Ambiente | Idrogeno e futuro

Idrogeno, prospettive difficili e care

Di idrogeno si parla tanto, anche se in modo unidirezionale e a "voce unica" qui da noi, ma la "svolta H2" appare impervia, tuttora incerta e, soprattutto, assai costosa.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Auto a idrogeno, Bmw x5 i-Hydrogen Next prototipo da 3sat
Foto: 3sat (screenshot)

Ho letto qualche giorno fa l’intervista al “pioniere H2” Huber su di un giornale locale (sorry non poterla riprodurre ma tutto è previo abbonamento nei media di via del Vigneto) sul tema dell'idrogeno e mi è sembrato un perfetto déjà-vu rispetto a quanto si dice e si ridice da più di dieci anni sull'idrogeno in Alto Adige. Cose sentite e risentite da anni e, tra l’altro, la parola sempre a lui viene riservata.

Mobilità H2: inesistente e lo sarà ancora in futuro

L'ottimismo espresso si "scontra" con il fatto che la mobilità privata H2 è inesistente, sia qui che all'estero. Per anni si è predicato che ci sarebbe stato uno sviluppo, ma la mobilità H2 continua a ristagnare e l'offerta di auto H2 era, è e probabilmente rimarrà quasi inesistente. D’altronde, anche il famoso “green corridor H2” sull’asse del Brennero è un progetto che sta nei cassetti al più tardi dal 2009. Un'analisi interessante ma anche spietata è stata fatta qualche giorno fa su 3sat in questo servizio, quasi da fare a contraltare alle ultra-ottimistiche esternazioni locali. Non a caso ricalca un po’ i dubbi che avevo espresso a dicembre 2020.

La successiva tavola rotonda (si veda in particolare dal minuto 36’ in poi) ha anche chiarito che la "svolta H2" ha molti vantaggi ma anche numerosi svantaggi, anche se si riconosce la necessità di agire rapidamente ma i problemi di attuazione sono - a dir poco – enormi. Come enormi appaiono le questioni logistiche e, aspetto tutt’altro che secondario, i costi che si prospettano molto elevati e che solo la mano pubblica, locale, nazionale o europea che sia, potrà sostenere ma ci si dovrebbe chiedere se il tutto dopo rimarrà sostenibile economicamente. I costi attuali dei bus a idrogeno, fra tre e quattro volte quelli tradizionali, dovrebbero indurre a qualche riflessione perché una piccola flotta probabilmente si può sostenere ma se vi fossero più mezzi non è stato ancora chiarito se i maggiori costi si riverseranno o meno sull’utenza. Non è un aspetto di poco conto, ovviamente indubbi vantaggi ambientali a parte.

Idrogeno, il “salvataggio UE” e le contraddizioni locali

Ho seguito per anni lo sviluppo della mobilità alternativa qui da noi, in Italia e all'estero. Con l'iniziativa altoatesina sull'idrogeno, si potrebbe - quasi - dire "solo spese", quasi un “epic fail” tanto che voci informali parlavano addirittura di una chiusura del centro H2 di Bolzano, salvato probabilmente solo dalla svolta della Commissione UE del luglio 2020, scelta pro H2 che però fa tanto pensare ad una scelta influenzata da una forte spinta lobbistica dell’industria gasiera che, in realtà pensa all’idrogeno “blu”, come ha evidenziato un recente reportage di Monitor.

I camion a idrogeno, di cui si parla in continuazione, ma spesso senza sapere di cosa si parla…, potrebbero essere sul mercato tra due o quattro anni, certo è che anche l’esperimento svizzero, a cui non è voluto mancare il nostro assessore alla mobilità (nella foto con un camion H2 fra… mezzi a gasolio, davvero un epic fail fotografico...) e che ha festeggiato il milione di km percorsi CO2-free, ha anche degli aspetti difficoltosi ma un articolo in merito si fa fatica a trovarlo. Tra l’altro, trovare informazioni sui costi dell’iniziativa h2 svizzera è come cercare l’ago in un pagliaio, io almeno non le ho trovate.

Rete di rifornimento, una problematica sfida tecnica

Tra l’altro la rete di stazioni di rifornimento non è ancora pronta e, inoltre, non pare sia così facile da realizzare soprattutto se dimensionate per i camion. Le domande sorgono anche per l'Alto Adige quando si leggono le conclusioni - da pagina 14 - dello studio del Fraunhofer Institute for Systems and Innovation Research (ISI) sull'infrastruttura di rifornimento H2 in Germania per mezzi pesanti. Non è poi nemmeno certo che la FC, cioè la cella a combustibile, prevarrà; potrebbero essere anche i motori a combustione H2 ad avere il naso davanti fra qualche anno. Insomma, nonostante tante sicumere lette a destra e a manca, siamo ancora di fronte allo zero per i mezzi a disposizione e chissà ancora per quanto con la grossa incognita dei costi, aspetto non irrilevante per i trasporto merci pesante.

Le evidenti contraddizioni locali

Un dibattito sui pro e i contro della questione H2 sarebbe estremamente auspicabile anche in provincia di Bolzano. Purtroppo devo dire che non ce n'è stato uno che sia stato uno negli ultimi dieci anni. Se penso alla contraddizione della totale "dieselizzazione" della flotta Sasa, su cui nessuno ha il coraggio di esprimersi, che contraddice completamente le linee guida del Piano Clima per il Trasporto Pubblico 2025, rispetto ai soli dodici costosi autobus a idrogeno, annunciati talmente tante volte da far sembrare l’intera flotta sasina ad idrogeno…, la stessa cosa è già avvenuta nel 2012-13 (cinque autobus a idrogeno e circa 40 autobus diesel all'epoca). Tra l’altro con la politica comunale completamente “messa a 90 gradi” su tali scelte e a dir poco inerte ed amorfa davanti alle critiche solo per “dover” proteggere i vertici di nomina politica presenti nell’azienda di tpl, ora sotto controllo provinciale.

Iniziative in corso, cosa prevedono?

Inoltre, non è chiaro cosa prevede in realtà il calendario del famoso Masterplan H2, di cui furono date solo alcune slide alla conferenza stampa del 14 maggio 2020 e ancora oggi non si sa nulla in dettaglio dei progetti H2 finanziati dal pacchetto di stimolo economico (PNRR). Anche se il presidente Kompatscher mi ha risposto alla presentazione degli autobus a idrogeno che "i piani di acquisto per i prossimi autobus H2 sono nei documenti", ma nulla in realtà è stato pubblicato in dettaglio fino ad oggi.

Come si può vedere, ci sono molte domande senza risposta e anche molte preoccupazioni giustificate, ma temo che ancora una volta - e purtroppo - non ci sarà alcun dibattito. Trovo molto strano che questi non vengano condotti, ma è un po' come nascondersi dietro un dito stante le problematiche esistenti.

Il problema energetico: esiste ma come affrontarlo?

Piccolo appunto finale. Che il problema energetico esista e che il tema della CO2 altrettanto ma, a proposito, faccio fatica ad ottimista per il futuro visto che si sarebbe dovuto intervenire già trent'anni fa, come ha ben spiegato di recente il climatologo Mercalli, di certo non lo nego. E, qui lo dico a scanso di voler essere bollato pro o contro qualcosa, se le auto H2 presentate come prototipi nel 2014 a Los Angeles fossero andate veramente in serie, un pensierino ce lo avrei pure fatto.

Che la questione insomma sia risolvibile a breve, ecco che qualche dubbio mi viene. Perché se vogliamo essere pienamente ecologisti e futuristi, come la mettiamo, ad esempio, con l'assalto automobilistico di quest'estate? E si pensa veramente di essere “autarchici” con le fonti di energia locali? Come la mettiamo allora con le non piccole quantità di idrocarburi che "importiamo" per far andare auto, bus e camion ma anche banalmente per riscaldarci e cuocere l’uovo al tegamino? Insomma tante domande, ma quali le risposte?

Dibattito: sempre assente, solo un caso oppure...?

Maggiore trasparenza in merito non guasterebbe con l’auspicio che si aprano veramente dibattiti sul tema e sulle scelte, che i media locali, però, hanno sempre accuratamente evitato, forse per non... urtare la suscettibilità di taluni? Almeno questa è stata la mia impressione e non da oggi. Felice, ovviamente, di essere smentito in merito.