Gesellschaft | Reazioni

“Così si vanificano i nostri sforzi”

Le critiche dell’Ordine degli infermieri a Kompatscher: “Ridicola la convinzione che con l’utilizzo di una sciarpa o scaldacollo il rischio di contagio sia ridotto”.
Infermiera
Foto: upi

L’ultima ordinanza firmata ieri (6 aprile) dal presidente Arno Kompatscher rende obbligatorio coprirsi naso e bocca quando si esce di casa, pena: una sanzione sopra i 200 euro. Oltre alle mascherine vanno bene anche scaldacollo, sciarpa o foulard, ha specificato Kompatscher. Non è della stessa opinione l’Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia di Bolzano, nel cui mirino finiscono anche le recenti misure sulle attività motorie. “L’unica cosa che cambia - aveva già puntualizzato in merito tuttavia il governatore - è che quando si esce si può fare un giro assieme al proprio figlio nel proprio quartiere”.

“In tutti i modi e con tutti i mezzi, a livello internazionale si cerca di educare e incentivare la cittadinanza a restare a casa o a uscire unicamente se esiste una reale e urgente necessità - scriveva in una nota diffusa ieri la presidente dell’OPI, Paola Nesler, chiedendo il ritiro dell’ordinanza numero 16 (nel frattempo si è arrivati alla n. 18 ma le protezioni alternative alla mascherina restano quelle già indicate così come le prescrizioni sulle attività motorie in più i Comuni possono rafforzare le misure di protezione) -. È anche grazie a tale attività che finalmente si è assistito a un lieve appiattimento della curva dei contagi”. Eppure - prosegue la nota - “si è visto dai vari reportage come la situazione sia già degenerata e quante persone si siano riversate per le strade, con la ridicola convinzione che con l’utilizzo di una sciarpa o scaldacollo il rischio di contagio sia ridotto”.

E ancora: “È risaputo che gli scaldacollo non contrastano efficacemente la diffusione di Covid-19”. Il timore diffuso è che la direzione presa dalla Provincia vanifichi “i sacrifici ai quali è stata chiamata tutta la popolazione ma soprattutto di tutto il personale sanitario che giornalmente rischia il contagio e la vita per assistere coloro che sfortunatamente hanno contratto il virus”. 
“Siamo stremati fisicamente e psicologicamente per il carico di lavoro che deve gestire e non sappiamo come potremmo reagire a una nuova imponente ondata di contagi”, afferma infine Nesler. 

 

Il bollettino

 

I dati aggiornati a questa mattina (7 aprile) e diffusi dall’Azienda sanitaria parlano di 110 persone decedute in ospedale a causa del virus, e 62 nelle case di riposo. In totale il numero dei decessi è di 172 persone. Sono stati esaminati nelle ultime 24 ore 941 tamponi, 59 dei quali sono risultati positivi. Il numero complessivo delle persone positive al test del Coronavirus si attesta dunque a 1.791

Sono 17.766 i tamponi finora effettuati su 9.302  persone. 234 sono i pazienti ricoverati Covid-19 negli ospedali altoatesini e nella base di Colle Isarco. Altre 25 persone sono in cura presso la clinica Villa Melitta, 16 nella clinica Bonvicini a Bolzano e 14 nella clinica S. Anna di Merano. Altre 60 persone assistite presso le strutture dell’Asl sono casi sospetti. In terapia intensiva ci sono 47 persone e altre 9 sono ricoverate in Austria e in Germania.

3.275 persone attualmente si trovano in quarantena obbligatoria o in isolamento domiciliare. 3.430 sono le persone che hanno concluso la quarantena. 6.705 i cittadini ai quali sono state imposte misure di quarantena. Gli operatori dell’Asl positivi al test del Coronavirus sono 187. A questi si aggiungono 10 medici di medicina generale e 2 pediatri di libera scelta. I guariti dal coronavirus sono 290.