Politica | Domande senza risposte

Domande senza risposte

Tante domande sono state poste ripetutamente in questi mesi da noi tecniche/i e cittadine/i indipendenti
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Domande senza risposte

Ancora pochi giorni per votare CONTRARIO a BENKO!

Tante domande sono state poste ripetutamente in questi mesi da noi tecniche/i e cittadine/i indipendenti, informati e spinti non da interessi privati, ma dall’amore per la nostra terra, per la nostra città, per i nostri quartieri! Domande poste nelle poche occasioni di confronto con i tecnici della Conferenza dei servizi, domande che non hanno mai trovato risposte, anzi una risposta sola e chiara veniva ripetutamente ribadita: “…noi non siamo politici, siamo “solo” tecnici…” .

Nelle cinque assemblee volute dal Commissario istituite in fretta e furia per supportare con “un parvente atto di democrazia partecipata” una Consultazione tardiva, di dubbia legittimità, sbilanciata in tutto, dall’informazione impari alla dichiarata premessa del Commissario Penta: ”se vince il SI, firmo, se vince il NO, rinvio al prossimo Consiglio comunale”. Un surrogato di democrazia partecipativa, il nulla in confronto al valore di un Referendum, il cui fondamento è innanzitutto il rispetto di un’equità e imparzialità nell’informazione per entrambi le posizioni.

I tecnici comunali e provinciali della Conferenza dei servizi mai in nessuna di queste occasioni pubbliche, sono riusciti a esprimere un solo dubbio, anche davanti all’evidenza di errori e debolezze di tale progetto Benko, errori e scelte sbagliate che venivano puntualmente evidenziate dal pubblico.  Tecnici comunali e provinciali sempre più stanchi e in difficoltà, spesso senza risposte, lasciati soli da politici e Commissario mai presenti davanti alla cittadinanza, a difendere un progetto indifendibile, che fa acqua da tutti i punti di vista: urbanistico, procedurale, legale, estimativo, partecipativo, sociale, ambientale ( manca la Valutazione Impatto Ambientale), ecologico e soprattutto dall’evidente mancanza di interesse pubblico.

Di seguito solo alcune domande senza mai risposte:

La zona NON è da RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA, ma necessita unicamente di CURA, MANUTENZIONE, RECUPERO e INTERVENTI SOCIALI

  1. delle PROBLEMATICHE SOCIALI lì presenti, come presenti anche in altri quartieri di Bolzano, non se ne fa carico in alcun modo il Privato/Benko, il cui fine è di occupare un pezzo di Città, di Centro Storico. Così il Privato, ha praticamente cacciato dalla CASA di VIA GARIBALDI n.20, i condomini/immigrati, Persone e famiglie trattate come senza diritti non certo preoccupandosi del fatto, che erano persone per bene, anche se povere, che cercavano di rifarsi una vita. Questo tipo di riqualificazione e pianificazione, non prevede certo l’inclusione sociale dei soggetti disagiati, come obbligo previsto nella legge urbanistica. Inoltre Benko ha cercato di cacciare in tutti i modi anche la coppia di bolzanini, ivi residente, e ancora oggi costretta a resistere alle pressioni (chiusura del riscaldamento ecc.) per difendere il diritto di abitare a casa propria.

domande:

come intende il Comune/Commissario far fronte a questi disagi sociali, come pensa di affrontare la pianificazione di questa città senza valutare l’inclusione sociale dei suoi abitanti più deboli e disagiati? come pensa di difendere i diritti della famiglia italiana ivi residente? dove prevede di mettere il “Binario7” servizio sociale del Comune di Bolzano ora in via Garibaldi nel ex Trade Center, che assiste persone disagiate e che finora nessuna parola e proposta è stata fatta? come risponde il Comune/Commissario a tutte le questioni legali in sospeso?

  1. il PARCO STORICO del 1856 che si vorrebbe occupare e cementificare, unico spazio verde presente in Centro Storico, sostenendo che è in forte degrado, quando invece necessita solo di CURA. Non è vero che la superficie del Parco rimane la stessa, perché viene conteggiata la strada e il verde pensile che naturalmente non sono più accessibili e non sono più il Parco!

domande:

come giustifica il Comune/Commissario il pubblico interesse di vendere/ svendere un BENE COMUNE di tutte/i cittadini/e di Bolzano non più riproducibile? questa svendita di aree pubbliche a favore di 150 appartamenti nuovi, di lusso, che vengono autorizzati in spregio al concetto più volte sostenuto di RIUSO del COSTRUITO, di SOSTENIBILITA’, di SMART CITY, come giustifica il Comune questo cambiamento di visione e obiettivi sempre dichiarati? questa rinuncia agli SPAZI PUBBLICI di relazione (Parco storico luoghi aperti) che garantiscono benessere alla comunità tutta e che lo scambio anche con “regali” peraltro mai dimostrati, non possono certamente sostenere confronto con un Centro Commerciale un “non luogo”, sorpassato (chiudono in America, in Europa, in Germania più di 100), che porta TRAFFICO e SMOG ( si calcolano circa dalle 8.000 alle 10.000 macchine e TIR per carico merci al giorno)?  Inoltre diseducativo, di arretramento culturale anche per I giovani, che forse si dimostrano a favore e per i quali però difficilmente si sono dati luoghi d’incontro e svago, di relazione veri, così importanti  per il loro benessere e per la loro crescita. Ci hanno raccontato che i giovani andranno a passeggiare con le fidanzate, ma non si possono offrire loro dei NON LUOGHI di finto spazio di relazione vuoti e dannosi. Che segno culturale e di crescita si trasmette alle giovani generazioni, lo scambio di un Parco per un Centro commerciale?

Come pensa il Comune/Commissario di sostenere lo svuotamento dei piccoli NEGOZI di QUARTIERE, in tutta la città, negozi di vicinato determinanti per la qualità di vita, di relazione, una finestra contro la solitudine per gli anziani ed una sicurezza per i quartieri stessi, di fronte a un inutile, superfluo centro commerciale, dannoso per la piccola economia dei residenti,  e utile forse solo alla massa di turisti mordi e fuggi? e che poi dopo il caos diurno, di notte diventa un enclave chiusa inaccessibile e inquietante come purtroppo tanti esempi in città europee? Perché non si sono studiati i tanti esempi negativi e i disastri economici che questi centri commerciali hanno prodotto in città europee analoghe a Bolzano? 

  1. l’ex CAMERA di COMMERCIO (TRADE CENTER) appena ristrutturata dalla Provincia, più di 12 milioni di ristrutturazione, più l’acquisto c.a. 4 milioni, con una grande mensa provinciale e una mensa per anziani (mensa CLAB) appena ristrutturata, che ora Benko intende demolire per far posto al Centro commerciale e agli appartamenti di lusso

domande:

come giustifica la Provincia/ Comune /Commissario l’interesse pubblico di demolire un edificio appena completamente ristrutturato con soldi pubblici? demolire le nuove mense creando un ulteriore inutile forte disagio a utenti e i dipendenti appena trasferiti lì da appena  due anni?

  1. la STAZIONE AUTOCORRIERE che si vuole spostare in via “provvisoria” e demolire. Stazione assolutamente funzionante che necessita solo di manutenzione, basta riaprire i lucernari, per riportarla alla bellezza originaria, così come progettata e realizzata dall’ing. Rocco Basile nel 1961, e ancora oggi di alto valore storico architettonico. Quando poi verrà spostata come già previsto nell’Areale ferroviario, con la sua elegante pensilina, potrebbe essere adibita (con concorso per giovani architetti) a mercato coperto EAT BZ SOUTH TYROL, così da rivalorizzare il percorso dei mercati a Bolzano (piazza Walther, piazza Erbe, piazza Vittoria, piazza Matteotti ecc) preservandone così il valore nell’ensemble urbano e l’identità storico culturale.

domande:

come si giustifica l’interesse pubblico dopo che da anni si è individuata la grande potenzialità dell’Areale, 35 ettari dismessi, 350.000 mq, da riqualificare lì si veramente, che prevede già lo spostamento della STAZIONE delle Autocorriere? come si giustifica l’interesse pubblico, di questo spostamento “ provvisorio” caricando di traffico insostenibile la stretta via Renon? inutile spostamento finalizzato unicamente alla realizzazione del centro commerciale e quindi per interessi privati a nostre spese con un costo presunto di 27 milioni?

  1. l’HOTEL ALPI comprato da Benko nel dicembre 2013, storico ed elegante albergo del 1957 dell’architetto Armando Ronca, che ha portato all’immediata chiusura di albergo e ristorante di fama e mandato a casa i dipendenti, circa 17 persone. Distruggere l’esistente di pregio, invece di recuperare, questo modus operandi che porta ad una non identità e alla negazione del genius loci a favore di una omogeinizzazione globalizzata della città!

domanda:

come viene giustificata la rinuncia  all’ “identità storico-culturale” prevista dalla LeggeUrbanisticaProvinciale come preciso compito e obbligo nel pianificare?

tante altre domande chiare e precise sono state poste, senza ottenere però mai risposte esaustive. Non c’è l’interesse pubblico, non la partecipazione, non un referendum! purtroppo il tutto appare solo una grigia grande speculazione a vantaggio di pochi e a danno di molti. Un potente business magistralmente venduto come salvifico rilancio della città.  

architetto Marialaura Lorenzini- Verdi BZ                                                                                                                         Bolzano 01.04.2016

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Massimo Mollica Ven, 04/01/2016 - 23:30

A mio parere queste non sono domande ma semmai sentenze che contengono già una riposta. Comunque, visto e considerato cotanta attenzione nei quesiti io mi permetto di riproporne uno che purtroppo non ha avuto risposta:
"Mi scusi se mi permetto di commentare. Non voglio entrare nel merito delle sue obbiezioni. Non lo faccio per due motivi: a) sono stanco di controbattere alle stesse argomentazioni; b) abbiamo una visione troppo diversa del mondo per poter trovare un termine di confronto.
Però leggendo, proprio oggi, un bel posto del signor Margheri (http://www.salto.bz/article/27072015/bolzano-ai-tempi-opachi-del-progett...) e quanto da Lei asserito nello scritto sopra c'è una dubbio che mi attanaglia e mi permetto di porLe.
Ma se tutta questa vicenda rappresenta il Male assoluto per questa città perché quando voi Verdi, Rifondazione Comunista e SEL eravate in maggioranza nella giusta Spagnolli non ne siete usciti? Sarebbe caduta la maggioranza e tutta questa vicenda non sarebbe nemmeno iniziata, impantanandosi nella viscida politica delle parti. E ora Bolzano Bozen "sarebbe salva". (e ci aggiungo pure Projekt Bozen)
La domanda mi pare chiara ma se vuole la rispiego.

Ven, 04/01/2016 - 23:30 Collegamento permanente
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Massimo Mollica Sab, 04/02/2016 - 19:27

In risposta a di Bita Rarbieri

Guardi, per il nome con il quale lei scrive potrebbe essere pure un sofisticatissimo BOOT. Comunque la invito a rileggersi il post del sig. Margheri che riporta i fatti cronologici, oltre a valutazioni di parte: http://salto.bz/article/27072015/bolzano-ai-tempi-opachi-del-progetto-b… : la data iniziale di tutta questa vicenda è il 17 marzo 2013. Ora, i casi sono due: o Benko è un normale imprenditore che vuole investire dei capitali e quindi si valuta il progetto e lo si approva o rifiuta, ed eventualmente lo si corregge. Oppure è il male assoluto di questa città. Ma allora nella seconda ipotesi non si sta nella maggioranza con chi vuole la riqualificazione fino alla fine naturale della legislatura. Se il Verdi, SEL, Rifondazione Comunista, Projekt Bozen si fossero dimessi da SUBITO avremmo risparmiato un sacco di soldi in valutazioni, bando di gara e tempo e altro. PUNTO questa è storia!

Sab, 04/02/2016 - 19:27 Collegamento permanente
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Palaia Renato Sab, 04/02/2016 - 10:22

La sostanza sta nel quesito se il Benko sia o no compatibile urbanisticamente con la città di Bolzano. E' naturale che si scontrino le due anime che ormai dividono puntualmente l'opinione pubblica, quella ambientalista e quella speculativa. La prima attribuisce, a giusta ragione, alla tutela dell'ambiente urbano una priorità assoluta rispetto a qualunque iniziativa di carattere speculativo, promossa sulla base di un distorto concetto di progresso; la seconda individua nell'intervento e nel capitale privato la soluzione di problemi economici, che l'ente pubblico non è più in grado di sostenere. Ci si chiede se il cittadino abbia o meno un diritto di vedere crescere l'habitat in cui vive, a propria misura, ovvero di sentirselo appartenere e non imporre come un abito male confezionato. Il progetto Benko questa esigenza la elude chiaramente, in quanto non è sorretto da logiche architettoniche e viabilistiche condivisibili, se non da una stretta minoranza di cittadini.

Sab, 04/02/2016 - 10:22 Collegamento permanente