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Luther2017: fede, grazia, scrittura

500 anni dalla Riforma raccontati in un ciclo di incontri da don Marcello Farina a Levico
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: BBC

Una storia di progressivo allontanamento, di reciproca voluta incomprensione. Don Marcello Farina ha ripercorso il 31 ottobre 2017, il cinquecentenario dall'inizio della Riforma, i rapporti tra Martin Lutero e Papa Leone X nella sala della Cassa Rurale Alta Valsugana a Levico nel corso di un appuntamento organizzato dall'Associazione Chiarentana. Un distacco da Roma che avvenne fra il 1517 ed il 1521, quando Lutero con la scomunica per la sua eresia venne considerato nemico della Chiesa e dello Stato.

«La Riforma è stato un grande evento europeo – spiega Farina – una svolta decisiva nella storia del continente». Partirono infatti le trasformazioni che mutarono cultura, religione, politica. Innanzitutto ebbe inizio la secolarizzazione, la laicizzazione di cultura e ricerca, con i principi protestanti che inglobarono le terre dei principi vescovi. Un fenomeno che si concluderà nei primi anni dell'Ottocento con Napoleone.

Come secondo aspetto c'è il pluralismo: finisce l'universalismo medievale del Sacro Romano Impero e parte un'epoca di pluralismo culturale, politico, religioso. Come terzo aspetto si dà il via all'epoca della libertà di coscienza.

La Riforma parte con una “fake news”. «L'esposizione delle 95 tesi, che furono scritte in latino da Lutero, non avvenne sul portone della chiesa del Castello di Wittenberg, si tratta di una leggenda che viene da Filippo Melantone». Lutero, nato nel 1483, era venuto a Wittenberg nel 1512 dal monastero di Erfurt come professore di sacre scritture. Le sue tesi arrivarono al grande pubblico in un momento di fermento in Germania e grazie al fatto di essere state tradotte in tedesco e stampate a Norimberga.

Lutero riformatore vuole eliminare gli scandali all'interno della Chiesa: la grande questione nella Germania del tempo erano le indulgenze per le anime del purgatorio. Il grande passaggio interiore per Lutero avvenne tra il 1513 ed il 1515, quando insegnando e studiando la Bibbia arrivò alla Lettera di Paolo ai Romani ed al passaggio “il mio giusto vivrà per la fede”.

«Non più un Dio che giudica – la sottolineatura di Farina – ma un Dio che giustifica. Solo la fede salva, non i meriti. Dio salva al di là del merito. La vita è un rendere grazie per questa tenerezza gratuita». Di qui il sola fides – sola gratia – sola scriptura. Lutero modificò il suo cognome da Luder (carogna) a Luther, dal greco eleutherios, libertà.

Lutero nella Germania del tempo raccolse quindi la protesta antiromana già diffusa, ma allo stesso tempo si formò anche un fronte antiluterano fra teologi ed universitari. Fermamente contrari erano i frati domenicani che avevano il compito di raccogliere le indulgenze.

«Nel 1518 Lutero scrisse le “Resolutiones”, risposte ai problemi espressi con le 95 tesi. Il suo obiettivo era quello di discutere le proprie tesi, non imporle o deciderle. Il suo punto debole fu però la critica all'autorità del Papa, che venne presa come un delitto di lesa maestà».

Il principio di libertà di coscienza esce forte nel primo grande dibattito del 12-15 ottobre 1518 ad Augsburg, quando Lutero si confrontò con Tommaso De Vio (il “Caietano”) e alle richieste di ritrattare disse «lo farei se la mia coscienza me lo permettesse».

Altro confronto fu a Lipsia con Johann Eck, che preparò la bolla di scomunica, le 41 tesi che Papa Leone X firmò il 15 giugno 1520. Lutero rispose con tre testi alla base della Riforma. “Alla nobiltà della nazione tedesca: del miglioramento dello Stato cristiano” dà ai laici, soprattutto nobili e principi, il compito di riformare la Chiesa. Lutero individuò tre ordini di mura nella Chiesa di Roma: un'indebita distinzione tra clero e laici, dal momento che «il battesimo rende tutti sacerdoti, re e profeti», l'interpretazione della Bibbia riservata esclusivamente al clero, la prerogativa del Papa di non essere giudicato da nessuno. Nel “preludio alla cattività babilonese della Chiesa” Lutero elimina i sacramenti dei quali non parla la Bibbia e mantiene battesimo, eucarestia e penitenza senza intermediari. Infine nel “Della libertà del cristiano” il fatto che Dio giustifica e non giudica, confermato come valore comune nel 1999 in una dichiarazione congiunta della Chiesa cattolica e di quella protestante. Lutero morì nel 1546 e in un quarto di secolo di riforma scrisse 800 opere, si sposò con Katharina von Bora. Ma nella sua vita da “rockstar” lasciò anche notevoli ombre come passaggi critici sugli ebrei ed il suo atteggiamento violento nel corso della guerra contadina.