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Il teatrino continua

Come una commissione di inchiesta si trasforma in farsa
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Anziché entrare nel merito e fare trasparenza sui finanziamenti della scorsa campagna elettorale, anche oggi si è discusso esclusivamente della proposta di porre al voto la chiusura della commissione: un mero esercizio in punta di regolamento che però qualche osservazione la merita. 
La richiesta di questa votazione arriva anche stavolta dal consigliere Forzista Vettori, che agisce su ordine e per conto della SVP, che quando ha da fare del “lavoro sporco”, delega ad un suo tuttofare. Come, ad esempio, quella volta che propose il ritocco sulla legge per il referendum confermativo, che poi scatenò la raccolta firme ed il successivo referendum perso dalla maggioranza. Quando ci sono questi “lavoretti” non si tira mai indietro, anche se nel merito non avrebbe obiettivamente nulla da temere da questa commissione di inchiesta, al contrario della SVP. 
L’ordine di chiudere la Commissione sembra arrivare dall’alto ed il consigliere che lì rappresenta la SVP, Helmut Renzler, lo persegue strenuamente. Anche qui si annota una contraddizione: lo storico rappresentante degli Arbeitnehmer, ovvero l’ala sociale, ha sempre contestato il sistema di finanziamento del Sammelpartei, un sistema perverso che garantisce potere e rappresentanza alle categorie che possono permettersi cifre astronomiche per la propaganda, penalizzando la sua rappresentanza che soccombe a fronte delle potenti e ricche lobby economiche come la HGV, Bauernbund, LVH, HDS ovvero albergatori, contadini, artigiani o commercianti. 
Ora però, benché si capisse fin dall’inizio che l’obbiettivo politico di questa commissione era quello di attaccare la leadership di Kompatscher ed il suo sistema di consenso. Quando ci si insinua in una materia delicata come la gestione dei finanziamenti all’interno di un partito che con un sistema di potere consolidato governa da 70 anni è chiaro che qualche domanda scomoda la si può anche trovare. Lo scivolone è arrivato quando sono state rivolte all’Obmann Achammer e questo ha risposto che si dovrebbe chiedere al collega Widmann, perché è lui che aveva gestito la campagna elettorale come responsabile e solo lui poteva rispondere. 
Apriti cielo, Widmann potrebbe essere un potenziale elemento di instabilità, visto che potrebbe ancora compiere una vendetta su quanto ha dovuto dimettersi da assessore e che lui aveva ritenuto una questione personale contro il Presidente Kompatscher. 
Per evitare questo eventuale pericolo ecco che si è escogitata la scelta di fermare questa commissione, rischiando di creare un rischioso precedente: d’ora in avanti qualsiasi commissione di inchiesta potrà essere fermata da un semplice voto della maggioranza, vanificando la funzione di controllo per cui è stata istituita. Intanto la commissione è sospesa e siamo in attesa di un altro parere legale, chissa se la prossima volta si parlerà di finanziamenti elettorali o di regolamenti.