Wirtschaft | Deal or no Deal?

Alperia unter Strom?

Der Erwerb der Gruppe GreenPower seitens der Alperia lässt viele Fragen offen
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Alperia Logo
Foto: Hannes Prousch

Zugegeben, ich habe mich auch schon einmal verzockt, damals als die Dotcom-Blase geplatzt ist.
Damit war auch mein investierter Tausender dahin und der Traum von einem neuen Elektrorad, so auf die Schnelle. 
Kaum der Rede wert, ich hatte auf das falsche Pferd gesetzt.
Auf eine windige Aktie mit hoher Volatilität.
Ich hab's verkraftet, von windigen Aktien und undurchsichtigen Geschäften Abstand gehalten.

Mit welchem Stichwort ließe sich jetzt zu Alperia und ihrem Erwerb der Gruppe GreenPower überleiten? Traum, windig, undurchsichtig, auf die Schnelle?

"Undurchsichtig" macht das Rennen.

Es hat sich nämlich herausgestellt, dass der Erwerb der Gruppe GreenPower kostspieliger als vorgesehen war und die operativen Gesamtkosten von 7,9 Millionen auf 27 Millionen in nur einem Jahr angestiegen sind.
Alperia ist kein Privatunternehmen, wie etwa die Köllensperger-Firma, der ich auf diesem Weg ein besseres Händchen wünsche.
Alperia muss oder müsste ihren Hauptaktionären Rechenschaft ablegen.
Transparenz ist gefordert!
Im Fall von Alperia sind das die Bürger des Landes Südtirol, welche von der öffentlichen Hand vertreten werden.
Wenn Alperia eine verlustreiche Investition tätigt, zahlen im Endeffekt die Bürger über ihre Steuerabgaben drauf.
Bereits in der Vergangenheit wurde mehr Transparenz über die Vorgänge rund um den Ankauf von GreenPower gefordert. Das zuständige Assesorat versicherte, dass eine interne Untersuchung eingeleitet wurde.
Jetzt wäre ich neugierig, was bei dieser internen Untersuchung heraus gekommen ist. 
Aus der von GreenPower übermittelten Dokumentation über den von Alperia getätigten Ankauf geht hervor, dass diese im ersten Halbjahr 2019 einen Gewinn von  385.000 Euro gemacht hat. Nach nur sechs Monaten, bei Abschluss des Bilanzjahres, verwandelte sich dieser Gewinn in einen Verlust von 3,2 Millionen Euro.

Diese negative Performance ist erklärungswürdig!
 

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Gianguido Piani Do., 08.10.2020 - 04:41

Alperia, come le società elettriche privatizzate, cioè quasi tutte, sconta i peccati originali delle liberalizzazioni.
Queste furono decise negli anni 1990-2000 con l'obiettivo dichiarato di offrire prezzi inferiori grazie alla concorrenza. Non si era considerato che i costi principali di un sistema elettrico sono quelli di trasmissione e distribuzione, non di generazione, quindi i margini di concorrenza sono molto ridotti. Non a caso oggi ogni offerta di elettricità contiene una nota che "si applica solo alla componente energia".
Mancato l'obiettivo principale, se ne sono però realizzati di secondari, tipo la creazione di posti dirigenziali. Prima delle liberalizzazioni i consigli di amministrazione delle società elettriche erano composti principalmente da ingegneri elettrotecnici, ingegneri gestionali, giuristi. Nella maggior parte dei casi si trattava di persone con carriere interne alle aziende. Dopo lo spezzettamento di Enel in decine di nuove società si sono create posizioni a valanga per commercialisti, esperti in finanza, pubblicitari. Soprattutto esterni. Oggi nelle stanze del potere specialisti con un background tecnico o economico-gestionale sono sempre più rari. Questo permea strategie e tattiche delle aziende elettriche e Alperia, pur con una genesi diversa, ne è quasi un esempio da manuale.
I bilanci Alperia sono pubblicati sul sito dell’azienda. Decine di pagine dedicate alla difesa dell'ambiente, alle quote rosa, alla responsabilità sociale verso i dipendenti, alla mobilità sostenibile. Purtroppo non è reso pubblico, né è possibile dedurlo dalle informazioni presentate in bilancio, il parametro principale di riferimento delle aziende elettriche: il costo di generazione e distribuzione dell'elettricità ("Levelized Cost of Electricity", LCOE) e la sua struttura.
Alperia appartiene ai cittadini dell'Alto Adige per il tramite della Provincia e dei Comuni di Bolzano e Merano. Forse per i proprietari è giunto il momento di contattare gli amministratori.

Do., 08.10.2020 - 04:41 Permalink