Cultura | giovani critici

Un finale perfetto

Sorprendente, fiabesco. L'ultimo concerto della stagione sinfonica firmata Orchestra Haydn
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Orchestra Haydn

Un finale da favola che ci ha lasciate senza parole, il concerto conclusivo della stagione sinfonica dell’orchestra Haydn. Martedì 28 maggio presso l'Auditorium di Bolzano, l’orchestra regionale diretta da Min Chung ha interpretato l'Ouverture dalle Nozze di Figaro, il Concerto per pianoforte e orchestra in re minore di Wolfgang Amadeus Mozart e la Settima Sinfonia in la maggiore di Ludwig van Beethoven.
Min Chung, nato a Saarbrücken in Germania, si è laureato al Conservatorie di Parigi, perfezionandosi poi in giro per il mondo come all’università Nazionale della Corea del Sud, dove si è laureato in letteratura tedesca e diplomato in violino.
La particolarità dell’Ouverture mozartiana, prima opera in programma, consiste da un lato nel fatto che non vi compaiono temi dell’opera, e dall’altro nell'asimmetria del primo tema, di sole sette battute contro le tradizionali otto.
Dopo un forte applauso per l’esibizione dell’ouverture, ha fatto la sua entrata sul palco il pianista Ivan Krpan, accolto con calore dal pubblico in sala. Ivan Krpan è nato a Zagabria nel 1997 ha iniziato lo studio del pianoforte a sei anni alla scuola di musica della sua città e dal 2013 ha frequentato l’accademia di musica di Zagabria. Negli ultimi anni ha partecipato a diversi concorsi tra cui il concorso Busoni di Bolzano del 2017 dove si è aggiudicato il primo premio.
L’orchestra e Ivan Krpan hanno eseguito con grande sensibilità il Concerto in re minore di Mozart, mettendo in evidenza i motivi sorprendenti e dolci del solista contrapposti ai momenti più "duri" concepiti per l'orchestra.
Il secondo movimento, una Romance, pare quasi angelico, ma vi sono numerose modulazioni in tonalità minore che adombrano l'atmosfera e ciò la rende unica nel suo genere, particolarmente cantabile e delicata.
Nel terzo e ultimo tempo, un rondò, come di rito il pianista dimostra tutto il suo virtuosismo con un motivo scattante e impetuoso che risveglia il pubblico dalla tranquillità della romance.
E la stagione sinfonica si conclude con la Sinfonia numero 7 in la maggiore di Beethoven, scritta tra il 1811 e il 1812 e caratterizzata da un ritmo dirompente che ritroviamo in tutti i movimenti dell’opera, anche in quelli che di solito corrisponderebbero a un tempo lento. Infatti il secondo movimento è costituito da un Allegretto in la minore, che nasce tutto da una cellula ritmica ripetuta all’infinito. Anche il presto in fa maggiore è ricco di ripetizioni e note staccate che toccano in un giro vorticoso tutti gli strumenti, compresi i timpani. Infine l’Allegro con brio finale è tutta una corsa a ostacoli tra accenti spostati e ripetizioni di brevi motivi.
Nel complesso, l'interpretazione della sinfonia passa da una sorta di marcia funebre dell’allegretto al trionfo di tutte le accezioni del ritmo, sinonimo della vita.
La prossima stagione, che si rivela ricca di novità, sarà la sessantesima.

Ilaria Gerardi e Chiara Lantieri

Liceo Pascoli classe 4M - indirizzo musicale