Società | Demografia

50.000 persone da 138 nazioni

Melting pot Alto Adige: gli stranieri raggiungono il 9,5% della popolazione, oltre la media Ue ma sotto Tirolo, Austria e Germania. Il rimedio all’invecchiamento.
Stranieri, Bolzano
Foto: Pixabay

L’Alto Adige grazie alla sua economia dinamica continua ad essere un territorio attrattivo e ospitale per le persone venute da fuori. Ed è un fattore positivo, anche secondo l’Astat che ha diffuso gli ultimi dati: al 31 dicembre 2018 il numero degli stranieri residenti ha superato per la prima volta la quota delle 50.000 unità, il 4,8% in più sull’anno precedente. La gran parte della popolazione straniera - riporta l’istituto di statistica provinciale - “proviene dall’Europa, è giovane, vive prevalentemente nei centri urbani, vanta una natalità sopra la media e una mortalità relativamente bassa”. E rappresenta “un’opportunità per la società altoatesina al fine di contrastare l’invecchiamento a cui è soggetta”.

 

Un altoatesino su 10 è “straniero”

 

La popolazione straniera residente, stando ai numeri Astat, è “più che quadruplicata rispetto al 1998, quanto ammontava a circa 11.600 persone”. Un aumento considerevole per l’insieme demografico che include gli individui ufficialmente registrati all’anagrafe, ma non i 18.000 che negli ultimi due decenni hanno acquisito la cittadinanza italiana.

 

 

Nel 2018 l’andamento migratorio verso la provincia di Bolzano è interessato da un aumento moderato, una tendenza presente da circa 5 anni (nel 2011, seguito all’acuirsi della crisi economica, ci fu invece un calo). Da notare, precisa l’Astat, che a fronte di un saldo migratorio degli stranieri positivo (i non italiani arrivati sono stati di più di coloro che hanno lasciato il Paese), per i cittadini italiani il quadro si ribalta: sono stati infatti 1.891 quelli trasferiti oltreconfine, 606 quelli tornati. 

La percentuale complessiva, dunque: la popolazione straniera in provincia di Bolzano (50.333 persone) incide per il 9,5% sul totale dei 531.178 residenti. La quota supera, nell’anno 2017, sia quella del Trentino pari a 8,7% e la media nazionale (8,5%) che quella dell’Unione europea di 7,8%. Nel Tirolo tuttavia l’incidenza è del 16%, in Germania dell’11,7%, in Austria nel suo complesso del 15%, il valore massimo nella Ue condiviso con Lussemburgo e Cipro.

 

Nei centri urbani

 

Guardando alla distribuzione geografica, nel capoluogo Bolzano vive quasi un terzo (15.734 persone) di tutti gli stranieri residenti in Alto Adige, seguono Merano con 6.808 persone (13,5%) e Bressanone con 2.447 (4,9%). Complessivamente 30.773 stranieri (61,1%) hanno stabilito la propria residenza in uno dei sette comuni altoatesini con più di 10.000 abitanti. 

 

 

Rappresentanza globale

 

La provenienza indica in 138 le nazioni rappresentate (quelle associate all’Onu sono 193). "Il fatto che in Alto Adige vivano persone provenienti da 138 nazioni diverse incrementa l’eterogeneità e la varietà culturale della società altoatesina” nota l’istituto. I cittadini comunitari sono 16.370, per il 37,4% dall’area culturale tedesca (Germania e Austria). Circa il 30% degli stranieri proviene da paesi europei non facenti parte dell’UE, mentre per il 19,3% si tratta di originari dell’Asia e per il 14,1% dell’Africa. 

 

 

Nella graduatoria dei Paesi d’origine, al primo posto si classifica l’Albania con 5.767 persone, seguita dalla Germania con circa 4.500 e da Pakistan e Marocco con rispettivamente 3.650 e 3.550 unità.

 

L’immigrazione straniera giovanile, lo sviluppo dinamico della natalità ed una mortalità ridotta costituiscono un’opportunità dal punto di vista demografico per la società altoatesina al fine di contrastare l’invecchiamento a cui è soggetta (Astat)

 

Forze fresche

 

L’apporto esterno è secondo l’istituto di statistica provinciale un fattore di contrasto all’innalzamento dell’età media della popolazione autoctona. Gli stranieri in Alto Adige vantano infatti un tasso di natalità superiore per le donne - 14,3‰, contro il 9,5‰ degli autoctoni - e un’età media più bassa. “L’immigrazione straniera giovanile, lo sviluppo dinamico della natalità ed una mortalità ridotta costituiscono un’opportunità dal punto di vista demografico per la società altoatesina al fine di contrastare l’invecchiamento a cui è soggetta”.