Cultura | Musiche altre.

Merano culla del folk sperimentale. Alpino.

Tradition in transition, dicono i jazzisti. Un bagno elettrico nei chips liquidi della modernità. Il folk esce dalla nicchia calda e tira fuori la lingua dello sberleffo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Musica dell’arco alpino, folk moderno. Magari sperimentale. Come dicono i jazzisti “tradition in transition”. Si chiama AlpsKlang ed è uno dei format di punta della cooperativa Mairania857, il gestore del Centro per la Cultura di Merano. Dal 2005 il piccolo festival segna una via che nel tempo ha avuto diversi imitatori e che oggi, dopo un anno di pausa, torna a produrre la sua idea di musica e di cultura. Otto edizioni nelle quali hanno trovato spazio proposte musicali di ogni tipo, tutte legate alla musica popolare dell’arco alpino e provenienti dall’Occitania, al Piemonte, alla valle d’Aosta, alla Lombardia, all’Austria, alla Svizzera, al Trentino, al Friuli, alla Slovenia, alla Croazia. E pure dalle Alpi Apuane – digressione geografica evidente – solo per ospitare le visioni di Giovanni Lindo Ferretti.

 

Scommessa vinta. Il teatrino del Centro per la Cultura – 99 posti – è stato tempio di eventi raccolti e carichi di emozione, di musiche davvero speciali, sospese tra tradizione e modernità, dispiegate tra sperimentazione pure, virtuosismi, equilibrismi semi-seri e vere e proprie provocazioni. Ma perché indagare la musica popolare? Ne abbiamo ovunque e a montagne, per dire. Se, casomai, ci scappa la manopola della radio un filo di troppo ecco la sempiterna fisarmonica allegrissima che allieta decine e decine di appartamenti, hotel, officine e automobili sudtirolesi. Ma la modernità, dove la mettiamo, in questa indiscussa via alla cultura popolare? Ce la mettiamo, perché il musicista di un certo tipo ibrida volentieri. E AlpsKlang – il suono del mondo – da questo punto di vista è ben frequentato. E, va detto, il format ha sempre previsto anche un gruppo locale egualmente indirizzato alla ricerca. Opas Diandl inaugurò la sua splendida via proprio da via Cavour. Didatticare, neologismo chiaro.

 

L’appuntamento è normalmente per i primi due fine settimana di dicembre. Quest’anno c’è un passaggio importante, ovvero la collaborazione tra Mairania857 e la locale Azienda di Soggiorno; il prodotto AlpsKlang ben si lega alla grande kermesse dei Mercatini di Natale. Quindi, quattro concerti divisi egualmente tra terrazza del Kurhaus in orario mattutino e Centro per la Cultura in orario serale per celebrare trasversalmente una sorta di evento stratificato fatto di cultura, spettacolo, festività.

 

Resta di dire di Merano, se vogliamo. Cittadina con una identità culturale propria, da sempre attiva e, in qualche modo, contrapposta al capoluogo dal quale – va detto – specie da parte delle Istituzioni che lì hanno sede, certo non troppo amata. Al palo per molteplici questioni – su tutte la latitantissima campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco nel 2015 – Merano attende un vero e proprio rilancio. Eppure in riva al Passirio vi è fermento, idee, proposte, presenze attive. AlpsKlang – ma con lui molte altre realtà – ne può essere un valido esempio.

 

Il programma di quest’anno prevede il 6 dicembre alle ore 21.00 al Centro per la Cultura il trio italo-ispanico Din Dun, l’8 dicembre alle ore 11.00 alla Terrazza del Kurhaus il sestetto valdostano l’Orage – giá con Francesco De Gregori e al Concertone del 1 maggio -  il 13 dicembre alle ore 11.00 alla Terrazza del Kurhaus il quartetto altoatesino Thomas Lamprecht Quartett e, sempre il 13 dicembre alle ore 21.00 al Centro per la Cultura il gruppo piemontese Edaq.