il primo cittadino di Laives. Fa di più la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore (in linea con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni) che si rivolge al ministro agli Affari regionali Francesco Boccia perché impugni la cosiddetta legge europea, che rappresenterebbe “un vero attentato alla Costituzione”. E il ministro Pd nel frattempo ha già chiesto personalmente a Kompatscher di intervenire sulla norma, pena, appunto, l'impugnazione da parte del governo. Protesta anche l'economista Carlo Cottarelli: Il consiglio provinciale di Bolzano vota un provvedimento che, per quanto parziale, crea un precedente pericoloso: il termine Alto Adige viene soppresso, quello Sud Tirolo no. Cose da pazzi. È così che si fa l’Europa?”.

 

 

Nessuna cancellazione

 

Sul fronte della maggioranza cerca di allontanare le critiche il commissario del Carroccio Maurizio Bosatra ribadendo che “la Lega, in aula, in consiglio provinciale, ha votato assolutamente contro la proposta di togliere la parola Alto Adige, i nostri 4 consiglieri hanno votato contro questo emendamento. Condivido le parole del presidente Kompatscher che dichiara 'è stato un errore cancellare Alto Adige' e siamo assolutamente pronti a sederci intorno a un tavolo con la Svp per trovare quanto prima una soluzione”.

In serata arrivano le precisazioni del governatore: “La denominazione Alto Adige non è stata abolita. Va ricordato che non sarebbe neanche possibile, visto che la denominazione della Regione Trentino Alto Adige Südtirol è sancita dalla Costituzione”, ha detto Kompatscher all’Ansa, “l’emendamento riguardava semplicemente un comma della legge omnibus, nel quale la denominazione Alto Adige è stata sostituita con quella di Provincia di Bolzano”. Il dibattito, prosegue Kompatscher, si concentra sul fatto “che la dizione tedesca Südtirol non è stata modificata. Giustamente, va detto, è stato evidenziato che di conseguenza anche in tedesco andrebbe scritto Provinz Bozen. Così però non è stato fatto”, ha chiarito il presidente sottolineando che “per il futuro si deve procedere unitamente”.

Fra il susseguirsi di botta e risposta a smorzare i toni ci pensa la satira del gruppo Facebook “Gries ist nicht Bozen”:

Degno di nota infine un intervento dello scrittore e professore universitario Hans Karl Peterlini che invita a considerare altre, opportune, prospettive: “Mio figlio, cresciuto a Bolzano in una famiglia di lingua tedesca, con amici italiani nelle scuole tedesche, spero non indottrinato da nessuno, ieri (sabato, ndr) mi dice: papà, Sudtirolo stona, Südtirol ha un suono (Klang) diverso, bello, ma Sudtirolo non mi piace, Alto Adige suona molto meglio. Gli spiego lo sfondo storico. Lui: capisco, papà, ma Sudtirolo non mi piace, Alto Adige è più melodico, Südtirol pure... Forse non possiamo cedere il potere dell’interpretazione solo alla storia, ma anche ai sentimenti di nuove generazioni (dico non solo, ma anche…”.

 
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△rtim post Mo., 14.10.2019 - 16:07

Es ist erschreckend und mehr als besorgniserregend, dass es Hetzern mit Fakes medial immer wieder gelingt, das Klima hierzulande und in Italien medial derart zu vergiften. Dabei gibt es bis heute ja nur eine einsprachige, italienische "provincia autonoma di BZ".
Nur als Diktion der Region heißt es seit 2001 in der it. Verfassung "Trentino- Alto Adige" (mit markantem trennenden Querstrich "/ ") "Südtirol." Viel Lärm um nichts. Mit den Provinz-Tirolern kann man's ja machen.
Andererseits. Wenn in Australien, aber auch anderswo, die angestammten Flur- und Ortsnamen der nativen, angestammten Bevölkerung wieder eingeführt werden, applaudieren alle. Nur für das Tyrol soll das nicht gelten. Wieso eigentlich? Zumal die Bezeichnung "Alto Adige", das Tiroler Etschland, nicht das heutige Gebiet des Tiroler Südens umfasst. Bekanntlich fließen dort, im Sextental, nicht alle seine Wasserläufe in die Etsch. Die Bevölkerung an der Drau und an deren Zuflüssen ist selbst durch diese kolonialistischen Sprachschöpfungen und aufoktroyierten Diktionen, wie "Ober-Etsch", "Ober-Etscher" bis heute offiziell namentlich ausgeschlossen und diskriminiert. Auch im italienischem Tirol wünschen sich manche das Tirolo zurück: "visto l'abolizione del nome alto adige anche il nome Trentino deve essere cambiato col nome di Origine Tirol " (Facebook-posting auf "Tirolesi nel mondo ...")

Mo., 14.10.2019 - 16:07 Permalink
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Emil George Ciuffo Mo., 14.10.2019 - 20:57

Der Großteil unserer Politiker und Machthaber verdient ihren Lebensunterhalt durch Provokationen, Hezte, ständiges Probleme/Gefahren-Erzeugen, wo keine existieren, und immer mehr Kontrolle jedes einzelnen Bewohners dieser ewiggestrigen Provinz.
Und jede Menge Herdentiere spielen dabei mit und fühlen sich auch noch felsenfest im Recht ...

Mo., 14.10.2019 - 20:57 Permalink
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Wolfgang Moroder Mo., 14.10.2019 - 21:58

Eppure nessuno parla piú della violenza di Tolomei che ha inventato quasi tutti i toponimi "altoatesini" perché l'Italia possa rubare il Sudtirolo all'Austria. E l'Italia non ha mai chiesto scusa ai sudtirolesi per questa violenza fascista ed imperialista. Purtroppo L'Italia non vuole mai rivedere criticamente la propria storia. Quante sono le strade e le piazze in Italia ancora dedicate a Cadorna, Diaz e Vittorio Emanuele III veri criminali di guerra che hanno sacrificato il loro stesso popolo nella prima guerra mondiale. Parliamo un pò e ancora di queste cose...

Mo., 14.10.2019 - 21:58 Permalink
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Wolfgang Moroder Mo., 14.10.2019 - 22:14

Certo che Alto Adige suona bene, meglio di Sudtirolo o ancora meglio di Tirolo del Sud o di Trentino come usano molti (un pó ignoranti di geografia) ed ormai é affermato non si puó cancellare, ma suonerebbe meglio Dolomites o Nirvana o Paradise, soprattutto per i numerosi albergatori...

Mo., 14.10.2019 - 22:14 Permalink