Cronaca | Reazioni

“Risultato fondamentale”

Sentenza Taschler - Ferrari, parlano gli avvocati che hanno assistito la WADA. “Un passo in più nella lotta internazionale al doping”.
Tribunale
Foto: Luca Sticcotti

Come già annunciato ieri (3 aprile) dal nostro portale il biatleta Daniel Taschler, il padre Gottlieb e il medico Michele Ferrari sono stati ritenuti colpevoli di violazione della normativa antidoping. Nello specifico Taschler figlio è stato condannato per assunzione di sostanze dopanti a 9 mesi di reclusione, pena sospesa; Gottlieb, dirigente della Unione Internazionale Biathlon, già bronzo olimpico di staffetta a Calgary 1988, oro nel '91 e bronzo nell'86 ai Mondiali, nonché a lungo c.t. azzurro, a un anno di reclusione, pena sospesa, per concorso in assunzione e il dottor Ferrari, per somministrazione, a un anno e 6 mesi - pena sospesa -, periodo durante il quale non potrà esercitare la professione medica. Il tribunale di Bolzano, presieduto dal giudice Carlo Busato, ha inoltre stabilito pene pecuniarie fra 3.600 e 4.500 euro, e un risarcimento di 15mila euro per la WADA (World Anti-Doping Agency) che si era costituita parte civile.

Hanno assistito la WADA Marco Consonni con il supporto per la parte penale del legale Stefano Borella. “In tempi recenti - commenta Consonni - la WADA ha deciso di partecipare come parte civile in Italia ad alcuni importati procedimenti penali per violazione della normativa antidoping. La scelta è stata fatta anche in relazione all’importanza dei casi e al profilo degli imputati. Questo risultato ottenuto davanti al Tribunale di Bolzano è di grande rilevanza nella lotta internazionale al doping”. “In precedenza, proprio tramite una collaborazione con la Procura della Repubblica la USADA, agenzia Anti-Doping Americana, aveva potuto accedere alle informazioni necessarie alla squalifica del ciclista Lance Armstrong, altro caso in cui lo studio aveva collaborato”, precisa Consonni. Michele Ferrari, noto tra l’altro per avere collaborato per molti anni con Armstrong che lo chiamava “Mito” per le sue capacità - aggiungono infine gli avvocati - compariva da tempo nella “Prohibited Association List” della WADA ma è la prima volta che riceve una condanna in sede penale per violazione della normativa antidoping.