Gesellschaft | L'iniziativa

Repair café sbarca a Bolzano

Dopo Bressanone, Brunico, Merano, Appiano ed Egna, l’“officina sociale” che ridà vita agli oggetti guasti arriva anche nel capoluogo. Brancalion: “Aggiustando si impara”.
Repair café
Foto: upi (foto simbolica)

L’idea nasce in Olanda più di 10 anni fa - per poi diffondersi negli Stati Uniti e in Europa, Italia compresa - come antidoto al consumo usa e getta ma anche come “officina sociale”. Si chiamano Repair café, una realtà già operativa alle nostre latitudini nelle città di Bressanone, Brunico, Merano, Appiano ed Egna, e che ora si appresta ad approdare anche a Bolzano, amministrata dall’OEW-Organizzazione per Un mondo solidale, già cofondatrice del Repair café a nella città vescovile.

In cosa consiste il progetto? In sostanza una rete di artigiani ed esperti offre la possibilità agli utenti di riparare oggetti guasti, “faremo consulenza, daremo consigli su come aggiustare da soli un elettrodomestico ad esempio, non vogliamo certo fare concorrenza ai professionisti che di questo mestiere vivono” spiega Argante Brancalion, ex falegname e membro della squadra dei “riparatori” (una decina in tutto per ora) che apriranno la loro “bottega” all’interno dello Spazio 77 di via Dalmazia, 77 dal prossimo 16 settembre, ogni terzo mercoledì del mese dalle 17.30 alle 20. “Sotto i ferri” potranno finire tessili e vestiti, piccoli mobili in legno, piccoli elettrodomestici, giocattoli, ma anche hardware e software (SPID, installazione, manutenzione, uso di software open source…) - con il sostegno del “Gruppo Manifesto sostenibilità digitale” e del Linux User Group Bz.

 

Il servizio è gratuito, solo gli eventuali pezzi di ricambio sono a carico dell’utente, “chiederemo un contributo volontario che servirà ad acquistare via via le attrezzature che occorrono”, dice Brancalion. “Il progetto dovrà ingranare ma ci aspettiamo che la gente venga numerosa”.

Il concetto da scardinare, sottolinea il gruppo organizzatore del Repair Café Cristina Macola, Argante Brancalion, Stefano Ciri, Claudio Campedelli, Corinna Lorenzi, Antonio Cucinato e Verena Gschnell, responsabile dell’area Consumo Consapevole, è che “riparare costa di più che ricomprare”, credendo a questo ritornello senza approfondire le ragioni abbiamo infatti creato montagne di rifiuti. “L’industria produce prodotti con ‘obsolescenza programmata’ ed è questa la ragione più grave perché per far girare l’economia (dell’usa e getta) facciamo pressione sull’ambiente con prelievo di materie prime, ormai in via di esaurimento, e con sempre maggiori superfici sacrificate come discariche di rifiuti”. E infine: “Il Repair café nasce dunque con l’idea di avvicinare le persone ad un rapporto più consapevole e sostenibile con gli oggetti, in un’atmosfera piacevole, davanti aduna tazza di caffè o di tè. Insieme”. Tutti invitati.  

 

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kuno prey Mi., 16.09.2020 - 10:13

complimenti per l'iniziativa che spero venga ben accolta, perché il gesto del riparare oggi come oggi ha un ruolo molto importante: non possiamo continuare a gettare oggetti che sono riparabili, anche se spesso con non pochi ostacoli. e appena sarò nel (un)ruhestand mi offrirò come aiuto/collaboratore.

Mi., 16.09.2020 - 10:13 Permalink