Politik | Difesa dell'identità

Greenpeace nera

La “gioventù leghista” ha presentato a Bolzano il movimento “Generazione Identitaria”. Per sognare una lotta all'immigrazione da svolgere nei porti e davanti alle coste.
I relatori
Foto: gadilu

Un successone. Filippo Maturi commenta così la serata di ieri presso la cantina dell'ex Assenzio (proprio sotto l'antico municipio), che ha visto radunarsi esponenti nazionali e austriaci del movimento “Generazione Identitaria”, oltre a un variegato pubblico liberamente tratto dall'antropologia della destra cittadina (si vede anche Pasquale Iacobone, quello che non ha paura): “GRAZIE GRAZIE GRAZIE alle decine di persone che sono venute questa sera ad ascoltare Andrea Crippa e Lorenzo Fiato alla nostra conferenza. Un saluto anche alle zecche che si sono accalcate fuori dalla sala urlando come ossessi, creano sempre folklore”. In prima battuta, però, il successone si presenta così: lungo i portici volanti della polizia e carabinieri presidiano il territorio, guardati a loro volta da un gruppo di neo-fascisti in alta uniforme (polo nera ed epidermide istoriata). Nella via parallela (via Streiter) un gruppo di antifascisti (circa una trentina) si è radunato per contestare l'iniziativa. Era dunque necessario impedire che i due gruppi contrapposti venissero in contatto, e così fortunatamente è stato.

 

 

Estrema destra, ma post-ideologica

 

L'elemento più interessante (al limite della contraddizione) è il touch di internazionalismo in un contesto ispirato ai valori di difesa della nazione. Prima di scendere in cantina, scambio qualche parola con Luca Kerbl, esponente degli “Identitari” austriaci, venuto a seguire con interesse quanto sta accadendo nella Heimat tirolese (lui però è di Graz). Il terreno fertile non manca. “Noi siamo per l'etnopluralismo, ma ognuno deve essere padrone a casa propria. I nostri quattro punti programmatici sono questi: favorire il consenso patriottico, fermare l'immigrazione, rendere le frontiere impermeabili e promuovere una politica che aiuti le famiglie e le renda prolifiche”. Vicino a lui c'è l'ospite principale della serata, il giovanissimo (22 anni) leader di “Generazione Identitaria ItaliaLorenzo Fiato. Gli chiedo perché un ragazzo come lui ha sentito il bisogno di unirsi a un movimento di estrema destra di nuovo conio, esistendo già sul mercato altri raggruppamenti che, al netto di poche differenze estetiche, in fondo fanno i loro stessi discorsi. “Prima di entrare in questo movimento non ho mai fatto politica in un partito definito. Non sono interessato al folclore ideologico, ma all'azione, e quello che abbiamo fatto e abbiamo intenzione di continuare a fare lo dimostra”. Anche lui ricapitola le linee guida del movimento, me ne racconta la storia (l'origine francese) e come è stato convinto dalla visione di un video. Poi si prepara ad entrare in scena. Nel frattempo, sotto, la sala si è riempita, ci saranno una sessantina di persone.

 

Il cappello di mezza Lega

 

Dopo una breve introduzione di Maturi, che mette il cappello della Lega senza però ottenere il plauso dei suoi colleghi del Consiglio comunale (che infatti sono lì e non hanno disertato la seduta), prende la parola Andrea Crippa, presentato come figura di spicco dei “Giovani Padani” e assistente di Matteo Salvini a Bruxelles (un ragazzo che quindi soffrirà di profonda solitudine). “Io posso parlare con cognizione di causa – esordisce Crippa – perché vivo in una città sotto assedio. Proprio ieri abbiamo avuto l'ennesimo attentato. A Bruxelles ci sono interi quartieri nei quali un bianco non può entrare e il tentativo perpetrato dai musulmani, cioè quello di diventare la cultura dominante, viaggia ormai a velocità sostenuta”. Qualcuno deve averlo informato bene anche su quanto accade qui, infatti prosegue: “Mi dicono che anche Bolzano sia fuori controllo, per colpa del governo Svp-Pd. Noi dobbiamo assolutamente fermare questa deriva, dobbiamo fermare la mano di chi vuole solo sgozzarci [immancabile a questo punto la citazione di Oriana Fallaci, ndr]”. La tira un po' per le lunghe, Crippa, ma avendo affastellato tutto quello che il pubblico ama sentirsi dire e ripetere senza soluzione di continuità, alla fine incassa il suo meritato applauso.

 

La première ligne de la résistance

 

Finalmente è il turno di Fiato. Tutti qui conoscono la vicenda che l'ha reso protagonista, insieme ai suoi sodali, a Catania. Un atto di simbolica pirateria marina, nel tentativo di bloccare la nave Aquarius intenzionata a prendere il mare per “salvare i clandestini”. Ma prima di passare al racconto, anche Fiano ricapitola la litania nota, le finalità del suo movimento (che ovviamente “non è da intendere in senso tradizionalmente politico”, giacché ormai la vera politica deve fondarsi sull'attivismo) e punta soprattutto su due fattori: il coinvolgimento dei giovani e la ricerca di finanziamenti. “Se vogliamo fermare questa marea che rischia di sommergerci dobbiamo fare fronte comune, essere operativi sulle coste tra le quali avviene il passaggio dei clandestini e fermarli direttamente con le nostre barche. Per questo vogliamo allestire una flotta, abbiamo già contattato numerosi marittimi che ci aiuterebbero, e ovviamente anche avvocati, disposti a sostenerci nelle eventuali spese processuali che dovremo affrontare”. L'epos di questa pirateria anti-umanitaria, la suggestione di trovarsi di fronte a una sorta di Greenpeace nera, riscuote grande ammirazione tra il pubblico. Viene proiettato un video pubblicitario dell'organizzazione intitolato “Defend Europe”: in inglese, francese, tedesco e italiano si ripetono gli slogan che, come un mantra, sono stati ribaditi anche qui: “Nous appelons la jeunesse à relever la tête: face à la racaille, face à ceux qui veulent fliquer notre vie et nos pensées, face à l’uniformisation des peuples et des cultures, face au raz de marée de l’immigration massive, face à une Ecole qui nous cache l’histoire de notre peuple pour nous empêcher de l’aimer, face à un prétendu vivre-ensemble qui vire au cauchemar… Génération Identitaire est la première ligne de la résistance”. Resistere contro l'immigrazione massiva, resistere contro il multiculturalismo che vorrebbe sommergere l'identità europea, resistere ovviamente contro l'Europa dei burocrati, delle ONG che trafficano con gli esportatori di migranti, delle banche e delle regole che vorrebbero livellare la nostra forma di vita. “O reagiremo – chiude Fiato – o soccomberemo”.

 

Mettiamo mano al portafoglio

 

Per non soccombere, il concetto ormai è chiaro, bisogna mettere mano al portafoglio. “Il conto per attrarre denaro dai simpatizzanti è stato riattivato di recente – informa Fiano –, dopo che in seguito a delle denunce ci era stato bloccato”. La maggioranza delle domande del pubblico si concentra quindi su dettagli pragmatici: come facciamo a darvi dei soldi? La ex consigliera Maria Teresa Tomada si dimostra particolarmente impaziente. Vorrebbe elargire subito denaro sonante, donare un obolo alla causa. Fiano gongola, sembra un giovane omino di burro mentre il corteo dei suoi ciuchini lo porta spedito in carrozza verso il Paese dei Balocchi. Non c'è bisogno di chiarire quale delizioso paesaggio avremmo, se la prospettiva si avverasse: rafforzamento delle politiche di sicurezza, discriminazione etnica e religiosa eletta a chiave di volta delle politiche sociali, difesa ad oltranza di un concetto posticcio di identità basato su tutte le istanze più reazionarie e proto-fasciste. Una ricetta fatta apposta per entusiasmare il popolo che predilige le soluzioni semplici ai problemi complessi.

La serata è finita, arrivano quindi altri amici (l'immancabile Marco Galateo e il collega di Maturi in Commissione cultura, Andrea Bonazza). Fuori, intanto, c'è ancora parecchia polizia. Ma evidentemente troppo poca, per gli standard auspicati dai sognatori identitari, tra i quali non si sa se a prevalere siano i Pinocchi o i Lucignoli.