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La Commissione rosa di Ursula

L'UE di Ursula von der Leyen ha per la prima volta una guida donna. La Commissione sfiora la parità di genere. Ma in Italia (e non solo) resta ancora molto da fare.
Von der Leyen
Foto: Commissione Europea

“Se la materia grigia fosse un po’ più rosa, il mondo avrebbe le idee meno nere”. Quando registrava dalla sezione francese della BBC di Londra le proprie trasmissioni radio contro l’occupazione nazista della Francia, l’attore e umorista francese Pierre Dac, pronunciò questa frase. Forse non immaginava che sarebbe arrivata un’epoca in cui il colore rosa sarebbe riuscito a conferire al dibattito internazionale una nuance mai sperimentata sotto il dominio del cosiddetto sesso forte. Nelle ultime settimane la Storia – quella con la S maiuscola – viene scritta sempre più spesso da donne. Gli organismi decisionali internazionali stanno sperimentando a una serie di “prime volte”. Parlo della prima donna alla guida della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che lo scorso mercoledì 27 novembre per il proprio discorso di presentazione della propria squadra al Parlamento UE forse non ha scelto a caso il colore rosa shocking della giacca.

Per la prima volta la Commissione Europea sfiora la parità di genere con 12 donne su 27 commissari e la promessa di un riequilibrio anche nei dipartimenti

Parliamo della prima Commissione Europea capace di sfiorare la parità di genere, con 12 donne su 27 commissari complessivi e con von der Leyen che ha promesso espressamente un riequilibrio di genere anche all'interno dei dipartimenti. Le componenti, poi, presentano figure non esattamente di secondo piano come la danese Margarethe Vestager, titolare delle deleghe alla concorrenza e al digitale, o l’altra donna confermata in Commissione, la bulgara Mariya Gabriel, cui è stata demandata in questa legislativa la delega all’innovazione, accanto alla sostenibilità l’altro tema chiave per lo sviluppo futuro dell’Unione. Senza tralasciare naturalmente la prima donna presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, i cui toni diretti utilizzati alla sua prima audizione al Parlamento Europeo nel descrivere le preoccupanti prospettive dell’economia europea e nel preannunicare la fermezza della BCE nell'affrontarle, lunedì 2 dicembre hanno dato una lezione di asciuttezza retorica e focalizzazione sui contenuti sconosciuta a tanti colleghi uomini.

La Commissione invierà a Malta una missione urgente per esaminare lo stato di diritto sull'isola dopo i nuovi sviluppi nelle indagini sull'omicidio della giornalista Caruana Galizia

Anche sul fronte della libertà di pensiero e dell’informazione le protagoniste femminili stanno dimostrando coraggio e visione. Se una volta questi casi erano l’eccezione, vere e proprie eroine divenute simboli iconici di una atavica questione di genere, pian piano la presenza femminile nei ruoli che contano sembra - almeno a livello superficiale - stia diventando la regola. Non così, sembra, a livello italiano e locale, dove - forse per motivi storici e culturali - la politica ed economia sembrano faticare a raggiungere una parità di genere tanto auspicata quanto ancora apparentemente - salvo qualche felice eccezione - piuttosto lontana. Le cose vanno meglio all’Onu, dove l’Alto Commissario dei Diritti Umani Michelle Bachelet, ex presidente del Cile, con un articolo pubblicato sabato 30 novembre sul South China Morning Post ha invocato un'indagine indipendente sull'uso della forza che la polizia avrebbe usato contro i manifestanti di Hong Kong in protesta (leggi l'articolo di Julia Tappeiner su Salto.Europe). In questo modo Bachelet ha attirato su di sé l’accusa di “interferenza inappropriata” negli affari interni da parte di Pechino. Un’altra figura femminile divenuta tristemente simbolica è in queste settimane la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, assassinata il 16 ottobre 2017 da un’autobomba per le sue inchieste giornalistiche. Dopo i recenti sviluppi emersi dalle indagini sul caso, la Conferenza dei presidenti del Parlamento Europeo ha ora deciso l’invio di una missione urgente per esaminare lo stato di diritto sull’isola. Il Parlamento discuterà della situazione a Malta nella plenaria di dicembre: lo ha reso noto l’eurodeputato dei Verdi Sven Giegold, che aveva partecipato alla precedente missione del Parlamento europeo a Malta subito dopo l’omicidio della giornalista.