Wirtschaft | Fondo pensione

“Mettere in rete il welfare integrativo”

Laborfonds, Michele Buonerba sulla nuova carica di Presidente – e Direttore generale ad interim: “Nel 2022 vedremo l'impatto fiscale della pandemia sui bilanci pubblici”.
Michele Buonerba
Foto: laborfonds

Ieri, lunedì 10 maggio, si è svolta in modalità a distanza la seduta d'insediamento del neo-eletto Consiglio di Amministrazione di Laborfonds. In questa occasione, sono stati eletti anche i nuovi vertici del Fondo Pensione regionale: alla presidenza il bolzanino Michele Buonerba, Segretario Generale SGB/CISL dal 2009, e alla vicepresidenza il trentino Enzo Bassetti, albergatore ed ex-amministratore pubblico, vicepresidente di Unat (Confcommercio). Come spiega Laborfonds in un comunicato, Buonerba “grazie alla sua lunga esperienza nel sindacato porta nel Fondo una profonda conoscenza dei bisogni effettivi delle lavoratrici e dei lavoratori e delle dinamiche locali”.

Salto.bz: Buonerba, come ha accolto questo nuovo incarico?

Michele Buonerba: La mia nomina era prevedibile, per ragioni di rotazione, ma sono diventato anche direttore generale ad interim, perché la direttrice uscente (Ivonne Forno, ndr) si è dimessa inaspettatamente. Il presidente uscente ha quindi preso atto di chi aveva o meno i requisiti – anche se i requisiti sono i medesimi del cda – e io ne avevo qualcuno di più, oltre a essere il neo-presidente. Perciò ho assunto entrambe le cariche e per qualche mese avrò questo doppio incarico, finché non troviamo un nuovo direttore. E al 90% mi occuperò solo di questo.

 

Quali sono ora le difficoltà da affrontare? O meglio, qual è la situazione di Laborfonds?

È un fondo in salute: cresce in iscritti, cresce in capitale, è uno dei pochissimi fondi italiani che investe concretamente in economia reale. Si consideri che nei fondi pensione – su un dato aggregato a livello nazionale, secondo la relazione 2020 della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP) – il 96% delle risorse del risparmio dei lavoratori italiani finisce sui mercati internazionali. I lavoratori italiani utilizzano il risparmio che hanno per finanziare attività in altri paesi. Sicuramente, nel mio mandato, cercherò di potenziare l'investimento sovraregionale dei lavoratori di Laborfonds, perché noi siamo un fondo territoriale. E in realtà già lo facciamo.

Nel frattempo c'è stata una pandemia.

Sarà sempre più strategica Euregio Plus SGR, società in-house della Regione di gestione del risparmio, soprattutto se per qualche anno le due Province autonome avranno meno risorse. Infatti – al di là della questione del recovery fund coi suoi investimenti mirati sulla base di parametri europei – c'è un elemento fondamentale: nel 2022-23 si vedrà l'impatto fiscale della pandemia sui bilanci pubblici. Se ho fatto un pieno in due mesi, quante tasse sul carburante in meno avrò pagato? Sono crollati i consumi in molti settori, e anche se per esempio cresce l'e-commerce, l'Alto Adige non ne ha un beneficio fiscale: Amazon non paga le imposte qui.

E cosa può fare un fondo pensione in tal senso?

Un fondo pensione territoriale deve utilizzare una parte di questo risparmio (minoritaria, sia chiaro: il compito fondamentale è quello di fare rendimento per gli iscritti) per sostenere concretamente l'economia locale e quindi far crescere il gettito fiscale verso il territorio. Una sorta di economia circolare che permetta di tornare a una situazione pre-pandemica.

Basilare è anche ragionare sul mettere in rete i sistemi di welfare integrativo. In questa regione ci sono i margini per iniziare a ridurre le disuguaglianze.

A proposito di economia circolare e locale, voi avete anche una linea di investimento “prudente-etica”, ma qualcuno ha osservato come non sia facile mantenere una politica d'investimento attenta agli aspetti ambientali, ad esempio sul fronte degli investimenti nei combustibili fossili.

Già prima investivamo prevalentemente dove possibile, compresi investimenti vincolati a ESG (Environmental, Social and Governance, ndr). Per gli investimenti ci rivolgiamo a dei gestori, società internazionali alle quali diamo dei mandati in cambio di commissioni. Ovviamente se tali società fanno un investimento, ci dobbiamo fidare dei loro report. Sui mercati finanziari non possiamo controllare molto, non abbiamo alcuna possibilità di verificare le loro dichiarazioni.

Altri cantieri aperti?

L'obiettivo è quello di provare a mettere in rete il welfare integrativo, di mettere insieme le altre forme di welfare, tentando di aprire una discussione sulla scia della legge regionale 2018. Essa già prevedeva la possibilità di mettere insieme a livello territoriale, per esempio, sanità integrativa e previdenza complementare: un obiettivo che ho in mente, soprattutto pensando alla tutela per la non-autosufficienza. Se possibile andrei anche oltre la sanità e la previdenza. In questa regione ci sono gli spazi per cominciare a ridurre le disuguaglianze.