Politik | Reazioni

Acqua sul fuoco

Kompatscher interviene sulla polemica etnica innescata dalla destra tedesca: “Knoll non ha capito nulla della nostra Autonomia”. Bizzo: “Parole come macigni”.
Kompatscher
Foto: LPA

Il governatore dell’Alto Adige invita alla calma. Dopo le biasimabili dichiarazioni di Sven Knoll (& co.) che ha chiesto agli italiani “di integrarsi come dovrebbero fare gli immigrati”, Arno Kompatscher ha rotto il silenzio dissociandosi dalle affermazioni della destra tedesca e prendendo atto del cosiddetto disagio degli italiani. Pietra dello scandalo, come ormai noto, la cerimonia di accoglienza organizzata da un manipolo di Schützen per Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, in visita lo scorso venerdì (18 novembre) a Bolzano. “Knoll non ha capito nulla della nostra Autonomia”, ha detto il presidente della Provincia, “non c’è stato alcun disguido con il protocollo, ma solo un equivoco perché a causa di un cambio di orario Juncker è arrivato in ritardo e l’ho accolto solo io senza le altre autorità che partecipavano al convegno”. E ancora: “Se qualcuno si è sentito offeso significa che esiste un certo disagio che non possiamo ignorare. Sembra che siamo tornati indietro nel tempo, ma dobbiamo ricordarci quanto di positivo è stato raggiunto grazie alla pacifica convivenza”.

Sulla questione, dopo la dura replica del vicepresidente della Provincia Christian Tommasini, è intervenuto anche Roberto Bizzo: “come Presidente del Consiglio della Provincia e quindi presidente di tutti coloro che vivono in Alto Adige - Suedtirol, mi sento di prendere le distanze delle gravissime affermazioni fatte da due colleghi consiglieri. In questi tempi, in cui ci è chiesta anche la revisione dello Statuto di Autonomia, è sempre più urgente trovare equilibri, positività, potenzialità e futuro perché questa nostra terra possa essere davvero una terra di convivenza e un laboratorio di vita buona. Ciò premesso - prosegue Bizzo sottolineando di non considerarsi un altoatesino di serie B - non mi sento per nulla rappresentato da quanto affermato sulla popolazione di lingua italiana che vive in Alto Adige - Suedtirol; anzi, ritengo che queste parole siano come macigni che pesano sulla storia che stiamo scrivendo insieme. Invito quindi i colleghi consiglieri che si sono lasciati andare a queste affermazioni con tanta leggerezza, di ritornare sui loro passi perché l'Alto Adige di domani dipende non solo da chi c'è e ci sarà, ma anche e sopratutto dal modo in cui scegliamo di vivere insieme nella stessa terra”.

Bild
Profil für Benutzer pérvasion
pérvasion Mi., 23.11.2016 - 11:13

«Kompatscher interviene sulla polemica etnica innescata dalla destra tedesca» Knoll e Pöder hanno fatto delle affermazioni inaccettabili, da respingere con forza. Ma non hanno certo innescato loro la polemica etnica.

Mi., 23.11.2016 - 11:13 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Sigmund Kripp
Sigmund Kripp Mi., 23.11.2016 - 11:14

Ich würde das Problem des "landesüblichen Empfangs" nicht so weit ins Ethnische abdriften lassen. Auch ich war erstaunt, dass ein Salutschuss "landesübliche" Begrüßung sein soll! Für mich ist er das nicht, denn:

1. Es wird geschossen. Auch wenn es nur Platzpatronen sind, aber es wird das kriegerische Schiessen dargestellt. In (Süd)Tirol legitimiert durch die Freiheitskriege von 1809, wo die starke ballistische Gegenwehr der Tiroler durchaus kleinere Erfolge hatte, letztlich aber sinnlos war.
2. Was bedeutet heute das Nachstellen von Kriegshandlungen beim Empfang des EU-Komissionspräsidenten? Soll ihm suggeriert werden, dass die "Südtiroler" - wer immer die auch sein mögen - weiterhin so wehrhaft sind, dass sie Waffengewalt als Mittel zur Durchsetzung ihrer Ziele anwenden würden?
3. An den Grenzen der EU, in Grenzländern zur EU wird heute geschossen. In Syrien herrscht Krieg. Durch Waffenanwendung werden Menschen nach Europa getrieben. Sie fliehen vor den Schüssen. Und werden hier "landesüblich" empfangen. Na Mahlzeit! Gerade jene Parteien, die das Schiessen so lustig finden, sind aber stets die größten Gegner der Flüchtlinge: Nein, die dürfen nicht hier her kommen, die verwässern und vermischen unsere "Kultur" - was immer diese sein soll!

Ich denke, wir sollten auf diese Art von "Landesüblichkeit" verzichten und weder Salutschüsse noch pathetische Mantualieder singen, auch keine dummen Böller abschiessen, die an stillen Wochendendmorgen die Menschen aus dem Schlaf reissen; manche Menschen auch an schreckliche Erlebnisse erinnern.

Eine bunt gemischte, multiethnische Musikkapelle täte den gleichen Dienst und würde mit Sicherheit fröhlichere Reaktionen hervorrufen, als dieses Geknalle!

Mi., 23.11.2016 - 11:14 Permalink