Economia | Poste

I percorsi postali della corrispondenza

Quasi 500 km il percorso di una raccomandata da San Giacomo di Laives a Bolzano. Incredibile ma vero.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: ilmattino.it

Verso metà anno la convocazione all’assemblea condominiale è un classico e che questa arrivi per raccomandata è consuetudine.

Un po’ meno normale è scoprire che una raccomandata spedita da San Giacomo di Laives, invece di arrivare direttamente al centro postale di via Resia per poi essere distribuita, abbia alle spalle un bel giretto. Infatti, dal dettaglio del percorso, si scopre che è stata inviata a Padova (240 km), dopodiché è tornata a Verona (90 km), da lì in via Resia a Bolzano (150 km), il postino ha cercato di recapitarla ma non mi ha trovato (5 km) e quindi è finita di nuovo in via Resia (5 km) per finire all’ufficio postale in via Fago (5 km), anche se sull’avviso lasciatomi dal postino risultava fosse giacente presso l’ufficio postale di piazza Adriano.

Il resoconto del "viaggio" è facilmente consultabile online:

In poche parole, la raccomandata ha percorso quasi 500 km prima di essermi recapitata tralasciando il fatto che dalla spedizione al recapito ci sono voluti otto giorni (pur considerando un fine settimana di mezzo). Non sono un esperto di logistica postale, quindi potrebbe essere “normale” tutto ciò. Sarà, ma mi chiedo, però, perché da San Giacomo la raccomandata non sia stata portata direttamente in via Resia. Con la posta cartacea in continua diminuzione si tratterà di una “razionalizzazione” dei procedimenti (come la posta ordinaria raccolta a Bolzano, "lavorata" a Verona con ritorno "a casa") e concentrazione su pochi poli logistici sul territorio nazionale. Però continua a sfuggirmi la logica del tutto visto che in via Resia di certo qualcuno la corrispondenza raccomandata la registrerà e la smisterà manualmente nella casella del portalettere di zona. Quindi il giretto per le lande venete appare come un allungamento di poco senso.

Anche dal punto di vista ambientale il tutto m’appare una contraddizione. Visto che la posta viene trasportata ormai solo con furgoni e camion (di certo diesel…) oppure in aereo (e vai di kerosene...), poiché i vagoni postali ferroviari appartengono ormai alla storia, qualche riflessione sarebbe d’uopo.

Sarebbe interessante sapere se il recente accordo fra Poste e Provincia, e i successivi “passi in avanti”, avrà qualche effetto su questi “viaggi postali”.

Ad ogni modo la prossima volta mi recherò nell’ufficio dell'amministratore di condominio e mi farò consegnare a mano il plico oppure, banalmente, chiederò di farmi spedire il tutto via e-mail. Si farà prima, senza il costo di spedizione, e ambientalmente sarà decisamente meglio visto che solitamente mi muovo in bicicletta, o per tacere dei costi nulli tramite e-mail.