Wirtschaft | Economia e lingue

Scuola bilingue: partiamo dalle imprese

Apprendistato e formazione professionale sono percorsi formativi indispensabili per il nostro futuro. Percorsi da rafforzare e condividere, senza barriere linguistiche.
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Sapete perchè la MILA ha questo nome? Perché è l’acronimo bilingue di MIlch-LAtte. E perché la FINSTRAL, azienda sudtirolese di grande successo internazionale, si chiama così? FIN(estra)STRAHL=raggio di luce (la acca è stata deliberatmente tolta per una maggiore leggibilità del marchio in area non tedesca). Imprese che hanno saputo guardare a mercati differenti. Che la conoscenza delle lingue e delle culture provinciali sia il primo presupposto per il successo di un’azienda altoatesina è dimostrato dalla storia del nostro territorio. Chi ha saputo rapportarsi con il Nord, come con il Sud, chi ha saputo conquistare i clienti nell’ambiente italiano, come in quello tedesco, chi ha costruito relazioni in tutta la provincia (non solo in città e non solo nelle valli), si muove con disinvoltura nel mercato altoatesino e non solo. Chi queste competenze non le ha, rischia la marginalità. La lingua italiana e quella tedesca sommate assieme, consentono di comunicare ovviamente con tutti i diversi interlocutori in provincia, ma anche direttamente con il 40% della popolazione europea. Da Amburgo a Palermo. Le lingue aprono opportunità per l’occupazione e per lo sviluppo di impresa.
Proprio per questo i giovani altoatesini di lingua italiana che hanno scelto la strada dell’apprendistato e della formazione professionale, soprattutto per poter mettersi in proprio, hanno bisogno di acquisire queste competenze, pena il loro “confinamento” nel microcosmo economico italiano della provincia. Ne hanno diritto proprio perché il settore privato non è garantito né dal regime del lavoro pubblico, né dalla proporzionale etnica. L’artigiano muratore prenderà incarichi da clienti di lingua tedesca anche in quanto sappia almeno leggere una capitolato nella loro lingua; l’estetista dovrà pure saper conversare con le diverse clienti capendo e facendosi capire. Ciò significa la necessità di arricchire la formazione professionale con le competenze comunicative e dei contesti culturali, molto diversi tra di loro, dove si svilupperà il proprio mercato.
Bene ha fatto l’associazione delle piccole imprese altoatesine, CNA, a lanciare la proposta di una formazione professionale unitaria e bilingue, offrendo a tutti i giovani, in primis quelli di lingua italiana, la possibilità di poter condividere esperienze formative e professionali a più largo raggio e costruire relazioni a tutto campo nell’economia provinciale.
Chissà che non siano proprio le imprese ed i loro futuri collaboratori ad ottenere finalmente percorsi formativi unitari nel mondo della scuola altoatesina. Il tempo per questa riforma è maturo.
(www.albertostenico.it)

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Sepp.Bacher Sa., 11.01.2020 - 21:00

Alberto, da kann ich dir nur zustimmen! Und gut, dass diese Meldung von einem Vertreter, der italienischen Sprachgruppe kommt, denn dann hat diese eher eine Chance, auch bei den Italienenr anzukommen. Viele der Jungen wissen es vielleicht auch nicht, dass du diese Aussagen aufgrund einer breiten Erfahrung einerseits als Gewerkschaftler und andererseits als Unternehmer (Geschäftsführer einer Genossenschaft im Baubereich) aus der Realität machst.
Es scheint immer noch nicht durchsetzbar zu sein, eine zwei- oder mehr sprachige Schulschiene aufzubauen. Aber nach der Pflichtschule sollte man wenigstens zwei- oder dreispurig weiterfahren. Das täte allen gut!

Sa., 11.01.2020 - 21:00 Permalink
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Elisabeth Garber So., 12.01.2020 - 11:06

Zuerst die Fachkompetenz, dann die notwendige (!) Sprachkompetenz in beiden Landessprachen. Ich kenne kaum noch Orte oder Läden, an/in denen das Personal *sachkompetent* auf konkrete Fragen antworten kann. Ausnahmen bestätigen wie immer die Regel.

So., 12.01.2020 - 11:06 Permalink