Chronik | Covid-19

Si torna alla mascherina

Turismo, le contromisure dopo la ripresa del contagio. L’obbligo della mascherina chirurgica per chi lavora al chiuso negli hotel. “Più controlli in città e malghe”.
Mascherina chirurgica
Foto: Unsplash

L’impennata del contagio da coronavirus in Alto Adige in seguito alla ripartenza - fortunatamente abbastanza accentuata - del turismo preoccupa le istituzioni. Per questo la Provincia di Bolzano, dopo l’aumento dei casi recenti e l’incremento del tasso di contagiosità territoriale (giunto la settimana del 27 luglio- 2 agosto a 1,43, il secondo livello più alto in Italia dopo la Sicilia) ha fatto il punto con gli operatori del settore. Gli assessori Philipp Achammer e Thomas Widmann hanno concordato ulteriori misure preventive insieme ai vertici del comparto. Il provvedimento è atteso martedì nella riunione della giunta Kompatscher.

 

Gli operatori: mascherine chirurgiche

 

“Le nuove infezioni si evitano soprattutto indossando una protezione per la bocca e il naso quando si è a contatto con altre persone. In questo senso i partecipanti all’incontro hanno deciso che l’uso costante di maschere chirurgiche a contatto con altre persone è necessario quando si lavora in stanze chiuse. Il governo provinciale prenderà in considerazione un provvedimento ad hoc nella prossima seduta di giunta di martedì (11 agosto)”. 

L’uso di maschere chirurgiche a contatto con altre persone è necessario quando si lavora in stanze chiuse: questo è emerso nel confronto con gli operatori del turismo

Così precisa la nota di Palazzo Widmann circa il contenuto del colloquio, in cui gli assessori competenti su economia (Achammer) e sanità (Widmann) hanno discusso “nuove misure concrete” con i responsabili dell’associazione albergatori HGV, l’organizzazione di promozione turistica IDM, l’Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi (Bauernbund), l’Associazione degli affittacamere privati dell’Alto Adige, l’associazione provinciale del turismo LTS e il Consorzio dei Comuni in occasione di un incontro online congiunto. Insomma tutti i big del turismo altoatesino.

 

Stop alle protezioni fai da te?

 

Quella della Provincia risulta un’inversione di rotta, almeno rispetto all’allentamento deciso a metà luglio per ristoranti e bar. “Eliminate la mascherine per la ristorazione”: questo si leggeva nel comunicato stampa del 14 luglio scorso, che dava notizia della modifica all’allegato A della legge provinciale 2 del 2020 (sulla ripartenza), in cui si stabiliva che dal 15 luglio il personale di servizio sarebbe stato esentato dall’utilizzo delle mascherine. Dichiarato sufficiente “l’uso di una protezione delle vie respiratorie”. Poi dopo l’incomprensione comunicativa generata dal passaggio (interpretato da alcuni come un generico addio ai dpi), era giunta la precisazione della Provincia: “Resta l’obbligo di proteggere le vie respiratorie. In alternativa alla mascherina chirurgica si può portare ad esempio una maschera di stoffa”.

Adesso - con i nuovi casi in parte portati dagli ospiti e dai collaboratori dall’estero, la quarantena per i braccianti dell’agricoltura, la ripresa della curva epidemica e quindi la paura più concreta di una seconda ondata (anche in vista dell’autunno) - si torna a gran voce ad un maggiore rigore. Sia riguardo alle prescrizioni sulle protezioni individuali - significativo che nell’incontro non siano state menzionate generiche protezioni fai da te, come i famosi scaldacollo indossati da Kompatscher e Widmann in conferenza stampa - sia per i controlli nei luoghi turistici. La mascherina tra l’altro era già stata mantenuta obbligatoria per le discoteche (riaperte dal 15 luglio), oggetto di misure ad hoc con una modifica dell’allegato A datata 28 luglio.

“In vista dell’imminente alta stagione e della prossima stagione invernale, le misure di sicurezza esistenti e la responsabilità personale della popolazione, delle imprese e degli ospiti sono di estrema importanza” ha detto Achammer, con uno sguardo rivolto già all’autunno-inverno.

 

Più controlli su assembramenti e malghe

 

Inoltre, nel confronto si è parlato espressamente di un aumento dei controlli: “L’incremento delle verifiche - riporta Palazzo Widmann - sull’uso della protezione della bocca e del naso e sul mantenimento delle distanze tra le persone da parte delle autorità locali sugli assembramenti di persone nelle città, nei Comuni e nelle destinazioni popolari di visite ed escursioni dovrebbe contribuire a una maggiore sicurezza. Maggiori controlli devono essere effettuati anche sulle attività di ristorazione sugli alpeggi”.

 

Nuovi test a tappeto

 

Continuano intanto i test a scopo di prevenzione. La prima fase di controlli nel turismo, completata con successo, si ripeterà tra fine agosto e inizio settembre. Durante questa fase possono sottoporsi al test i proprietari e i dipendenti delle attività turistiche.

Infine a Bronzolo dopo l’emersione di un focolaio nel paese l’Azienda sanitaria è pronta ad avviare i controlli a tappeto. Da lunedì 10 agosto e fino alle 13 di mercoledì 13 agosto tutti i 2.800 cittadini e cittadine di Bronzolo potranno eseguire il tampone per Sars-CoV-2. I test si svolgeranno nel “Kulturhaus” e saranno effettuati dal personale infermieristico dell'Azienda sanitaria dell’Alto Adige. La Croce bianca e la Croce rossa, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco volontari e gli alpini daranno il proprio supporto.

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Schorsch Peter Mo., 10.08.2020 - 09:02

In den öffentlichen Verkehrsmitteln werden die Maskenträger immer weniger - entweder gar nicht, oder Nase frei, oder nur als Kinnschutz.
In einem vollen Bus oder Zugabteil mit geringem Luftaustausch und teilweise Fahrten von über einer Stunde schätze ich das als ziemlich kritisch ein.
Aber während in Österreich inzwischen gestraft wird, wenn in öffentlichen Verkehrsmitteln keine Maske getragen wird, und auch in Deutschland darüber debattiert wird, scheint das in Südtirol kein Thema zu sein.
Warum wird hier nichts getan? Aus meiner Sicht ist das ein selbstverstärkender Prozess: Wenn das Personal schweigend an den Nicht-Maskenträgern vorbeigeht, und ein guter Teil der Einheimischen keine Maske mehr trägt, dann wird dieser Teil immer größer werden ("wieso soll ich eine Maske tragen, wenn die anderen es auch nicht tun"), auch die Touristen machen es nach (denn man passt sich ja den Gegebenheiten vor Ort an), und das Prinzip Fremdschutz durch Mundnase-Schutz funktioniert nicht mehr.

Vielleicht sollte man, bevor man sich um Menschenansammlungen im Freien (wo es allen Anscheins nach nur sehr wenige Ansteckungen gibt) kümmert, erstmal an dieser Stelle eingreifen?

Mo., 10.08.2020 - 09:02 Permalink