Economia | Gastkommentar

Alta Badia, quo vadis?

La mancata candidatura ai Mondiali di sci alpino 2029 assieme alla Gardena può essere vista come una chance persa o meno?
Badia
Foto: Othmar Seehauser

A livello Alta Badia i due consigli comunali di Badia e Corvara la vedono in modo differente. Corvara con una vocazione prettamente turistica, come lo è la rappresentanza in consiglio, ha approvato all’unanimità la candidatura ai Mondiali di sci alpino 2029 mentre a Badia la proposta è stata bocciata a larga maggioranza. Tale fatto fa riflettere e la divergenza fra i consiglieri di Badia e Corvara fa presumere che su larga base la discrepanza di opinioni a riguardo del turismo sia ancora maggiore. Secondo me è una conferma che in valle manca una condivisione sulla strategia di sviluppo turistico e in generale.

Nella discussione del consiglio comunale di Badia mi sono reso conto che c’è tanto bisogno di consultarsi a riguardo della tematica del turismo, motore dell’economia. Cogliendo le varie argomentazioni dei colleghi ho notato che i punti di vista e le aspettative sono in parte diverse e contrastanti.  Nel loro probabilmente hanno tutti ragione, ma forse ci vuole una visione comune ed un compromesso.

Il problema del traffico tutii gli altri vanno affrontati ora e non sono legati ad eventuali futuri Mondiali

Il turismo in valle è sicuramente nella fase di saturazione e il Covid ha contribuito a sua volta ad accelerare la mutazione dei valori e dunque dei punti di vista. Ciò che era importante ieri forse non viene più considerato tale oggi e tanto meno in futuro. Ma non possiamo fare l’errore di basarci solo sulle bellezze della natura e dimenticare quale è il settore trainante e come va gestito. Le belle montagne se non propagandate bene rimangono fine a se stesso. Ci vuole un sano compromesso fra ambientalismo ed esigenze di sviluppo economico con conseguenze sviluppo sociale.   

Ci troviamo sicuramente in una situazione di stallo e di grande disorientamento. In questo momento importante di transizione ecologica  le scelte che siano innovative o meno vanno subordinate alla valutazione in base al concetto di sostenibilità. Essendo un concetto molto abusato, mal interpretato ed soggettivo, vige l’insicurezza che condiziona a sua volta le scelte e alimenta la paura di sbagliare. Tale incertezza rimarrà fin  a quando non verrà tracciata una strategia  di sviluppo futuro.

I vertici dei nostri omuni dovrebbero però  avere il coraggio di prendere posizione e non astenersi dalle decisioni così importanti.

Organizzare un mondiale non significa fare una scelta antiambientalista; anzi. Trattasi di rivalutare le strutture esistenti per dare loro una sostenibilità nel tempo e assicurare il beneficio sociale. È ovvio che l’interesse deve essere quello di organizzare un evento nel pieno rispetto dell’ambiente e delle direttive della transizione ecologica.  

Proprio coloro che temono i mondiali per l’impatto ambientale dovuto a nuove strutture insistono sulla realizzazione di una nuova piscina pubblica a La Villa. A questo punto mi viene da chiedere se una nuova struttura con migliaia di metri cubi di cemento, con un enorme consumo energetico, elevati costi di mantenimento e un deficit di gestione annuo da riversare sui cittadini; rappresenti una scelta sostenibile in coerenza con l’ambiente e il Comune Clima? Probabilmente no.  

Se l’Alta Badia ha ridisegnato la governance turistica con ABB e ATAB (fusione delle tre associazioni turistiche) definendo l’architettura dei marchi e il proprio posizionamento, è giunto il momento di chiedersi nuovamente “Alta Badia, quo vadis?”. In che direzione vogliamo andare, quale può essere il nostro punto di arrivo fra dieci anni, che tipo di turismo vogliamo, quale può essere lo sviluppo infrastrutturale, come mai la popolazione manifesta questo distacco nei confronti del turismo? Dobbiamo chiederci quali sono le nostre aspettative da un punto di vista turistico-sociale-ambientale considerando in particolar modo le mutate aspettative del turista post Covid e le mutate aspettative della popolazione. Tanto è cambiato e tanto cambierà.

Non possiamo fare l’errore di basarci solo sulle bellezze della natura e dimenticare quale è il settore trainante e come va gestito

Nella discussione a riguardo dei Mondiali non poteva mancare il problema del traffico. Torneremo a parlarne al più tardi a fine agosto quando non ne potremo più di essere soffocati dalle macchine. Il problema del traffico come gli altri problemi citati quali la carenza e i costi alti delle abitazioni per i giovani ecc. vanno affrontati ora e non sono legati ad eventuali futuri Mondiali. Ci vogliono interventi coraggiosi da parte delle amministrazioni comunali e della Provincia definendo una strategia che può includere fra l’altro l’apertura dei passi solo in determinate ore, l’applicazione di un pedaggio, la realizzazione di nuove infrastrutture per una mobilità sostenibile, l’individuazione di progetti innovativi di social housing ecc.  

Persa la chance di candidatura ai Mondiali (il treno però passa sempre più volte) si ripresenta una nuova chance. Mai come ora abbiamo la possibilità, necessità e mi auguro la volontà di riorganizzare e rimodellare il futuro turistico e non solo della nsostra vallata. E tutto questo attraverso un processo condiviso, capitanato dai comuni e coinvolgendo tutte le categorie.