Politica | Insieme il 5 ottobre

Un Manifesto per il 5 ottobre 2018

Il 5 ottobre una manifestazione provinciale per ricordare in vista delle elezioni i gravi problemi ambientali locali e il loro risvolto globale
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Noi tutti in questa Provincia, in questo francobollo di terra, stiamo vivendo la nostra comoda, bella, spensierata vita, fatichiamo a renderci conto che quanto Dio ci ha dato in prestito lo stiamo distruggendo. Consumiamo come non mai per buttare dopo poco tra i rifiuti, e ogni cosa ci sembra infinita ed eterna, tutto è abbordabile con pochi denari, il mondo lo abbiamo a portata di mano e altrettanto sono le sue enormi "infinite" ricchezze. Facciamo man bassa delle risorse di Gaia convinti che più possiamo averne, più siamo felici. Ma ormai è ovvio a molti, che non è così. La terra è una pallina nell'universo, piccola e chiusa, non è infinita. Quest'anno il primo di agosto avevamo già consumato quanto la terra è in grado di rigenerare in un anno. Stiamo andando a debito, ci serve un altro mezzo pianeta. Consumiamo più di quello che Gaia ci può dare e nulla sembra fermare questo treno sparato verso il baratro. Questa metafora non è precisa, non sarà una fine immediata, repentina di tutto. Il treno scenderà una china sempre più veloce e sempre più ripida, se tardiamo, quando proveremo a frenare la sua velocità non cambierà, in fondo non c'è la fine del mondo, c'è il disastro dell'umanità, di questa "civiltà", un ritorno alla barbarie vista la quantità di armi in giro, la legge del più armato, del più cattivo.

Ogni stagione più strana, ogni anno più disastri "naturali", ogni anno più morti. Noi, siamo 7,4 miliardi di persone ma prese singolarmente non siamo in grado di frenare il treno per tempo, non abbiamo un potere sufficiente a produrre in fretta i cambiamenti culturali di cui questa società dei troppi consumi ha bisogno. Come vedete non è più solo un problema di pesticidi o di traffico o di uso dell'acqua o dell'energia o di lupi. È un problema globale che ha si bisogno di soluzioni globali ma può essere aiutato e non poco da azioni locali. E allora ben vengano i freni ai pesticidi, al traffico e libertà ai lupi e alla natura. Il locale ha la forza per contrastare sia la cultura consumistica dei singoli che la cultura capitalista predatoria di cui anche la nostra finanza è preda.

Ma chi può produrre questi cambiamenti? Chi può farlo così in fretta, così subito? La Finanza e la Politica! La prima ci è lontana, quasi astratta, la dobbiamo lasciare in mano ad economisti illuminati (non mancano) nella speranza che la convincano a finanziare i freni del treno prima che sia troppo tardi. La Politica invece ci è vicina, a portata di mano, specie ora in tempo di elezioni. Forzare loro la mano è possibile solo se saremo tanti e uniti. Solo se riusciremo a mettere da parte i nostri miseri interessi e sapremo produrre nel nostro piccolo i cambiamenti culturali che siano di esempio e faro alla Politica, non solo ambientale ma anche industriale ed economica prima di tutto. La politica può e deve influenzare la finanza illuminandola dei propri obblighi verso Gaia. Questo il senso ultimo di questa manifestazione!

Questa è la nostra responsabilità. Di persone semplici senza interessi ne poteri ma con la grande forza che viene dal sapere che siamo nel giusto e forse ancora in tempo. Noi siamo la coscienza sveglia della politica.

Questo chiediamo con la manifestazione del 5 ottobre: politiche culturali, ambientali, economiche e industriali che vadano nella direzione del risanamento planetario, attraverso la risoluzione sostenibile dei problemi locali nel rispetto del pianeta e della salute, una conversione ecologica dell'intero sistema Provincia. Lo dobbiamo per evitare altri secoli di buio, di barbarie. Lo dobbiamo a Gaia, ai nostri figli, alle generazioni dopo di noi.