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“Un trasloco in piena pandemia globale”

Damiano Corbin in Germania attende di spostarsi con la famiglia in Alto Adige. “Qui si sono mossi in ritardo. Noi nel limbo, ma vedremo presto il Catinaccio”.
Mappa Germania
Foto: Pixabay

Abbiamo raccolto testimonianze in giro per il mondo per capire come viene vissuta, nei vari Paesi, la situazione coronavirus. Damiano Corbin si trova in Germania e racconta la difficile preparazione del trasloco, assieme a tutta la famiglia - con due figli piccoli - verso la provincia di Bolzano.

 

Gennaio 2020

 

Sto viaggiando da un paesino tedesco verso, forse, il mio futuro a Bolzano. Il giorno dopo dovrò sostenere un colloquio e se tutto andrà bene, a maggio potrei cominciare a scrivere un nuovo capitolo della mia vita. Passa una settimana, è quasi mezzogiorno quando squilla il telefono, confermano l’intenzione di assumermi. Da quel momento ho circa tre, quattro mesi per trovare casa, organizzare un trasloco internazionale e sistemare la mia famigliola di quattro persone: mia moglie, nostra figlia di due anni, un neonato di due mesi ed io. Le cose vanno meglio di quanto pensassi, due settimane dopo troviamo casa. È metà febbraio. Tutto sembra andare benissimo.

I più lungimiranti erano trattati come profeta di sventura

L’entusiasmo di ritornare in Italia, in una regione meravigliosa, vicino ai nostri cari, è alle stelle. Quella brutta bestia del coronavirus per ora impazza solo in Cina, i casi in Italia e in Europa sono pochissimi, non ci si presta molto caso. In quei tempi spensierati, che sembrano lontanissimi, ma che invece sono appena a quattro settimane da questo momento, i più lungimiranti erano trattati come profeta di sventura.

 

Febbraio 2020

 

Poi… sappiamo tutti com’è andata, lo viviamo tutti i giorni, barricati in casa, sperando che passerà presto, che #andràtuttobene, forse con il timore che invece tutto durerà a lungo e mentalmente ci si prepara, per quanto sia difficile guardare attraverso questa fitta nebbia di incertezza, di un tipo di timore per il futuro che forse solo chi ha superato i novanta può ricordare. 

 

 

Marzo 2020

 

Scrivo dal tavolo della mia cucina, trasformata in ufficio e asilo, sono ancora in Germania. I giorni trascorrono lentissimi, vorrei partire subito, ma non posso. L’appartamento non si libererà che dopo due settimane, i documenti di mio figlio non sono ancora pronti. Non passa giorno che qualcuno mi terrorizzi annunciando la chiusura totale dei confini; notizie mendaci. A volte esagero con la paranoia e arrivo persino a chiedermi se riusciremo a tornare in Italia. Qui ci sono arrivati dopo, tanto che fino a qualche giorno fa, quando io (di certo più influenzato dei tedeschi dalla situazione italiana) avevo già preso spontaneamente la decisione di evitare la mensa, le riunioni troppo affollate e di lavorare da casa quanto più possibile, venivo per lo più deriso per la mia troppa prudenza. Evidentemente, con “solo” 3.000 casi, rispetto ai 12.000 in quel momento in Italia, al di lá delle Alpi ci si sentiva ancora invincibili.

Non ride più nessuno, non si fanno più le solite battute stereotipate sull’Italia

Pochi giorni dopo, in enorme ritardo, visto come si stava sviluppando la situazione in Italia nonostante si fosse iniziato ben prima con le misure di contenimento, chiudono prima le scuole, poi i negozi, i ristoranti e i bar lavorano dalle sei alle diciotto. Non ride più nessuno, non si fanno più le solite battute stereotipate sull’Italia. Chi può, lavora da casa. Qualche fabbrica chiude. Si inizia a prenderla seriamente. Forse troppo tardi, quando per una volta si sarebbe potuto dimostrare un coordinamento degli Stati europei, anziché lasciare alle iniziative delle singole nazioni. Per quello che può essere la mia percezione, per lo più limitata alle chiacchiere con i colleghi, ho notato un atteggiamento verso la vita molto diverso rispetto al nostro. Ho sentito molte volte dire - ma in fondo è quello che si diceva anche qui, non più tardi di un mese fa - è solo un’influenza, seguito però spesso da una frase ben più agghiacciante: muoiono solo vecchi e malati, che importa, la loro vita l’hanno fatta. Tanto che, fino all’ordine dall’alto, i loro comportamenti non sono cambiati, per quanto sia evidente dalle situazioni degli altri Stati, in particolare del nostro (che non dista quanto la Cina ma solo poche centinaia di chilometri) quanto la mancanza di interventi tempestivi possa causare dei seri danni, se non salutari, di cui non sembrano preoccuparsi troppo, almeno economici e finanziari.

 

Adesso

 

Vivo in un limbo tra due confini, sempre nel dubbio che questi possano chiudere da un giorno all’altro, tanto sono rapidi i cambiamenti di leggi e permessi, tanto sono lenti e ansiosi i giorni che mi separano dalla partenza. Grani di sabbia troppo grossi per un collo di clessidra sempre più stretto. Penso in continuazione al momento in cui alla frontiera mostrerò i documenti e il valido motivo per cui devo passare,  cerco di visualizzarmi oltre il Brennero, e so, per qualche motivo, che andrá davvero tutto bene. Di certo non sará la fine dei crucci che questo virus sta portando, ma almeno saró al di là del limbo, le nebbie del dubbio si dissolveranno e anche se il Catinaccio per qualche tempo potrò vederlo solo dal balcone, mi sentirò a casa. E ci resterò.

 

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Schorsch Peter So., 22.03.2020 - 22:21

Ich weiss nicht, ob das so stimmt, denn im heutigen Brief von Mattarella an Steinmeier steht "L’intesa tra i nostri Ministeri della Salute con l’invio dalla Germania in Italia di forniture di dispositivi medici è di grande importanza anche come segno della profonda amicizia che lega i nostri Paesi."
https://www.quirinale.it/elementi/46596

So., 22.03.2020 - 22:21 Permalink
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Schorsch Peter Mo., 23.03.2020 - 16:27

Ergänzung:
"Deutschland beteiligt sich ebenfalls an den Hilfen. Bundesaußenminister Heiko Maas sagte im ZDF-Morgenmagazin, die Bundesregierung habe am Sonntag eine Maschine mit sieben Tonnen Hilfsgütern nach Italien geschickt, insbesondere mit 300 Beatmungsgeräten. Das solle "die wirklich dramatische Situation in der Lombardei" verbessern. Vorher hatte Deutschland bereits Schutzausrüstung geliefert."
https://www.tagesschau.de/ausland/corona-hilfen-italien-101.html

Mo., 23.03.2020 - 16:27 Permalink