Umwelt | LA POLEMICA SUL LUPO

“Eurac? Invita sempre gli stessi”

L’eurodeputato Herbert Dorfmann dà pieno sostegno al Bauernbund nella battaglia contro il lupo. “Un fenomeno da gestire con i prelievi”.
Herbert Dorfmann
Foto: Ute Schweigkofler

salto.bz: Eurodeputato Herbert Dorfmann, la scorsa settimana i dirigenti Ue che hanno partecipato al convegno dell’Eurac sul lupo hanno detto che al momento non ci sono margini per pensare a “zone libere da lupi”. In particolare nell’arco alpino la diffusione del lupo non viene giudicata ancora così problematica da prevedere altre misure. Cosa ne pensa?

Herbert Dorfmann: Si spendono un sacco di soldi per queste conferenze nell’ambito del progetto Life Wolfalps e vi parlano sempre gli stessi relatori. La ritengo una cosa del tutto insoddisfacente. Come fanno a dire che la situazione va bene se non parlano con nessuno della zona e se giudicano in base a quello che sempre gli stessi esperti dicono? Qui purtroppo si è creata una situazione dove pochi ‘cosiddetti esperti’ si riuniscono tra di loro per dirsi sempre le stesse cose. E questo avviene da anni. Non penso che l’obiettivo fondamentale sia una zona libera da lupi, in quanto il lupo è ormai presente su tutto l’arco alpino. La questione fondamentale è che i grandi carnivori hanno bisogno di una gestione. Gli agricoltori hanno un diritto a gestire la situazione. Non è possibile che da una parte ci sia l’interesse degli agricoltori che vale zero e dall’altra parte c’è una ‘cosiddetta biodiversità’ che vale 100. E poi c’è la questione: qual’ è l’obiettivo della direttiva europea Habitat? Non è salvaguardare il singolo animale, ma la specie, evitare che vi sia un pericolo di estinzione. L’obiettivo della direttiva non è portare il lupo dappertutto. Questa è una grande differenza. Oggi la specie non è più in pericolo di estinzione, né in Italia, né in Europa, né nel mondo. Di questo i cosiddetti esperti devono tenere conto. Ma loro adesso puntano sulla seconda questione, per cui, per la biodiversità di un territorio, il lupo deve essere dappertutto. Vorrei portare un esempio analogo: la Provincia di Bolzano anni fa ha deciso, senza che nessuno sollevasse un problema, che noi i cinghiali non li vogliamo perché non fanno parte della nostra fauna selvatica. Oggi siamo contentissimi di aver preso questa decisione, visti i danni che fanno in Trentino e nel Bellunese. Non è che ogni specie deve essere dappertutto. Lo stesso vale per lo sciacallo, per il quale ho ancora meno comprensione, visto che non ha mai fatto parte della nostra fauna selvatica. Si vede che su tutta questa questione si fa semplicemente un ragionamento ideologico.

Il Bauernbund, organizzazione che lei ha diretto per molti anni, ha scelto semplicemente il muro contro muro. L’unico messaggio che lanciano è: qui il lupo non lo vogliamo e non vogliamo neppure fare nulla per difenderci, è il lupo che se ne deve andare. Ha senso?

Il Bauernbund non credo voglia il muro contro muro. E’ il sindacato degli agricoltori e quindi ha il diritto e il dovere di salvaguardare gli interessi dei propri soci. Non è che dicono semplicemente che il lupo se ne deve andare. Chiedono, del tutto giustamente, che si inizi una vera gestione di questo animale, cominciando ad ammettere che quello che Life Wolfalps propone purtroppo non funziona. Perché deve essere uno scandalo vedere se si possono prelevare alcuni esemplari? Facciamo la stessa cosa con i caprioli, i cervi … anche in quel caso c’è qualcuno che è contro la caccia, ma ci si ricorda di tutti i problemi dati dalla massa di cervi presenti nel Parco dello Stelvio?  Non vedo niente di scandaloso nel dire che è necessario fare una gestione attiva che preveda di uccidere alcuni esemplari di lupo.

 

Il lupo è tornato a farsi vivo da circa 4 anni e gli attacchi al bestiame ci sono ma non si possono definire così frequenti. Quello che fa dubitare sul fatto che i contadini tengano veramente alle sorti del loro bestiame è che la quasi totalità di loro rifiuta di dotarsi di misure di protezione che verrebbero peraltro finanziate al 100% con soldi pubblici. Sembra che l’obiettivo sia più quello di far degenerare il problema per poterlo poi risolvere drasticamente. Cosa ne pensa?

Sono del tutto in disaccordo. Gli agricoltori sono sul territorio e quindi sanno molto di più della questione di qualche esperto. Oggi c’è un problema e se non si fa niente il lupo degenererà, visto che la popolazione cresce tra il 20 e il 25% all’anno. Non è solo l’oggi, ma la situazione di domani che preoccupa molto. Penso che molti agricoltori vogliano bene agli animali, e vederli ammazzati dal lupo è una cosa che ferisce. Non è solo una perdita economica è anche una questione emozionale. I nostri agricoltori non sono come gli imprenditori del Nord Europa che hanno 10.000 animali. Chi alleva pecore o capre non lo fa per guadagnare soldi ma perché gli piace allevarle. Data questa situazione chi ha 10 pecore non può portarle a pascolare e stare lì tutto il tempo per vedere se il lupo le mangia o no. Per questi allevatori o è possibile tenere gli animali liberi nell’alpeggio come si è sempre fatto o altrimenti non possono tenere gli animali. E poi bisogna dire che da noi sui terreni più fertili, in malga, ci sono le manze e le vacche, mentre solo nella montagna più alta vanno le pecore. E io vorrei vedere, a 2500 metri, come si fa a mettere il recinto elettrico, tenere il cane, e andare tutti i giorni a vedere cosa succede. Anche i cani non possono stare da soli tutto il giorno con il gregge. Quindi tutto è un po’ più complicato di come qualcuno pensa. Detto questo bisogna lavorare a livello provinciale, ci sono degli alpeggi dove si inizia a fare dei progetti concreti per vedere come vanno le cose.

Se lei fosse ancora alla guida del Bauerbund consiglierebbe ai suoi associati di dotarsi di misure di protezione come i recinti elettrici o i cani da guardiania o consiglierebbe di lasciare gli animali alla mercé dei predatori? Secondo uno studio recente, in Emilia i casi di predazione sono diminuiti del 93% in 4 anni grazie ai recinti elettrici.

Ora non sono più direttore, non posso rispondere su cosa farei se fossi lì. 

E’ ormai sicuro che la questione lupo non possa essere affrontata in solitaria dalla Provincia di Bolzano. Che azioni concrete si possono fare?

Serve una stretta cooperazione tra tutte le regioni dell’arco alpino. Abbiamo una popolazione di lupo stabile che quindi soddisfa i requisiti della Habitat. La direttiva prevede che prima di arrivare a una gestione di una specie serve che ci sia una popolazione stabile. Solo con una collaborazione tra Stati si può arrivare ad una soluzione che funzioni.

Non avrebbe senso deporre le armi e fare delle campagne di informazione per convincere gli agricoltori a proteggere il bestiame come stanno cominciando a fare altrove nell’arco alpino?

Non so dove abbiano deposto le armi. Sono stato in Francia e Svizzera e la situazione è più o meno la stessa. La Francia fa una gestione attiva e cerca di collaborare con gli agricoltori. In Svizzera non c’è più un’agricoltura come la nostra, ma si vive di sussidi. In Austria e Germania i lupi sono ancora pochissimi. In Slovenia si fa una gestione attiva di lupo e orso, anzi, con l’orso si fa una caccia vera e propria. In molti luoghi si è capito che bisogna fare una gestione attiva.

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Manfred Gasser Do., 03.06.2021 - 11:52

Invitano sempre gli stessi? Wirklich? Das ist aber schon schlimm.
Das macht der SBB ganz anders, da wurden doch schon Schiebel und Co zu einer Debatte über Pestizide eingeladen, um bei der Debatte über den Wolf spricht da doch auch Brigitte Foppa, oder?

Do., 03.06.2021 - 11:52 Permalink
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Hartmuth Staffler Do., 03.06.2021 - 15:28

Biodiversität ist ja gut und recht, aber für diese sogenannten Experten haben anscheinend die Schafe kein Recht zu überleben. Und während man überall auf der Welt sich bemüht, die Bienen zu erhalten, lässt man bei uns die Bären nach Herzenslust Bienenstöcke plündern. Und den Rest der Bienen erledigen dann die Obstbauern mit ihren unsinnigen Hagelnetzen. Und dann redet die gleichen Leute großspurig von Biodiversität, die zu ihrer Vernichtung beitragen.

Do., 03.06.2021 - 15:28 Permalink
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Sigmund Kripp Do., 03.06.2021 - 18:18

Antwort auf von Hartmuth Staffler

Antwort des Bundesrates in der Schweiz 2013 auf eine Anfrage der Grünen: "In der Tat sterben jeden Sommer auf der Alp um ein Vielfaches mehr Schafe an natürlichen Todesursachen wie Krankheiten, Unfällen oder Blitzschlägen als durch den Riss von Grossraubtieren." Das wird sehr oft ausgeblendet. Behirtung würde weit mehr Tiere retten, als durch Großraubtiere je zu Schaden kommen.

Do., 03.06.2021 - 18:18 Permalink