Politik | Comunali 2020

“Le liste etniche sono finite”

Renate Prader (Pd) risponde a Urzì - e non solo - sulla candidatura a sindaco di Bressanone: “Indicata dagli iscritti, per i risultati e le competenze. Qui per unire”.
Renate Prader
Foto: Renate Prader

Renate Prader, la sua possibile candidatura a sindaco di Bressanone per il Pd ha dato fuoco alle polveri della polemica politica. Urzì accusa il Pd di “indebolire - puntando su di lei - gli italiani”. Cosa risponde?

Per cominciare ricapitoliamo cos’è successo. Tre settimane fa il circolo di Bressanone del Pd si è riunito in un incontro al quale io non ero presente, perché impegnata alla Rai per registrare un programma. In quell’occasione gli iscritti hanno espresso il desiderio di avere una persona che rappresentasse al meglio il partito alle prossime elezioni comunali. L’indicazione è ricaduta su di me: i presenti mi hanno ritenuto una delle rappresentanti più indicate a Bressanone, sono consigliera da dieci anni, da quasi cinque anni presidente del consiglio comunale e sono sempre riuscita ad avere buoni risultati. Inoltre, piaceva l’ipotesi di una donna candidato sindaco. Questo è il desiderio espresso, ripeto, dagli iscritti del Pd della città.

Gli iscritti Pd di Bressanone mi hanno indicata per rappresentare il partito alle prossime elezioni comunali. Per i buoni risultati e le mie competenze. Io ho accettato. Tra l’altro l’attuale vicesindaco, Claudio Del Piero, non mi aveva detto di essere interessato

Lei quindi ha accettato l’indicazione?​

Ho dato la mia disponibilità a fare il candidato sindaco, ma non ho problemi a partire anche in mezzo alla lista. Non è un problema. Va detto che io già prima di quell’incontro avevo parlato della questione con Claudio Del Piero, chiedendo cosa volesse fare, se candidarsi o meno, lui era molto sulle sue.

Lei cita Del Piero, attuale vicesindaco, che secondo quanto ha scritto il Corriere non avrebbe gradito di essere “scavalcato” e avrebbe avviato contatti con consiglieri del centro e del centrodestra. Potrebbero essere i primi passi verso la lista della “comunità italiana” caldeggiata da Urzì. Ma la sua candidatura non ha diviso proprio il Pd?​

Del Piero in quel colloquio non ha detto io voglio assolutamente candidare. Visto che era indeciso ho detto che a me sarebbe potuta andare bene la candidatura, sia da sindaco che da consigliera. Ma io non ho certo a cuore le divisioni, anzi il progetto del Pd a Bressanone è proprio unire, accomunare tutti i tre i gruppi linguistici. 

Insomma, è il suo messaggio a chi la critica, la sua candidatura non rischia di allontanare il voto “italiano”: è così? ​

Devo ricordare che alle scorse elezioni ero partita come seconda candidata in lista, dopo Del Piero, e sono arrivata prima. Dobbiamo chiederci qual è il nostro elettorato. O ci votano solo i tedeschi, e io ho preso tante preferenze tedesche, e mi sembra assurdo, oppure ci sono tanti italiani e tanti misti-lingue che ci hanno sostenuto. Penso che sia necessario andare oltre le questioni etniche: i brissinesi premiano le persone che hanno lavorato bene, non se sono di lingua italiana o tedesca. Per assurdo potrei per opportunità dichiararmi italiana, ci sono persone che lo fanno. Io invece sono tedesca, i miei genitori sono tedeschi però rappresento un mondo che cerca di unire i gruppi linguistici. Anche perché sono spostata ad un uomo italiano e ho un bambino bilingue. Sono vista come una persona che vive tutti i due i mondi.

La mia candidatura, come dice Urzì, allontanerebbe gli italiani? Falso, ho già ottenuto preferenze dai diversi gruppi linguistici e noi siamo qui per unire, non per dividere

La critica di Urzì, per concludere, non ha senso?​

Per me no. Qualcuno mi deve spiegare come ho fatto ad ottenere 50 preferenze più di Claudio Del Piero, che aveva già lavorato come assessore all’interno della precedente giunta. Io invece uscivo dal mandato come consigliera assieme a candidati di tutti e tre i gruppi linguistici. Significa che il nostro elettorato premia tutte le componenti. 

Un’eventuale lista per dare peso alla comunità italiana la preoccuperebbe?​

Credo sia una cosa superata. Le liste etniche non piacciono a molti ormai. Ormai sono talmente tante le persone “miste”, come fanno a sentirsi rappresentate da una lista etnica?

Quali sono le priorità per Bressanone-Brixen?​

Sicuramente vogliamo continuare a lavorare come si è fatto in questa legislatura, nella quale si è realizzato tantissimo. Al governo con l’Svp siamo riusciti a portare avanti tante cose, la funivia dal parcheggio Max, che si concluderà, la scuola di musica e via dicendo. Sui temi sociali è da vedere ancora cosa si può fare, come si possono aiutare le persone che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Su questo ci impegneremo. E poi c’è l’obiettivo del partito di unire i gruppi linguistici, di far sì che la nostra continui a essere una città che unisce, che fa del pluralismo una ricchezza. 

Quanto ad una lista della comunità italiana, e alle liste etniche in generale, non hanno più senso, tanti misti-lingui non si sentono rappresentati. Sulle priorità per Bressanone abbiamo lavorato bene con l’Svp, ora puntiamo anche sui temi sociali 

Come vede il quadro politico, anche oltre il livello comunale?

Non so cosa farà la Volkspartei, ma direi che a livello comunale abbiamo governato bene, mentre in consiglio provinciale siamo all’opposizione. Anche loro cercheranno di capire cosa conviene nella partita delle amministrative. Se faremo un buon risultato credo sarebbero contenti di andare avanti con noi, ma prima di avere i risultati in mano è difficile parlare. Nel 2016 hanno ottenuto la maggioranza assoluta, nel 2020 non so come andranno.

L’abolizione nella legge europea del termine Alto Adige, ora riparata dalla giunta, è stata un errore?​

Mi dispiace, la Lega si era espressa dicendo di tutelare gli italiani in provincia di Bolzano ma in questo non li hanno tutelati. Kompatscher ha fatto bene ad ammettere l’errore, segnali così in questo momento proprio non servono.

L’abolizione del termine Alto Adige è stato un errore, Kompatscher ha fatto bene ad ammetterlo. Segnali così non servono proprio in questo momento

Il governo Conte bis?​

Siamo tornati nell’esecutivo ed è un fatto positivo.​

Lei è sempre nel mirino per suo marito, Carlo Costa, direttore tecnico di Autobrennero ed esponente di peso del Pd altoatesino.

Vorrei solo che la gente mi valutasse per quello che faccio e non per altro. Penso di avere fatto bene, me lo dicono anche gli esponenti della Südtirol Volkspartei che ho lavorato bene in veste di presidente del consiglio. Vorrei essere valutata per le competenze e per l’impegno che ho messo e che metto. La partita delle comunali potrà essere interessante, spero che il Pd faccia complessivamente un bel risultato nei Comuni altoatesini.

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Massimo Mollica Mi., 23.10.2019 - 21:11

Lo ribadisco, per mio modesto parere, trovo Renate molto preparata e quindi un ottimo sindaco. Ma se la decisione di candidarla invece di essere presa dalla setta "circolo di Bressanone del Pd" fosse stata fatta a un congresso pubblico cittadino con invitati tutti (compreso Del Piero e perché no pure Baggio), ora non ci sarebbero polemiche e il partito sarebbe più forte.

Mi., 23.10.2019 - 21:11 Permalink
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Dario Dragà Sa., 26.10.2019 - 12:19

Well done, Frau Prader. Es ist höchste Zeit, daß Südtirol ein Beispiel für friedliches Zusammeleben wird. Ich bin überzeugt, daß es der Mehrheit der Südtiroler völlig Wurst ist, ob einer Italiener oder Deutscher ist (und das besonders in den mittelgroß Städten wie Brixen, Meran, Auer, Sterzing und Bruneck). Leider entspricht diese Tendenz nicht der Politik, wo hingegen die Mehrheit der Politiker auf das Feuer der etnischen Trennung bläst. Und Urzì ist aus italienischer Seite, mit seiner überwunderten Mentalität, einer der schlimmsten

Sa., 26.10.2019 - 12:19 Permalink