Gesellschaft | Gastkommentar

Appunti di viaggio

In questi tempi difficili riprendiamo il cammino: verso l’altro e verso la natura maltrattata. Buon anno e buon viaggio, che le stelle ci guidino, lontani ma vicini.
Viaggio
Foto: Pixabay

Da sempre il viaggio è al centro dell’uomo. Il viaggio più famoso, è risaputo, è quello di Odisseo. La tenacia, l’astuzia, la temerarietà, l’eroismo nel varcare la sfera del conoscibile sono gli elementi che lo accompagnano nel suo vagare infinito. Perché quando il viaggio ‘avviene’, trasforma, rende altri, trainando chi viaggia verso l’altrove. È come se la vera meta non fosse vedere un luogo, ma imparare a vedere oltre, dentro di sé. Odisseo è la figura del viaggiatore antico, coraggioso.

Attraverso il viaggio non cerca solo la libertà, brama conoscenza, quella consapevolezza utile a tornare da dove si è partiti, il ritorno a casa. Si torna, ma si torna sempre altrove, anche quando i luoghi sembrano gli stessi. È Seneca a dirci che ‘L’importante è sapere con quale spirito arrivi, non dove arrivi’.

Attraverso il navigare, anche Socrate cerca la libertà di lasciare un porto che incatena mente e azioni. Non ci dice che andremo verso una spiaggia più pulita o se naufragheremo nel mare in tempesta. Ma con la navigazione ci liberiamo delle costrizioni, delle abitudini: la salvezza non è nell’approdo, piuttosto nel procedere, nell’andare. Quando diciamo agli ospiti ‘vi sentirete come a casa’ è perché sappiamo che una voglia atavica e recondita permea le persone: quella del sapere, sapere chi è l’altro per sapere di sé. E per viaggiare così tanto in profondità ci vuole un viaggio saggio, lento, denso di consapevolezza. Oggi molti viaggiatori tentano di alleggerire la fatica del viaggio con comfort sempre più sofisticati e nello stesso tempo anestetizzanti. Alla fine cosa rimane? L’aver visto, forse, ma non l’aver viaggiato.

Il viaggio è da sempre al centro dell’uomo. Ma noi oggi dove andiamo? Una casa l’abbiamo smarrita: è la natura che abbiamo maltrattato

E il nostro viaggio, da fortunati abitanti di questo meraviglioso luogo dove va? Dovrebbe andare verso una casa, ma noi la casa l’abbiamo smarrita. Ci siamo rifugiati nella casa dei balocchi, in quella che pensavamo costituisse la vera contentezza: il costruire, il velocizzare, il fare soldi. Ma pensiamo veramente che dal nostro viaggio nella pandemia si esca con un vaccino? Non facciamoci illusioni. Estirpare con un vaccino la radice diffusa di vanità, egoismo, inquinamenti mentali e ambientali, violenze alla natura, cioè la causa del covid, è pura illusione. Se non iniziamo a rispettare la natura, a parlare di accoglienza, a viaggiare verso l’altro non ne usciremo mai. Iniziamo con una cosa piccola: avere cura delle parole. Proviamo a essere un po’ poeti, restituendo alle parole il loro giusto valore. A vedere le cose con l’occhio della poesia, questo era il dono che le Muse facevano ai prescelti.

E meno filosoficamente, iniziamo a pagare le tasse, e lo stato italiano vieti di prendere la residenza a Montecarlo. Sembra ci siano soldi in abbondanza, per la nostra generazione, forse. E per quelli che arriveranno dopo? Il People Planet Prosperity sarà solo un buon proposito per il governo italiano? Facciamo la nostra parte: ascoltiamo il territorio, investiamo in opere bisognose di restauro a livello nazionale, non buttiamo giù quello che non riteniamo importante ai fini utilitaristici. I vecchi masi, l’albergo a Dobbiaco, la cultura di un tempo, è quello che ci forma, ci plasma. È il senso di appartenenza, presente e futuro di un uomo viaggiatore, ciò che ci permette di andare avanti. E non parlo solo di valore artistico, ma identitario, cioè quel peso specifico che una scultura, uno speck sincero o una scuola plurilingue possiede nel patrimonio naturale e culturale di un Paese. Sono questi i termometri della bellezza, non lo sono certo la comunicazione di un Südtirol come luogo più vivibile d’Europa quando poi si producono tonnellate di mele avvelenate. E questo non lo si può dire, che i turbo-contadini ti portano in tribunale e spaventano gli ospiti. Siamo in balia delle onde, ma pensiamo di governare i venti. Alex Langer, lui sì un vero politico, uno dei pochi politici assoluti e completi di questa provincia, che amava ripetere che ‘molti dei nostri comportamenti non sono eticamente accettabili perché non sono moltiplicabili per cinque miliardi’, totalmente quindi in contrapposizione al citius altius fortius del nostro tempo, rimane un buon esempio. Dobbiamo essere bravi capitani, non pensare solo che la crisi attuale passerà, ma pensare a cosa ci porterà il futuro. Inutile andare in viaggio con solo l’estintore a bordo.

Il vaccino ci aiuterà. Ma solo se inizieremo a rispettare la natura, a parlare di accoglienza, a viaggiare davvero verso l’altro ne usciremo davvero

Passato il covid ci sarà una seconda, anche se breve, Belle Époque. Ci si vorrà divertire, fare festa. Ma farci prendere dall’entusiasmo senza perdere di vista i valori olistici potrebbe riportarci sul transatlantico più sfarzoso di sempre; nel 1912 affondò il Titanic, e con lui si infransero i sogni di quella bella epoca.

Per raggiungere gli obiettivi non ci vuole solo entusiasmo, ci vuole coraggio, conoscenza, umiltà. E rispetto. Noi siamo relazione con l’altro e dunque il viaggio può essere guarigione, cura, e le ferite della vita possono diventare una feritoia dalla quale si può intravedere un mondo migliore, senza catene, più leggero, libero dai pesi che lo vincolano e dalle pastoie che lo fossilizzano.

Mi piacerebbe che ci fosse un pensiero comune: cosa posso io albergatore fare per te contadino? E cosa posso io contadino fare per te industriale? Perché, ripeto, noi siamo relazione, non dovremmo mai dimenticarlo.

Se vuoi sfuggire ai mali che ti assillano, non devi andare in un altro luogo, devi essere un altro uomo. Auguri a tutti noi, buon anno e buon viaggio

Ci dimenticheremo, invece, anche di questo virus. E ce lo dimenticheremo quando la crisi climatica ci coglierà in pieno. Sono pessimista? Può darsi, a pensare lungo, come pensa una montagna, non posso non essere travolto da sensazioni altalenanti. Ma, in tutta questa drammaticità, provo a fare di ogni passo un andamento positivo, provando a procedere sicuro e fare volare alto il cuore.

Un augurio sincero a tutti noi, e che il nostro tempo nel viaggio sia un tempo di perdono, fatto di cose semplici e autentiche. E se è vero che le speranze e i sogni non finiscono mai, è altrettanto vero che il viaggio non finirà mai. Finiranno i viaggiatori, ecco perché dobbiamo essere generativi. Cioè fare qualcosa di bello che lasci qualcosa di bello. Ed è ancora Seneca a venirci in aiuto quando ci dice: ‘Se vuoi sfuggire ai mali che ti assillano, non devi andare in un altro luogo, devi essere un altro uomo’. Buon anno e buon viaggio allora, e che le stelle della sera ci guidino in questa lontananza a essere più vicini.

 

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Christian I So., 27.12.2020 - 21:16

I miei viaggi sono stati per me dei grandi maestri di vita. E il piú grande insegnamento é stato quello del RISPETTO per la NATURA INCONTAMINATA. Si, me ne rendo conto, é un gigantesco controsenso: sedersi sul mezzo piú inquinante per capire quanto bisogna proteggere questo pianeta. In fondo la vita é piena di controsensi... Dalle orche nella baia di Vancouver, ai delfini del mare della Tasmania, passando per il deserto del Nevada, camminando accanto ai cervi delle Rocky Mountains, chiacchierando con gli indigeni della Monument Valley, con gli aborigeni alle pendici dell'Uluru, con i Masai del Kenya o i Herero del Namibia, ammirando la Coco de mer dell'Isola di Praslin, nuotando con gli squali del Great Barrier Reef o rischiando per poco di tamponare un rinoceronte in Etosha, questo pianeta é MAGNIFICO!!! Ma durante i miei viaggi ho anche potuto vedere come l'homo "sapiens" (le virgolette non sono lí per sbaglio) sta letteralmente devastando questa meraviglia. E questo ha cambiato radicalmente il mio modo di essere, di vivere e di pensare. Meglio tardi che mai. E quando ritorno nella valle dove ho passato la prima metá della mia vita mi assale una tristezza infinita nel vedere quel bel paesino di montagna trasformato in una cittadina piena di alberghi a 5 stelle e attraversata da una colonna infinita di macchine e motociclette rumorose. Sempre di piú, sempre piú grande, sempre piú velocemente... senza fine.
Hai ragione Michil, questo vaccino (per caritá, sicuramente importantissimo) é la solita toppa che va a chiudere un altro buco creato dai sapiens. La cura, quella vera e definitiva, é il RISPETTO della natura e con essa il RISPETTO di noi stessi.

So., 27.12.2020 - 21:16 Permalink