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"I lupi che sgarrano vanno eliminati"

Botta e risposta tra Luigi Spagnolli, direttore dell'ufficio caccia, e l'Associazione “Io non ho paura del lupo”. Ecco le ragioni dello scarso monitoraggio.
Lupo
Foto: pixabay.com

Vorrei replicare alla lettera dell'Associazione "Io non ho paura del lupo". Nelle discussioni sul lupo si finisce quasi sempre per ridurre tutto alla contrapposizione tra chi ha come unico scopo fondamentale che non si spari mai, per nessun motivo, a un animale e chi invece manifesta l'intenzione, prevista dalla direttiva Habitat e dalle norme che ne discendono, di attuare una gestione della natura: che significa favorire le specie in difficoltà e penalizzare quelle in sovrannumero. Se opportuno, sparando, dato che in tal modo l’animale muore senza soffrire – rammento che l’uomo uccide infinitamente più animali attraverso le proprie attività, generando talvolta sofferenze atroci, che non con la caccia e con il controllo: ma quelle morti non si vedono e non si sentono, e non creano problemi alle anime candide -. Anche questo caso non sfugge alla tradizione: è molto comodo metterla sul piano vita sì/vita no, perché è evidente che le emozioni collettive si convogliano più facilmente nella prima direzione.

Nel merito: sulla data dell'accoppiamento primigenio tra i due lupi alfa dei Lessini ho informazioni diverse da quelle espresse dall'Associazione, ma ritengo non sia rilevante: anno più anno meno poco cambia. Per quanto riguarda invece il monitoraggio vorrei ricordare che la Provincia Autonoma di Bolzano, che non partecipa al Progetto LIFE WOLFSALP EU in quanto il governo provinciale non ha ritenuto di aderirvi, ha però effettuato in via istituzionale con il proprio Corpo Forestale, a esclusive spese proprie, il monitoraggio, articolato in una serie di transetti ripetutamente verificati, attivato dall'allora Ministro Costa nel 2020 ed effettuato in tutte le Regioni nell'inverno ultimo scorso con personale in gran parte volontario - e con risultati non sempre soddisfacenti -. Noi il monitoraggio lo facciamo con tutto l'impegno possibile, dei lupi come di tante altre specie, seguendo i protocolli previsti da ISPRA: i passaggi difficoltosi del nostro report indicati nell'articolo intendono sottolineare il fatto che tale attività di monitoraggio non è vista favorevolmente dalla popolazione umana ed in particolare dai proprietari dei fondi - boschi, pascoli, aree improduttive, ecc. -, i quali creano difficoltà in ogni modo possibile a qualsiasi iniziativa in tal senso, impedendo la posa di fototrappole e rendendo impossibile l'effettuazione di pratiche tipo il wolfhowling. In Alto Adige gran parte dell'ambiente naturale è proprietà privata, con conseguenze positive - vedasi lo stato di conservazione mediamente migliore che altrove - ma anche negative, come in questo caso. Ciò non toglie che le conoscenze che abbiamo, abbinate a quelle dei territori circostanti, dimostrino chiaramente che la popolazione di lupo nelle Alpi Orientali è in rapidissima ascesa e costituisce il punto d'incontro delle provenienze italica, dinarica e mitteleuropea: per cui la rapidissima ascesa proseguirà, in un territorio in cui la densità antropica stabile nelle aree extraurbane è di gran lunga maggiore che nella gran parte della catena alpina.

Avendo come Istituzione la responsabilità della conservazione della natura - cosa che l'Associazione "Io non ho paura del lupo" non ha, per cui non risponde delle conseguenze delle sue azioni, mentre la Provincia di Bolzano sì, non solo in senso giudiziario ma anche riguardo a come saranno la natura, gli ecosistemi, la flora e la fauna nel suo territorio tra 10, 100 e 1000 anni -, ribadisco il principio espresso nell'intervento citato: obiettivo è conservare la specie lupo, non conservare ogni singolo individuo. L'uomo che vive nell'ambiente naturale svolgendovi un'attività legittima ha il diritto, dopo aver assunto le misure di prevenzione necessarie, di svolgere serenamente la sua legittima attività. Se qualche lupo, così come qualsiasi altro animale, nonostante le misure di prevenzione continua a fare danni, è corretto eliminarlo: lo dice la direttiva Habitat e lo dice il buon senso.

Il bracconaggio va prevenuto eliminando i lupi che esagerano, non perseguito intensificando controlli di polizia costosi e destinati ad aver poco successo, come abbondantemente dimostrato nell'Italia peninsulare. La convivenza - noi in Alto Adige abbiamo una consistente esperienza di convivenza umana tra etnie diverse -, non si raggiunge mai, ma si costruisce giorno per giorno sulla base di regole rispettate da tutti. Anche dal lupo, che essendo un animale selvatico, se sgarra va eliminato, in quanto tenerlo in vita in un recinto significa trasformarlo in domestico, ovvero in animale non più da tutelare; e significa inoltre farlo soffrire inutilmente, perché un selvatico ingabbiato soffre.