Ambiente | Misure

“Il tempo è scaduto”

Riscaldamento globale, solo 10 anni per evitare il punto di non ritorno climatico, avverte l’economista Servaas Storm intervenendo al Festival dell’Economia di Trento.
Fabbriche
Foto: upi

204 relatori e 54 moderatori per 114 eventi; 105 le dirette web, di cui 32 in lingua inglese. Questi sono solo alcuni dei numeri del Festival dell’Economia di Trento che ieri, 2 giugno, ha chiuso la sua quattordicesima edizione. Fra gli interventi da sottolineare quello dell’economista olandese Servaas Storm che da tempo si occupa di cambiamenti strutturali e cambiamenti climatici.

Dal 1800 in poi, l’uomo ha rilasciato gas nocivi in maniera massiccia e questo ha portato a un “non prevedibile” aumento della temperatura normale. “Il carbonio - spiega Storm -, che da solo rappresenta il 70 per cento delle emissioni nocive, forma una sorta di coperta che avvolge la terra, con concentrazione sempre più dense. La coperta diventerà sempre più spessa e la terra accumulerà via via sempre più calore. Gli ultimi sei anni sono stati i sei anni più caldi a memoria d’uomo”.

 

 

L’economista parla anche di una deadline: dieci anni per evitare il punto di non ritorno climatico. Si parte dai dati: “Ogni anno immettiamo nell’atmosfera 40 giga tonnellate di carbonio e la quantità di carbonio sopportabile dalla terra è stata stimata in 400 giga tonnellate. Raggiunte queste concentrazioni di carbonio - dice Storm -  non riusciremo più contenere il riscaldamento entro i due gradi, limite massimo del riscaldamento climatico. Poi sarà terra serra”. 

 

La ricetta di Storm

 

Secondo l’economista le azioni climatiche molto graduali non sono la soluzione, nonostante le misure prese fino ad oggi, infatti, la decarbonizzazione non diminuisce in maniera efficace perché i paesi più ricchi continuano ad avere alti indici di emissioni, dovute ai consumi, a fronte di indici migliori per le emissioni da produzione. Questo però è dovuto al trasferimento della produzione in altri paesi. Infatti, India e Cina (che molto si è spesa per contenere le emissioni) continuano a mantenere indici alti per la produzione.

 

 

Servono invece interventi strutturali, ma la strada è in salita. L’economia del cambiamento climatico richiederà cospicui investimenti: “I soldi si devono trovare  - sostiene Storm - tagliando le spese militari e quelle per i carburanti fossili, andando ad incidere sull’evasione fiscale e su una tassazione che colpisca le multinazionali. Le grandi corporate prosperano sulle emissioni nocive ma ne devono rispondere sulla base di un principio di responsabilità delle proprie azioni”.

Abbiamo bisogno di cambiare il futuro, rinunciando all’idea di avere le redini. Il pianeta terra sta reagendo in maniera imprevedibile

Inoltre bisognerà creare nuovi ammortizzatori sociali per coloro che, in questi cambiamenti, saranno chiamati a pagare il prezzo più alto, in termini sociali ed economici. “Abbiamo bisogno di cambiare il futuro, rinunciando all’idea di avere le redini. Il pianeta terra sta reagendo in maniera imprevedibile. Dobbiamo imporre alle aziende più sviluppate la riduzione delle emissioni con una carbon tax e bloccare i sussidi alle aziende che producono idrocarburi. I governi dovranno puntare in maniera decisa sull’economia pulita, creando nuovi posti di lavoro, e al contempo immobilizzare fondi per la transizione verde. Questi serviranno a rimborsare coloro che, a causa del cambiamento, perderanno il lavoro. La ridistribuzione del welfare è necessaria per scongiurare il rischio che possa venir meno il sostegno popolare al cambiamento”, conclude Storm.

 

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Karl Trojer Lun, 06/03/2019 - 11:40

Solange als die großen Finanzspekulationen nicht gezämt werden und die gesamte Realwirtschaft deren Profitmaximierungs-Gier ausgeliefert ist, kann eine effiziente und rasche Klima-Rettung kaum gelingen. Es würde, so scheint mir, genügen, weltweit, zumindest aber innerhalb der EU, folgende Maßnahmen rasch umzusetzen : eine sensible Besteuerung (2%) aller Transaktionen und eine Ausweitung der Zeit zwischen dem Wiederverkauf desselben Wertpapieres von den derzeitigen Bruchteilen von Sekunden (wodurch die Finanzwirtschaft zu einem absurden Spielcasino verkommt) auf mindestens 2 Tage.

Lun, 06/03/2019 - 11:40 Collegamento permanente
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Frei Erfunden Lun, 06/03/2019 - 12:10

In risposta a di Karl Trojer

Bin ganz Ihrer Meinung , Herr Trojer.
Leider wird diese Wahrheit medial selten rübergebracht bzw. sehen viele darin ein kommunistisches Gespenst. Dabei würde die Tobin-tax
die Realwirtschaft kaum beeinflussen. Dieser erste Schritt ist unabdingbar, der nächste führt in ein demokratisches Geldsystem. Ohne Kehrtwende fressen sich Unternehmen im Wettstreit selbst auf und im weiteren Sinne die gesamten Ressourcen des Planeten.

Lun, 06/03/2019 - 12:10 Collegamento permanente