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“Un dovere per il futuro”

Tutela dei lavoratori, attenzione all’ambiente e grandi appalti pubblici: quanto sono sostenibili le imprese altoatesine?
Lavoro
Foto: upi

1,6 miliardi di euro, un terzo del bilancio totale della Provincia di Bolzano, sono stati destinati solamente nel 2019 a finanziare gli appalti pubblici del territorio, vinti 3 volte su 4 dalle imprese che offrivano la propria prestazione al minor prezzo disponibile sul mercato.
In quest’ottica di corsa al ribasso e della cospicua mole di denaro che verrà immessa nei circuiti produttivi altoatesini grazie ai futuri piani di investimento, compreso il Recovery plan, si è interrogato l’IPL - l’istituto promozione lavoratori di Bolzano - all’interno di un webinar presentato lo scorso 26 febbraio, in cui diverse esperte ed esperti locali si sono riuniti per discutere di come garantire eque condizioni lavorative ai dipendenti delle aziende vincitrici delle gare di appalto.


L’affidamento al ribasso al solo criterio del prezzo non può andare a discapito delle condizioni di lavoro.

 

“Negli uffici dei sindacati si accumulano le controversie sulla mancata applicazione delle disposizioni dei contratti collettivi, così come le lamentele circa il peggioramento delle condizioni di lavoro - ha affermato il presidente IPL Dieter Mayr -. Gli appalti pubblici sono una parte rilevante della politica sociale, l’affidamento al ribasso al solo criterio del prezzo non può andare a discapito delle condizioni di lavoro; un risparmio per l’ente pubblico in fase di affidamento si tradurrebbe in una sorta di boomerang nel medio-lungo periodo per il fatto che molti lavoratori e lavoratrici a basso reddito (i cosiddetti 'working poor') finirebbero per infoltire la fila di chi ha bisogno di prestazioni sociali integrative del reddito. La politica e l’amministrazione pubblica - ha sostenuto ancora Mayr - hanno una responsabilità sociale nel dare in appalto dei servizi e per questo dovrebbero essere garanti della giusta retribuzione e di buone condizioni di lavoro. La legge degli appalti dovrebbe essere modificata in tal senso per garantire il giusto contratto”.

Il giuslavorista Carlo Lanzinger ha contribuito ad evidenziare le criticità derivanti dai mancati pagamenti degli stipendi da parte delle ditte, costringendo i lavoratori in difficoltà ad aprire numerosi contenziosi attraverso i sindacati e l’ispettorato del lavoro, con la speranza di vedersi corrispondere la giusta e puntuale retribuzione.

La direttrice della cooperativa sociale OASIS di Bolzano Giulia Falli ha invece posto l’attenzione sull’applicazione delle logiche di mercato alle cooperative sociali, elementi che non possono congiungersi con l'obiettivo primario delle organizzazioni, le quali mirano ad offrire un percorso professionale e sociale rivolto a soggetti spesso in difficoltà e che necessitano di adeguati supporti economici, educativi e psicologici.

 

Quale sostenibilità? Gli aspetti ambientali e sociali delle imprese di Bolzano

 

L’Istituto provinciale di statistica ASTAT ha recentemente pubblicato un nuovo rapporto in cui sono stati analizzati i diversi aspetti correlati alla sostenibilità ambientale e sociale delle imprese in provincia di Bolzano, prendendo in considerazione i dati del censimento permanente delle imprese, svoltosi dal 20 maggio al 30 settembre 2019.

Secondo il report, 9430 imprese (il 69,8% delle imprese con almeno tre addetti) hanno dichiarato di aver implementato alcune azioni finalizzate a migliorare il benessere lavorativo del proprio personale; 8735 aziende (il 64,7%) si sarebbero adoperate per ridurre la propria impronta ambientale, mentre ulteriori 8.311(il 61,5%) hanno affermato il proprio impegno per migliorare il livello di sicurezza della propria ditta o del territorio in cui operano.

 

In generale, sarebbe dunque il 78,9% delle aziende della provincia di Bolzano ad aver perseguito almeno un obiettivo di sostenibilità sociale o ambientale. Dati che seppur rassicuranti all’apparenza si collocano al di sotto della media nazionale (80,6%) e ancora più lontano da quella della vicina capofila Trento, con il suo 81,5%.

Per quanto riguarda gli obiettivi di miglioramento del benessere lavorativo dei propri dipendenti, il 39,4% ha dichiarato di assumere personale versante in condizione di disagio in maniera superiore agli obblighi previsti per legge. Preoccupanti invece i dati provenienti dall’impegno alla tutela delle pari opportunità: meno di 3 aziende su 10 hanno dichiarato di impegnarsi su tal fronte e sono ancora meno, il 7,5%, le ditte che mantengono i propri livelli occupazionali anche in caso di flessione dei propri indotti.