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Un soffio di freddo

È morto Mimmo Candito, storico reporter e corrispondente di guerra del quotidiano La Stampa. Un ricordo molto personale.
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Foto: La Stampa
Cara Marinella (Venegoni),
 
credo che ricorderai tutti quei concerti rock in giro per l’Europa che abbiamo seguito insieme fino a qualche lustro fa. Tu per La Stampa, io per per i due quotidiani dove ho lavorato di più da inviato.
E a proposito di inviati, oggi sabato 3 marzo se ne è andato uno di quelli che giudicavamo bravissimi, invincibili e immortali. Mimmo, Mimmo Càndito, che è stato anche il tuo compagno di vita e un fratello maggiore per tanti di noi che lavoravamo nei giornali.
In giro per l’Europa, cara Marinella, prendevamo in giro con affetto qualche nostro collega, poi si parlava un po’ di famiglia. E tu parlavi di Mimmo e i tuoi occhi impazzivano di colori belli e nuovi.
Anche i nostri occhi brillavano. Quando poi abbiamo conosciuto Mimmo ad un vecchio festival di Sanremo - lui che rischiava la vita ma con attenzione ed esperienza sui fronti di guerra del pianeta – abbiamo imparato qualcosa di più. Come si scrive, come si racconta un fatto, come si fa a sorridere di Sanremo nonostante sia da sempre un festival dalla noia insopportabile. Ma bisognava raccontarlo bene, Sanremo, perché qualunque tema interessi ai lettori è obbligatorio raccontarlo bene.
Quando poi abbiamo conosciuto Mimmo ad un vecchio festival di Sanremo - lui che rischiava la vita ma con attenzione ed esperienza sui fronti di guerra del pianeta – abbiamo imparato qualcosa di più.
E quanto ai teatri di guerra raccontati per decenni da Mimmo, ebbene abbiamo tutti imparato molto. Anche in storia e in geografia.
Stamane, sabato 3 marzo, ho cercato La Stampa dal mio solito edicolante meranese. Come spesso avviene, era esaurita. Ma questa volta, quando mi hanno negato una copia di oggi, un velo e un soffio di freddo mi hanno avvolto. Ora so perché.
 
Ciao Marinella, ciao Mimmo.