Politica | Le neopresidenti / 1

“Lavorare sul tessuto del quartiere”

Francesca Fiori (Civica per Bolzano) è la neo-Presidente di Don Bosco: “Qui c’è senso di comunità. Nuovo cemento nel verde? Prima puntiamo sugli alloggi vuoti”.
Francesca Fiori
Foto: Francesca Fiori/Facebook

SALTO: Lei è la nuova Presidente del Consiglio di quartiere di Don Bosco, proveniente dalle fila della “Civica per Bolzano” di Roberto Zanin. Quale significato attribuisce a quest’incarico?

Francesca Fiori: Il Consiglio di quartiere ha rilevanza, appunto, per il quartiere e dobbiamo lavorare per quello, anziché fare capo a macro-politiche con logiche dettate da chissà chi. E Don Bosco, checché se ne dica, ha tanti lati positivi. È un quartiere che ha mantenuto un forte spirito di comunità, è nato operaio e popolare. Miriamo a preservare il quartiere come “braccio lungo” del Comune, ma ascoltando ciò che la cittadinanza ci racconta. Le esigenze sono diverse, se si passa dal rione Firmian a quello Casanova a piazza Don Bosco.

È il quartiere che a sua volta racchiude al suo interno i quartieri “più giovani” di Bolzano, ovvero di più recente costruzione.

Siamo in ventisettemila, una città nella città. Con rioni di età diversa e persone di età diversa. Ci sono famiglie giovani con bambini che hanno portato, di conseguenza, la creazione di infrastrutture valide come scuole, campi sportivi, i parchi Firmian e Semirurali. La missione è di essere vicini ai cittadini, cercando di fare quanto è possibile per le nostre non amplissime competenze.

 

Francesca Fiori e Roberto Zanin
Francesca Fiori con Roberto Zanin, consigliere comunale della Civica per Bolzano: Centrodestra moderato.

 

L'offerta culturale si ferma solo al centro storico?

A livello culturale saremo il cuore della stagione “Fuori” del Teatro Stabile, di altissimo livello, con tra gli altri Neri Marcorè, Irene Grandi, spettacoli per bambini e itineranti. È un quartiere ricettivo, simili iniziative fanno bene, perché gli eventi culturali tengono occupate le persone, in particolare i giovani, che impiegano il tempo in maniera “sana”. Purtroppo, in tutta la città e non solo, ci sono fenomeni nuovi che lasciano sconvolti, con episodi di violenza giovanile cui non eravamo abituati. Il quartiere lavora (e lavorerà) con le associazioni e gli streetworker per prevenire alla radice determinate situazioni prima che accadano. Bisogna lavorare sul tessuto del quartiere.

C’è un eccesso di allarmismo sulla “criminalità”?

Ci sono molte altre questioni. Viviamo problematiche a livello socio-economico non indifferenti, con famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, il problema della casa, i tassi dei mutui… al di là della “delinquenza” sbattuta in prima pagina - ma d’altronde i giornali fanno il loro lavoro. Ma alla base di questi episodi però ci sono proprio situazioni di disagio, di tipo sociale, economico, familiare. E quando sono cresciuta io, negli anni Settanta-Ottanta, c’era la droga, l’eroina in particolare… sono episodi che ci sono sempre stati e a Bolzano siamo ancora molto fortunati.

Più si scende al livello politico più prossimo al cittadino, meno le dinamiche maggioranza-opposizione contano. È vero?

In due anni e mezzo saranno state presentate due o tre mozioni. Abbiamo scelto la via del dialogo per il bene del quartiere e ha sempre funzionato, anziché presentare rimostranze, che non fanno altro che aumentare la burocrazia.

Abbiamo parlato dei nuovi quartieri di Firmian e Casanova. Don Bosco è già molto popoloso, ma per risolvere l’emergenza abitativa nel capoluogo c’è chi ipotizza di continuare a edificare nel verde agricolo oltre via Resia.

L’emergenza c’è, ma ci sono molti appartamenti che restano vuoti, anche qui a Firmian - e mi fa male al cuore. Bolzano non ha un ampio territorio a disposizione, non possiamo rubare ancora molto al verde, che già è poco e andrebbe piuttosto preservato. L’input dato dal “Piano del verde” era di sottrarre metri quadri al cemento per restituirli al verde. Spendere il 40% in più del proprio reddito disponibile per acquistare una casa la dice lunga sulla problematica dell’abitare: purtroppo abbiamo un mercato degli affitti e delle vendite è super-gonfiato e un po’ malato, però prima di costruire ex-novo bisognerebbe incentivare la vendita di ciò che abbiamo già disponibile.

 

 

E i negozi sfitti, svuotati dalla concorrenza dell’e-commerce e dei centri commerciali?

Il commercio di vicinato nel quartiere è ancora abbastanza forte, anche e soprattutto grazie alle attività commerciali aperte dagli immigrati. E ben venga, va benissimo, tengono i negozi occupati e mantengono un servizio alle persone sotto casa. Molti anziani non arrivano al Twenty o non hanno quello spirito da centro commerciale. Il vivo senso di comunità nel quartiere, con le persone che preferiscono andare in latteria o dal macellaio sotto casa, è la salvezza del commercio.

Più luci che ombre a Don Bosco?

È un quartiere ancora molto vivace: dobbiamo attivarci e lavorare sul positivo, con le tantissime associazione di Don Bosco, perché solo partendo da ciò che è positivo si può migliorare. Mi viene in mente Bolzanism, un progetto che seguo da anni e verso cui ho molta stima: crea un museo all’aperto e ci porta alla scoperta della storia del nostro quartiere che pensiamo già di conoscere. Anche Teatro Stabile ha realizzato un “Bolzano Sud Quiz Show” con storie e aneddoti del quartiere raccontate dagli anziani. Recuperando la memoria storica del quartiere.

Bild
Profile picture for user Simonetta Lucchi
Simonetta Lucchi Ven, 06/02/2023 - 07:25

Quartiere vivace e multietnico, con molti servizi per le famiglie e i bambini, attività culturali, scuole. Per me, esperienza positiva. L'unico posto dove non mi hanno mai rubato la bicicletta.

Ven, 06/02/2023 - 07:25 Collegamento permanente