Politik | Mobilità e Fase 2

“Brennero confine aperto”

Via le restrizioni entro il 15 giugno. Lo chiedono i tre governatori Euregio, ma il Tirolo avverte: il contagio resti basso. L’incontro al valico delle opposizioni.
Grenzgänger Brenner
Foto: Othmar Seehauser

Un incontro virtuale per trovare una posizione unanime come Euregio e superare le tensioni che hanno portato a rinviare il vertice in presenza fisica previsto nello stesso giorno (giovedì 27 maggio) a Innsbruck. Sul tavolo la prima questione è l’apertura delle frontiere ripristinate causa coronavirus, a partire dal Brennero: alla fine funziona la mediazione tra il Tirolo - dove il capitano Günther Platter è preoccupato alla stregua del governo di Vienna per i contagi in Lombardia e nel nord Italia -, l’Alto Adige e il Trentino. L’appello comune che giunge è per un’apertura delle frontiere “entro il 15 giugno”, a condizione che l’epidemia resti sotto controllo. Intanto a favore di una riapertura dei confini “tra nord, sud e est del Tirolo” si dicono i partiti di opposizione a Bolzano e Innsbruck, che si danno appuntamento venerdì mattina al cippo.

 

Oltre le divisioni

 

La videoconferenza serve soprattutto per far parlare l’Euroregione con un voce sola. Le premesse non sono state beneauguranti. Lo stesso Platter nei giorni scorsi ha puntato il dito sui rischi provenienti in particolare dalla Lombardia e dal resto del nord Italia. Fugatti ha invece chiamato in causa direttamente il governo di Vienna: “Pensiamo che l’Austria - queste le sue parole - debba considerare in modo collaborativo la sinergia con l’Italia e i nostri territori e non chiudere le frontiere in questo modo”. Una situazione in cui la prima vittima è stato il vertice in compresenza programmato nel capoluogo tirolese: sia Fugatti che Kompatscher hanno rinunciato per il timore di dover fare 15 giorni di quarantena al ritorno.

Un assaggio di quello che spetterebbe, a parti inverse, agli eventuali turisti decisi a trascorrere le vacanze nelle località altoatesine o trentine. Per questo la ripresa di una piena mobilità tra i territori risulta vitale per il turismo e di rimando per le economie di Alto Adige e Trentino. Il governatore altoatesino infine è apparso soddisfatto della mediazione. L’incontro fisico - “È importante vederci di persona, lanciando un chiaro segnale”, aveva detto il Landeshauptmann - è solo rimandato, a dopo il 3 giugno, quando l’Italia ha programmato la riapertura unilaterale dei confini.

 

 

Il punto comune 

 

L’accordo fra i tre presidenti è stato quello di appellarsi ai rispettivi governi nazionali per rendere possibile un’apertura il più rapida possibile, al più tardi entro il 15 giugno, a patto che resti il trend di graduale diminuzione dei contagi. Un fattore certo non secondario vista la paura di una seconda ondata.

“Nell’Euregio siamo tutti d’accordo che deve avvenire al più presto l’apertura dei confini. Naturalmente con il prerequisito che la situazione in tutte e tre le parti dell’Euregio si evolva nel senso giusto, e dunque calino i contagi”, precisa Platter riassumendo l’esito del confronto.

“La libertà di viaggiare e spostarsi è un bene importantissimo, che però non può diventare una scusa per trascurare i dati scientifici mettendo in gioco la salute delle persone. Ci sono ancora zone dove si registrano tassi elevati di contagio”, ricorda ancora Platter. Il capitano del Tirolo cita gli sforzi già compiuti, esempio la riapertura della possibilità agli studenti altoatesini e trentini di andare in Austria per motivi di studio o quella di passare il confine per visitare i familiari e ancora di attraversare l’Alto Adige per spostarsi dal Tirolo dell’est al Tirolo del nord. “Abbiamo vissuto momenti difficili - sottolinea Kompatscher -, ma la cooperazione e la solidarietà nell’Euregio sono state fondamentali per affrontare meglio la crisi. Penso all’accoglimento di pazienti altoatesini in terapia intensiva in Tirolo, alle soluzioni su lavoratori transfrontalieri o il traffico merci attraverso il valico”.

 

Tirolo senza barriere, gli appelli

 

Si moltiplicano nel frattempo gli appelli alla libertà di movimento in Europa e fra Italia, Austria e Germania, così come all’interno del Tirolo storico. Neos, formazione austriaca di orientamento liberale, e gli altoatesini del Team K hanno sottoscritto un comunicato congiunto con la Fdp bavarese. Un appello per i confini aperti in Europa, a partire dal Brennero, “per amare, vivere, lavorare e andare in vacanza”. Da questi presupposti è nata l’idea di lanciare una petizione congiunta online sullo stesso tema. “La mobilità di beni e persone è uno dei fondamenti della casa comune europea, e quindi la libertà di movimento non può essere limitata ancora a lungo” dicono Paul Köllensperger (Team K), Dominik Oberhofer (Neos Tirol), Domenik Ebner (Neos Osttirol), assieme a Martin Hagen della Fdp bavarese.

 

 

Lo stesso messaggio sarà ribadito nell’appuntamento transfrontaliero in un luogo “altamente simbolico”, dicono i promotori, ovvero “presso la pietra di confine del Brennero” venerdì alle 10.30. I partiti delle assemblee territoriali “a nord e a sud del valico” chiederanno l’apertura immediata “tra nord, sud e est del Tirolo”. Per l’Alto Adige partecipano i partiti di opposizione in consiglio provinciale, le destre di lingua tedesca e i liberali, ovvero Süd-Tiroler Freiheit, Freiheitlichen, Team K. Per il Tirolo figurano SPÖ, FPÖ-Tirol, Liste Fritz, Neos. Invitati i partiti di governo a livello nazionale italiano, 5 stelle e Pd. Il consigliere provinciale pentastellato Diego Nicolini ha detto che ci sarà.

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Schorsch Peter Do., 28.05.2020 - 15:01

Zum Thema, dass Österreich die Grenze zu Italien nicht aufmachen will:

"Ich bin ein großer Freund der Reisefreiheit, aber bei Italien müssen wir noch vorsichtig sein", warnte der Gesundheitsminister in den "Oberösterreichischen Nachrichten" (Donnerstag-Ausgabe) und verwies darauf, dass Italien aktuell 382 Corona-Fälle pro 100.000 Einwohner habe."
(aus ttps://www.vienna.at/grenzoeffnung-zu-hotspot-italien-anschober-und-koestinger…)

Wenn man nachrechnet, stellt man fest:
Italien hat ca. 60.000.000 Einwohner, um auf die zitierten 382 Fälle zu kommen, muss man also mit der kumulierten Gesamtzahl aller jemals Covid-Infizierten rechnen (231.139).
Interessieren sollten jedoch nur noch die aktuell positiven Fälle (50.966), womit man dann auf ca. 85 Fälle pro 100.000 Einwohner kommt, und das klingt doch ganz anders.
Kann da jemand nicht rechnen, oder wird absichtlich mit irreführenden Zahlen Politik gemacht?

Do., 28.05.2020 - 15:01 Permalink