Wirtschaft | LA SENTENZA

Usurpazione fascista, abbazia risarcita

I documenti dell'esproprio non si trovano: dopo più di 80 anni il Comune di Bolzano deve dare all'Abbazia di Novacella 200.000 euro per un terreno di 458 mq in via Roma.
Via Roma, l'area di proprietà dell'Abbazia di Novacella da Google Street View
Foto: (Foto: salto.bz)

Agli inizi del secolo XX moltissimi dei terreni intorno al nucleo di edifici che costituiva il centro storico di Bolzano erano di proprietà della Curia vescovile, di enti ecclesiastici, ordini religiosi e abbazie varie. Durante l’espansione coloniale in epoca fascista il podestà procedeva di esproprio in esproprio a "urbanizzare" il capoluogo. Ma qualcosa, con un fazzoletto di terreno di appena 458 metri quadri all’altezza della fermata del bus di via Roma, andò storto. La documentazione non si trova, forse l’esproprio non è stato neppure fatto correttamente, ma il risultato è che oggi il Comune di Bolzano deve sborsare all’Abbazia di Novacella 200.000 euro per un errore di intavolazione fatto in epoca fascista. A rendere nota la vicenda il consigliere comunale, Claudio Della Ratta. Con la Sentenza della Corte d’Appello n. 62/ 2021 è stato dunque rideterminato l’importo risarcitorio dovuto all’Abbazia di Novacella per la perdita della proprietà della particella fondiaria 2203/12, che è oggi sedime stradale di via Roma all’altezza della ex fiera di Bolzano. La strada fu costruita nel 1939.

Si tratta di un vecchio contenzioso – fa sapere il consigliere - risalente al 1994 che si inserisce in una serie di processi, avviati per la regolarizzazione tavolare di diverse particelle fondiarie che sin dai tempi della realizzazione delle opere stradali già previste dal “Piano di ampliamento della Città di Bolzano” (del 1936) hanno costituito sedime stradale, ma che risultavano tuttora intavolate agli originari proprietari. In diverse sentenze i tribunali hanno stabilito che l’Abbazia di Novacella ha diritto di essere risarcita per la perdita della proprietà “in conseguenza di condotta usurpativa”.

L’amministrazione comunale, a causa del lungo tempo trascorso e della carenza di prove documentali presenti nell’archivio storico statale, non è riuscita a dimostrare che negli anni 1938-39, anche per questa particella, così come avvenuto per tutte le altre, fosse stata condotta e conclusa una regolare procedura espropriativa. La domanda di usucapione proposta è stata invece respinta.

L’Abbazia aveva chiesto un maxi risarcimento di 458.000 euro (valore di un terreno edificabile) in aggiunta alla richiesta di risarcimento per il mancato godimento/utilizzo dal 1939 al 2016. La Corte d’Appello ha rideterminato il risarcimento dovuto per la perdita della proprietà del terreno, considerando la sua destinazione urbanistica al momento dell’acquisto e la mancanza di potenzialità edificatoria quale area di pertinenza, fissandolo a 110.400 euro, cui si aggiungono la rivalutazione e gli interessi pari a 84.495 euro, quindi in un totale complessivo di 194.895 euro. In considerazione dell’accoglimento solo parziale delle richieste, il Comune è stato inoltre condannato a rimborsare all’Abbazia la metà delle spese legali quantificate in Euro 22.166,70.

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Hartmuth Staffler Mo., 21.06.2021 - 15:28

Die Faschisten haben nicht nur religiöse Orden und Südtiroler Privatleute, sondern auch alle jüdischen Immobilienbesitzer in Südtrirol enteignet. Das interessiert heute nicht einmal die sogenannten Antifaschisten.

Mo., 21.06.2021 - 15:28 Permalink