Politik | GASTKOMMENTAR

Meglio Alto Adige-Südtirol

L'attuale doppio toponimo rispecchia tutte le piccole storie degli abitanti di questa terra.
Euregio-Zug
Foto: LPA/STA

Caro Florian Kronbichler,

ti scrivo per cercare di spiegarti perché a me la denominazione Alto Adige- Südtirol non disturba affatto. Anzi . Mi sembra invece contenga tutte le piccole storie degli abitanti di questa terra meravigliosa e complessa e le metta sullo stesso piano, nel rispetto ed accettazione reciproci. Non sono una nativa sudtirolese: in questa provincia ci sono arrivata nel 1956, all’età di cinque anni, allorché mio padre scelse Merano tra le sedi che il comando della Guardia di Finanza gli proponeva per il suo trasferimento da altra provincia. Non fu una scelta casuale la sua: proprio nella città del Passirio infatti nell’ottobre del 1945 era stato ricoverato in uno degli ospedali militari assieme ad altri reduci dai campi di concentramento. 

Sono una cittadina italiana di questa terra che ha imparato fin dalle elementari il toponimo Alto Adige, come denominazione “neutra” della propria provincia. Ho una storia familiare composita. Per parte di padre sono pugliese. Nonno Teodoro nelle prima guerra mondiale venne mandato a combattere sul Piave. Mio padre, l’otto settembre 1943,  venne fatto prigioniero in Val di Vizze e deportato nei campi di concentramento dove con gli altri IMI contribuì alla caduta del fascismo. Per parte di madre sono nonesa: nonno Vittorio nella prima guerra mondiale combatteva con i Kaiserjaeger. Nonna Anna, da ragazza, andò a Vienna per imparare il tedesco ed il cognome dei miei trisavoli si scriveva con la K. Il primo marito di mia madre era badiota, optante per dovere d’ubbidienza filiale. Ho sempre avuto interesse e curiosità per l’altro da me perché cercavo nell’altro le somiglianze e le diversità che riscontravo nelle componenti della mia famiglia, tra il sud ed il nord dell’Italia. Per i miei parenti pugliesi ero la nipote/la cugina dell’alta Italia, per i nonesi quella che abitava  dai “todesci”: due percezioni diverse dovute agli occhi con cui si guardava quel pezzo di territorio ai confini con l’Austria.

Allo stesso modo la dizione Alto Adige-Suedtirol dà conto di due percezioni diverse, quella di chi italiano, vede questa terra come parte dell’Italia, a partire dalla sua geografia (la parte alta dell’Adige che nasce a Malles per sfociare a Chioggia nel mare Adriatico) e quella di chi autoctono, di madrelingua tedesca e ladina, mistilingue la vede come il sud del Tirol /Tirolo. Nella bilinguità del toponimo odierno c’è tutta la diversità delle “piccole storie” delle genti che qui vivono e convivono in pace.  Sostituire oggi il toponimo ufficiale di Alto Adige/Südtirol con Sudtirolo senza che la richiesta provenga dalla comunità di lingua italiana è un cattivo servizio fatto alla convivenza. Quando la convivenza sarà compiuta, quando cioè non ci saranno più le scuole divise, la proporzionale linguistica sarà stata abolita ecc ecc … allora il cambio del toponimo sarà naturale e forse non servirà neppure una dizione doppia.

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Christian I Do., 16.09.2021 - 13:43

...quando non ci saranno più le scuole divise... cioè mai mi verrebbe da pensare. La Scuola superiore di Sanità Claudiana è bilingue. Ho da poco sentito che la Provincia ha un accordo con Innsbruck per qualche decina di posti di studio per infermiere/i a Innsbruck, monolingue.

Do., 16.09.2021 - 13:43 Permalink
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Massimo Mollica Do., 16.09.2021 - 14:02

Sottoscrivo ogni parola. Il problema di fondo (che considero grave) è che manca la sensibilità di capire l'altro. Che è un po' il peccato originale, che, per esempio, non ci fa capire le esigenze che portano persone a migrare dal proprio posto di nascita e che sognano una vita migliore. Il male del mondo è l'insensiblità dell'essere umano (e io ne sono affetto, facendone parte). Detto questo, chiamatemi come volete, non sarà ciò a cambiarmi, non sarà questo a risolvere i problemi veri.

Do., 16.09.2021 - 14:02 Permalink
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Christian I Do., 16.09.2021 - 15:01

Antwort auf von Massimo Mollica

Concordo: possiamo cambiare i nomi, le definizioni, la facciata... ma la sostanza rimane sempre quella, bella o brutta che sia! La politica non ha il coraggio di grandi azioni importanti, che in questo caso a mio avviso sarebbe una scuola trilingue sul modello ladino, a partire (almeno) dalla prima elementare.

Do., 16.09.2021 - 15:01 Permalink
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Martin Aufderklamm Do., 16.09.2021 - 15:13

Che pizza!
Se ognuno continua a coltivare il proprio orticello non verremo mai a capo della questione.

Do., 16.09.2021 - 15:13 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Do., 16.09.2021 - 15:52

"allora il cambio del toponimo sarà naturale e forse non servirà neppure una dizione doppia.", sperando che a quel punto non rimanga solo "Alto Adige".

Do., 16.09.2021 - 15:52 Permalink
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Hartmuth Staffler Do., 16.09.2021 - 15:57

""Quando la convivenza sarà compiuta, quando cioè non ci saranno più le scuole divise, la proporzionale linguistica sarà stata abolita ecc ecc … allora il cambio del toponimo sarà naturale e forse non servirà neppure una dizione doppia."" Wenn das eintritt, dann ist der faschistische Wunsch nach Italienisierung Südtirols vollendet, und dann hat sich auch die Frage nach den Ortsnamen erübrigt. Die faschistischen werden gewonnen haben.

Do., 16.09.2021 - 15:57 Permalink