Politica | ELEZIONI 2018

Accade che...

Chi non votare lo so benissimo; è il resto che è complicato.
Voterò sempre chi parla ecologico, chi conosce l'etimologia di "economia", chi si impegna per le donne.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Accade che un signore in là con gli anni e un po’ rifatto, 
propini ancor oggi una zuppa putrida e a dir poco nauseante.  
Accade che, dopo festini con ragazze minorenni,
cene galanti in compagnia di mafiosi ingombranti,
dopo anni di bugie, condoni, malvagità indecenti,
e prebende a destra e manca, libri paga inquietanti,
qualcuno, e sono tanti, e sono complici, gli creda ancora. 

Accade che, nell’invecchiare fra grumi di mestizia, tristezza e decadenza
ci si possa sentire stanchi e sopraffatti da un po’ di malinconia.

Accade che qualche ciarlatano analfabeta
inneggi alla razza bianca senza alcuna cognizione biologica
ed elevi a un livello superiore ipotetici lombardoveneti 
scomodando vangeli, ampolle, rosari e croci uncinate al di fuori di ogni logica. 
Accade che gli stessi energumeni cialtroni
facciano la voce grossa con i più deboli perdenti:
no, l’africano non lo vogliamo, noi figli di immigrati terroni.

Accade che, guardandomi allo specchio,
vorrei provare all’istante un sentimento dell’assurdo,
come fossi un discepolo di Breton e un figlioccio di Duchamp,
da opporre alle assurdità del mondo.
Senza afflati moralistici, più per necessità prima di diventar vecchio.

Accade che qui, in questo nostro lindo Südtirol Alto Adige,
tutto rasenti la perfezione, la leggiadria, l’incantesimo.
Poi accade che nelle mele ci si metta il glifosato,
e si vendano speck tirolesi di maiali che grugniscono ungherese.
Accade che i pesticidi e il sovrannumero di posti letto
danzino insieme in un ineffabile quanto macabro balletto.

Accade che la rinomata perfezione di cui tanto ci si vanta, 
o quel rimasuglio che di essa rimane,
appartenga più alle persone che qui lavorano,
donne e uomini, ragazze e ragazzi, del nord e del sud, 
che agli amministratori, ai prestigiatori, ai lobbisti del cemento.

Accade, troppe volte assai purtroppo,
che mi senta il solito, inguaribile, immarcescibile povero Cristo,
un Pietro ingenuo che non sa che farsene delle chiavi.
Accade che sono stufo dei rombi su per i passi,
di letti e letti per turisti caciaroni e di albergoni e casermoni.

Infine accade che una tart tatin deliziosa appaia come d’incanto davanti a me. 
Oh sì, lei sa come alleggerire il mio cuore; e in assoluto silenzio, mi ritrovo a cantare: 
Osanna nell’alto dei cieli, liberaci dal male e con madama Bellezza fammi ballare.