Politica | Una poltrona scomoda

Il voto a Merano e le sue contraddizioni

E' arrivato il momento del ballottaggio tra due nomi, Paul Rösch e Dario dal Medico, e due coalizioni a sostegno dei candidati sindaco per la città di Merano.
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Merano
Foto: Suedtirolfoto

E' arrivato il momento del ballottaggio tra due nomi, Paul Rösch e Dario dal Medico, e due coalizioni a sostegno dei candidati sindaco per la città di Merano. Da una parte, la coalizione tra Lista Rösch – Verdi, PD ed Ecosociali, dall'altra Civica per Merano e Alleanza per Merano. A sostegno dei due candidati sindaco si sono schierati altri partiti: il PD per Rösch, mentre Fratelli d'Italia e Lega per dal Medico. Invece, la SVP si dichiara equidistante dai due poli, ma il capogruppo Karl Freund ha scelto di appoggiare dal Medico così come sembra anche l'ex assessora Gabriela Strohmer. Questa l'istantanea della situazione a poche ore dal ballottaggio, sulla quale possono scaturire diverse considerazioni.

INDICAZIONI DI PARTITO E QUESTIONE ETNICA

La novità in questo ballottaggio, rispetto a quanto avevamo visto nelle passate tornate elettorali, è il sostanziale smarcamento di alcuni (ex?) componenti della SVP, rispetto alla indicazione di equidistanza della Stella Alpina. Per la seconda volta consecutiva, la SVP non avrà dalla sua la sedia del primo cittadino e non parteciperà nemmeno al ballottaggio. I conti interni alla stella Alpina sono iniziati proprio con la prese di posizione di Freund, ma anche della ex consigliera provinciale Veronika Stirner, in questo caso a favore del sindaco uscente. L'altolà alle derive personali è arrivato direttamente dai vertici del partito. C'è da vedere come si comporteranno gli elettori SVP, tipicamente di madrelingua tedesca, di fronte al dilemma se votare un sindaco “italiano” - il che significherebbe una svolta epocale per un partito che non permette a un madrelingua italiano di potersi candidare nelle sue file - o uno “tedesco” ma certamente con il quale il rapporto è stato a dir poco teso durante tutto il corso della legislatura. Tra i tanti scontri, basti pensare alla conferenza stampa dell'anno scorso indetta dall'ex senatore Karl Zeller, alla presenza dell'assessora Gabriela Strohmer, esattamente per contestare al sindaco l'assenza dal suo posto di lavoro e un cattivo rapporto con la Provincia. In caso di vittoria di Rösch, i Verdi dovranno sedersi al tavolo delle trattative e trovare con la SVP, ferita due volte nelle ultime tornate elettorali, un difficile accordo di governo, dopo cinque anni di difficile sopportazione. Altro discorso, invece l'indicazione del PD a favore di Rösch. Il rinnovamento del partito che ha portato in Consiglio il giovane Di Lucrezia e Daniela Rossi distanzia di molto la posizione del partito rispetto alla Giunta uscente nella quale l'ex assessore PD Diego Zanella non ha mai nascosto una certa insofferenza verso il sindaco verde. Anche qui, c'è da capire se gli elettori PD sceglieranno l'indicazione di partito, dopo il fallimento delle trattative che avrebbero potuto portare i democratici ad abbracciare l'alleanza con le civiche, oppure sceglieranno di preferire la coalizione verde che oggettivamente si rivela meglio affine alla sua storia politica.

Infine, molto si è dibattuto sulla decisione di Lega e Fratelli d'Italia che si sono schierati apertamente a favore di dal Medico. Se è vero che lo stesso Rösch ha dichiarato l'impossibilità di dialogo con queste due formazioni politiche dichiarate in più occasioni “preoccupanti” e a lui distanti ideologicamente, dall'altra è altrettanto certo che per storia politica e tradizione locale questi due partiti difficilmente potrebbero sostenere qualsiasi coalizione che includesse, ad esempio, gli Ecosociali. Altrettanto vero, nonostante molta speculazione sull'argomento, che le civiche, così come il suo candidato sindaco indipendente, non hanno mai chiesto pubblicamente l'appoggio delle destre. Così come è del tutto realistico che gli elettori delle destre tedesche SDF e Die Freiheitlichen, peraltro numericamente poco rilevanti, se dovessero recarsi alle urne, difficilmente opteranno per dal Medico. Dato il sistema elettorale attuale per l'elezione dei sindaci, questo tipo di dinamica di “apparentamento” di tipo ideologico al ballottaggio rappresenta non solo la norma ma la ratio stessa del sistema. Altrimenti, in sede di ballottaggio, richiedere a un candidato sindaco di smarcarsi dal sostegno arrivato da parte di una qualsiasi forza politica, significa indirettamente chiedere allo stesso candidato sindaco di utilizzare una leva ideologica per indurre una fetta di elettorato ad astenersi dal voto. Mentre, giustamente, con spot via social tutti i candidati sindaco invitano gli elettori di recarsi alle urne, esercitare un diritto e votare, comunque.

LE CONTRADDIZIONI NELLE DUE COALIZIONI

Ancora una volta, non è un mistero che sia il sistema elettorale a strutturare i partiti con velleità di governo verso la formazioni di coalizioni più vaste possibili. Diverso è il caso della SVP, unico partito capace di superare a Merano la doppia cifra elettorale, fondando apertamente e per statuto la sua esistenza sulla rappresentanza di tipo etnica e non ideologica. Invece, nel caso delle civiche e della coalizione attorno al sindaco uscente, sono molte le contraddizioni - o punti critici che dir si voglia - che una analisi diacronica della legislatura 2015-2020 pone in evidenza. Partiamo con alcune considerazioni attorno alla coalizione del sindaco uscente. In primo luogo, in sede di campagna elettorale si è registrata l'entrata del Team K in coalizione con i Verdi. L'unica eletta, è stata Francesca Schir. presidentessa del consiglio comunale ed ex grillina la quale ha poi abbandonato i 5Stelle per approdare al gruppo fondato da un altro ex, Paul Köllensperger. E nel corso della legislatura ormai terminata, prima nelle file dei 5Stelle, meno in quelle del Team K, non sono mancate da parte di Schir le stoccate verso il sindaco, in particolare si ricorda la questione Solland Silicon o il degrado di alcune aree di Sinigo. E se in Provincia il Team K rappresenta l'unica forza “tedesca” di contrasto verso il decennale governo SVP, in caso di vittoria a Merano, Schir si troverà in giunta con la stessa Stella Alpina, vero ago della bilancia della partita e unica forza politica certa di entrare in qualche modo in Giunta a Merano.

Diverso è il caso delle civiche, visto che in questo caso si parla di una coalizione guidata da un candidato indipendente, anche se per storia personale oggettivamente più vicino alla Civica di Balzarini che all'Alleanza dell'assessore Zaccaria. Civiche che nella figura dell'assessore al Bilancio della giunta Rösch trova il suo punto di forza, grazie alla elezione di cinque consiglieri, rispetto ai quattro della scorsa legislatura. Cinque gli anni al governo della città per Zaccaria, con dall'altra la Civica per Merano che non ha mai risparmiato il primo cittadino dalle critiche anche personali sul suo operato. Quindi, in sede di campagna elettorale, la decisione alla fine vincente più per Zaccaria che per la Civica, di presentarsi assieme in colazione con un candidato scelto dall'esterno. Anche qui c'è da vedere come, in caso di vittoria dei civici forti dei loro otto consiglieri e un eventuale scontato appoggio degli otto della SVP, dal Medico & co. sarebbero in grado di garantirsi almeno altri quattro consiglieri necessari per formare una maggioranza a venti capace di eleggere una Giunta.

CONCLUSIONI

Dopo il voro di questa domenica, ancora più che nel corso della tornata elettorale precedente che a sorpresa tolse alla SVP la poltrona di primo cittadino, i giochi di Giunta dovranno essere condotti sulla logica dei numeri, più che su quella degli orientamenti ideologici. Escludendo ipotesi fantasiose ma anche quella estrema di un accordo tra vinti e vincitori o di una parte di quelli con questi, quale sarà il vincitore questo domenica notte dovrà iniziare a fare i conti con una SVP comunque indispensabile per formare una Giunta ma ferita due volte nel petto. Data la composizione del consiglio comunale, ci sarà da considerare anche una novità di non poco conto. Infatti, per via di una quasi certa maggioranza della componente italiana in consiglio rispetto a quella tedesca, in forza del regolamento elettorale, la prossima giunta dovrà essere composta da quattro assessori italiani e tre tedeschi con la presenza di “almeno” due donne al suo interno. Questo provocherà sicuramente problemi di equilibrio al vincitore, nel momento in cui andrà a formare la sua Giunta. Infatti, in caso di vittoria di dal Medico, la ricerca di almeno quattro nuovi consiglieri di maggioranza dovrebbe tenere conto che ne le civiche ne la SVP ha tra i suoi eletti una donna, ma anche del fatto che le sole donne elette in consiglio si trovano nel PD con Daniela Rossi e, soprattutto, due in Fratelli d'Italia: formazione di destra con la quale difficilmente la SVP si siederebbe al tavolo per la formazione di una Giunta. Dall'altra, in caso di vittoria di Rösch, non si porrebbe il problema della rappresentanza di genere, vista la presenza in consiglio di quattro donne elette ma, piuttosto, quello del ruolo della SVP in Giunta. Delle due poltrone di assessore di madrelingua tedesca, una difficilmente potrebbe essere tolta alla super votata Madeleine Rohrer, ma la seconda dovrebbe andare all'alleato di Giunta indispensabile, ovvero alla SVP che quindi, rispetto alla Giunta uscente, sicuramente perderebbe un assessorato di peso. Per tutti questi motivi, anche in forza di un regolamento che impone precise scelte dall'alto, l'elezione del sindaco a Merano, così come la formazione della sua Giunta, rimane una questione fortemente “etnica”, che a vincere sia uno o l'altro candidato.