Economia | Legge Fornero

Insorgi contro il fatalismo!

Non serve a nulla la tua indignazione, insorgi contro il fatalismo!
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: UGL

Questa legge di Bilancio doveva porre maggiore attenzione sul tema pensioni e welfare sociale, introducendo nuovi elementi a favore di tutti i cittadini, proponendo correzioni necessarie a eliminare le note di iniquità previdenziale. Se non si interviene su questo fronte, non si avrà nessuna ripresa, soprattutto se il governo continua ad ignorare i problemi cardine dell’Italia, che sono legati alla mancanza di lavoro e relative tutele. Abbiamo il peggior sistema previdenziale d’Europa che ha alimentato un clima sociale di profonda sfiducia verso le istituzioni e che ha fatto precipitare il nostro paese in un vortice pericoloso e senza via d’uscita.

La responsabilità non è solo della legge Fornero, emanata dal governo Monti, perché anche se la si abbina esclusivamente alla Fornero la responsabilità è di tutto il governo Monti. La responsabilità è di tutti quei governi che dal dopoguerra in poi hanno permesso, creato, agevolato, ignorato la crescita del debito pubblico italiano e del sistema previdenziale. Noi come sindacato siamo sempre stati gli unici nel passato a denunciare le storture e le iniquità del sistema previdenziale; una su tutte quella delle pensioni alle insegnati a 46 anni. Siamo sempre stati inascoltati e addirittura boicottati perché denunciavamo un sistema fatto di caste e lobby che coinvolgevano tutti. In Alto Adige tale tematica non è mai stata affrontata e non si è mai voluto farla affrontare perché avrebbe voluto significare, portare a galla le storture della nostra autonomia speciale. Questo però significa una doppia responsabilità da parte della politici locali; la prima è quella di aver sempre sostenuto quasi tutti i governi per semplici interessi campanilistici e secondo perché così facendo la parte del cattivo sarebbe risultata solo ed esclusivamente del governo centrale. Noi sappiamo distinguere di chi sono le responsabilità, perché il nostro interesse sono stati esclusivamente i lavoratori e non le corse per sedersi sugli scrani del potere. Noi siamo sempre stati additati come brutti e cattivi sindacalisti perché avevamo una visione lungimirante per la tutela della nostra nazione.

Bisogna riconoscere a Monti e al suo governo che in extremis ci ha evitato di fare la fine della Grecia, magari con esiti ancora più nefasti, ma lo ha fatto anteponendo le scelte economiche alla vita sociale. Facendo ciò ha distrutto per sempre una società fatta di regole non scritte e di tradizioni decennali. Oramai tutto questo è stato distrutto, è chi ne sta pagando il prezzo peggiore sono i giovani; in balia di un destino fatto di precarietà e di consumismo, lavoratori poveri e senza tutele. Non ci sono più ideali per i quali insorgere, non c’è più tensione per il combattimento, tutto si riduce in una flebile app per uno smartphone.

Le soluzioni proposte da noi sono oramai sempre le stesse da anni, separare la spesa previdenziale da quella assistenziale, eliminare tutti gli sprechi a tutti i livelli, dare speranza creando posti di lavoro seri, ecc, insomma ricette semplici, ma che necessitano di una prospettiva lungimirante. Noi il 5 dicembre 2017 ci mobiliteremo per dire no a questa legge di Bilancio in forme e modi diversi da provincia a provincia, ma il messaggio sarà uno solo, quello di anteporre l’uomo come unità imprescindibile, dai freddi numeri di chi ci governa. Se non si capisce che a 65 anni si ha il sacrosanto diritto di fare i nonni e le nonne perché il valore sociale ed addirittura quello economico indiretto è maggiore e più vantaggioso per la nazione noi saremo nelle piazze a dimostrarlo.