Gesellschaft | la crociata

Pro life, ritornano i poster anti aborto

Le organizzazioni ultracattoliche, lautamente foraggiate dalle istituzioni altoatesine, scendono nuovamente in campo. Il pretesto: la 43esima “Giornata per la Vita”.
manifesti pro vita
Foto: mpv

A Bolzano e in diversi altri comuni dell’Alto Adige sono spuntati i nuovi manifesti firmati dalle organizzazioni ultracattoliche Pro Vita & Famiglia e Bewegung für das Leben/ Movimento per la Vita, affissi con il pretesto di celebrare la 43esima “Giornata per la Vita” istituita dalla Conferenza Episcopale Italiana. Tuttavia, dietro le quinte della giornata in questione, si cela un'altra occasione per scagliarsi contro quella che loro stessi definisconouna cultura pervasa di diritti individuali assolutizzati che rende ciechi e deforma la percezione della realtà, generando egoismi e derive abortive ed eutanasiche”.

Non è la prima volta che le organizzazioni pro life si attivano per tappezzare il territorio con i loro manifesti, molto spesso giudicati reazionari e privi di qualsiasi fondamento medico e scientifico. Due mesi fa è toccato alla città di Trento. “Prenderesti mai del veleno?” era l’interrogativo riportato allora dai manifesti di Pro Vita allo scopo di alimentare il falso paragone tra il farmaco RU486 e una sostanza tossica che, a loro dire, “mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo”.
L’iniziativa aveva lo scopo di contestare l’approvazione delle nuove linee guida dell’Istituto superiore di sanità in merito all'aborto farmacologico ma in quell’occasione le affissioni ebbero vita assai breve. Immediatamente imbrattati da alcune attiviste, sono stati successivamente fatti rimuovere dal sindaco Franco Ianeselli che ne ha dato l’annuncio affidandosi alla propria bacheca Facebook.

Questa volta i movimenti pro life si affidano agli spazi pubblicitari offerti a pagamento dai privati, nel caso specifico dalla First Avenue, la società controllata dal colosso Athesia.

 

Nel frattempo in tutta Italia la campagna #stopaborto promossa da Pro Vita continua. Dopo essere riusciti a paragonare le torture di Joseph Mengele ad Auschwitz all'interruzione volontaria di gravidanza ecco che troviamo decine di camion vela appositamente agghindati sfrecciare per le strade di diverse città:

 

“Troppe vite vengono eliminate, anche a causa di uno stupro. Ma che ha fatto di male quel bambino? Si merita forse quella condanna a morte che nemmeno lo stupratore riceve? - si legge nel loro comunicato stampa - Seguendo questa logica, persone come Jesse Jackson, attivista per i diritti umani, la cantante Eartha Kitt e la pittrice Ethel Waters, tutte concepite dopo uno stupro, non sarebbero state degne di vivere?”.

 

Contro l’autodeterminazione delle donne, ma con i finanziamenti pubblici

 

Il Movimento per la vita è il primo e tra i più influenti movimenti pro life nato in Italia, fondato due anni dopo l'entrata in vigore della legge 194 del 1978 allo scopo di promuoverne il referendum abrogativo che però ha confermato convintamente l'esito della lunga battaglia dei movimenti femministi per l'interruzione volontaria della gravidanza.
Oggi l'organizzazione, oltre al portare avanti la propria agenda politica, si concentra perlopiù nell'azione di scoraggiare, attraverso i loro Centri di aiuto alla vita, le interruzioni di gravidanze indesiderate. Nonostante l’agire controverso, il Movimento per la vita può contare ogni anno su generosi appoggi economici da parte delle istituzioni comunali e provinciali altoatesine: il Comune di Bolzano all’interno dei contributi previsti per la progettazione e realizzazione di iniziative a favore delle donne ha stanziato 9500 euro per il Centro di aiuto alla vita del capoluogo, il Comune di Merano ne ha erogati altri 6000, mentre la Provincia naviga attorno ai 116.000 euro di agevolazioni economiche concesse durante il 2020.

 

 

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Tobias Platter Do., 04.02.2021 - 13:18

Ich sehe an der Plakat Aktion überhaupt nichts schlimmes, Nettes Plakat und wichtiges aber sensibles Thema. Aber die Aussage "gegen die Selbstbestimmung der Frau, mit öffentlichen Mitteln" ist für mich Verdrehung der Tatsachen.

Do., 04.02.2021 - 13:18 Permalink
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R K Do., 04.02.2021 - 22:44

Signora Brunelli,
mi fa piacere che ha scritto questo articolo per informare il pubblico su una cosa del genere.
Qualche settimana fa ho scoperto il giornale del "Movimento per la vita" e sono stato scioccato che la provincia eroga migliaia di euro ogni anno a quest'associazione per il suo Centro di aiuto a Merano.
Il punto debole è secondo me che un'associazione del genere possa offrire un Centro di aiuto.
Secondo me è evidente che un'associazione del genere non riesca ad affrontare questa tematica con la distanza necessaria. Un centro di consultazione per donne e famiglie in circostanze difficili e sensibili deve essere un attore imparziale.

Do., 04.02.2021 - 22:44 Permalink
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Maximi Richard Sa., 06.02.2021 - 16:37

Motivi per cui le donne ricorrono all’interruzione di gravidanza:

60%: non sono affari tuoi.
22%: non sono affari tuoi.
10%: non sono affari tuoi.
8%: non sono affari tuoi.

Sa., 06.02.2021 - 16:37 Permalink