Gesellschaft | Immigrazione

“Spetta allo Stato”

Bolzano: 200 i migranti che, secondo le previsioni, non otterranno la protezione internazionale. Cosa ne sarà di loro? Prossima settimana vertice a Palazzo Ducale.
Migranti Brennero
Foto: Antenne migranti

Caramaschi è risoluto: “Lo Stato deve intervenire e non scaricare tutto il peso sulla città e sui comuni”. Frase ormai ripetuta fino allo sfinimento da quando è aumentata la presenza dei migranti sul territorio altoatesino. Certo il sistema di accoglienza, come dimostrato a più riprese in passato, non è stato spesso all'altezza del compito. 

“Non è possibile che il Comune di Bolzano debba sentirsi responsabile della trasformazione in senza fissa dimora di richiedenti asilo per i quali lo Stato ha in un primo momento ammesso la domanda e poi l’ha respinta. All'inerzia altrui non deve certo rispondere l'organo più inferiore”, tuona il sindaco.
 
Il tema è la gestione dei migranti irregolari che sarà al centro di un incontro al Commissariato del Governo la prossima settimana con il prefetto Vito Cusumano, l’assessora competente Martha Stocker, “ma spero che possa partecipare anche il presidente Arno Kompatscher”, auspica Caramaschi che aggiunge: “Il Prefetto mi ha garantito che Roma è informata sui fatti”. Al momento sono 400 i richiedenti asilo a Bolzano. Secondo le previsioni il 50% delle richieste di asilo non verrà accettato, in numeri ciò significa 200 persone oltre a 150 e più nel resto della Provincia destinate a entrare ufficialmente nella schiera degli “invisibili”, senza documenti, non più ospitabili nei centri di accoglienza e che per legge dovrebbero essere espulse dall’Italia.
 
Intanto già alcuni richiedenti asilo a cui è stata respinta la domanda si trovano nella struttura per l’emergenza freddo ai Piani. Un edificio, ricorda Caramaschi, costato 2,6 milioni di euro e 86mila euro al mese per garantire l’assistenza agli “inquilini”. “Lo Stato deve prepararsi ad assicurare un tipo di assistenza e una soluzione a quanti non saranno riconosciuti come profughi, perché non potranno permanere sul territorio nazionale, ovvero non avranno titolo a rimanere in Italia”, precisa il primo cittadino. C’è insomma bisogno di pianificare una strategia, “tempo per organizzarsi ancora ce n’è, ma non così tanto”.
 

Riformare il sistema

Sulla questione interviene anche la Sinistra-Die Linke che invita alla calma: “Rispetto alle posizioni allarmistiche del sindaco Caramaschi e del Presidente Kompatscher riteniamo che l’atteggiamento riguardante il problema dei richiedenti asilo la cui domanda sarà respinta, debba essere più ragionato e costruttivo”. 

Troppo lenti i tempi per il riconoscimento dello status di rifugiato, evidenzia la Sinistra: “I richiedenti asilo, per avere una risposta, devono attendere anni, nel corso dei quali si sono radicati nella nostra società e nel contempo hanno perso qualsiasi forma di contatto con il loro paese d’origine dal momento che molto spesso queste persone sono fuggite dalla loro terra in tenerissima età”.

E dunque: “Perché le conseguenze di queste lungaggini burocratiche devono ricadere su di loro? Su questo punto siamo d’accordo con Chiara Rabini, referente comunale per i richiedenti asilo, e Paolo Valente, direttore della Caritas, che sia necessaria una riforma di tutto il sistema dell’accoglienza e del riconoscimento dello status di rifugiati anche per chi non lo ha ricevuto ma ha dimostrato nel forzato periodo d’attesa di sapersi integrare nella nostra realtà. E crediamo che Caramaschi e Kompatscher debbano fare pressione in questa direzione, non solo esprimere le loro preoccupazioni”.