Politica | Misure anti-Covid

Bolzano giallorossa

Dpcm, l’Alto Adige rientra nella “zona gialla”, come il Trentino. Kompatscher: “Vale la nostra ordinanza”. Scuola, Brugger (Verdi): “Attivare servizio di emergenza”.
Bolzano
Foto: Othmar Seehauser

Lo ha annunciato ieri, 4 novembre, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: il Trentino Alto Adige rientra nell’area “gialla” - cioè con con criticità moderata - stabilita dal nuovo dpcm.
Ma in provincia di Bolzano, attesta il governatore Arno Kompatscher, valgono le misure più restrittive contenute nelle ordinanze numero 63 e 64. Quest’ultima, firmata ieri dal Landeshauptmann, riguarda tutti i Comuni-cluster, dove l’andamento dei dati sul contagio da coronavirus impone regole più stringenti rispetto al resto della provincia. I territori-cluster vengono individuati in base alle valutazioni quotidiane effettuate dall'Azienda sanitaria dell’Alto Adige per quei comuni che superano i valori-soglia di tre nuove infezioni al giorno ogni mille abitanti, oppure, nell’arco di 14 giorni, di dieci nuove infezioni ogni mille abitanti.
 

 

New entry

 

Le “zone rosse” sono 23: Laives, Sarentino, Campo di Trens, Racines, Malles, Sluderno, Gargazzone, Rasun-Anterselva, Glorenza, Tubre, e Val di Vizze, a cui si sono aggiunte Bolzano, Egna, Vipiteno, Nalles, Vadena, Nova Levante, Ponte Gardena, Meltina, Braies, Velturno, Villabassa e ora anche Bronzolo. L’ordinanza entrerà in vigore a partire da domani, giovedì 5 novembre, e sarà valida fino al 14 novembre. Tutte le misure già anticipate per questi comuni sono state confermate. Saranno dunque chiuse tutte le scuole e tutti i servizi di assistenza alla prima infanzia, con l’utilizzo della didattica a distanza, una volta terminate le vacanze della settimana di Ognissanti. Oltre alla chiusura di bar, ristoranti e della gran parte degli altri esercizi commerciali, stop anche ai servizi alla persona ad eccezione di lavanderie e pompe funebri. Gli spostamenti da e verso questi comuni saranno consentiti solo per motivi di lavoro, di salute e per altre documentabili esigenze di necessità, oltre che per usufruire di servizi che risultano sospesi e non disponibili all’interno del proprio comune. I sindaci delle singole località avranno la possibilità di prevedere ulteriori limitazioni.

 

Sos scuola

 

Sul capitolo scuola è intervenuta ieri Cornelia Brugger, insegnante della scuola dell’infanzia, delegata sindacale della Cgil e neo eletta consigliera di quartiere dei Verdi a Gries-San Quirino, sottolineando la necessità di “attivare un servizio di sostegno di emergenza nelle scuole per venire incontro alle famiglie di lavoratrici e lavoratori di Bolzano e degli altri Comuni inseriti nelle ‘zone rosse’ dove le scuole rimarranno chiuse fino a quasi fine novembre”. Non c’è volontà di fare polemica con le decisioni della Provincia, dice Brugger, “è giusto tutelare la salute e salvaguardare il sistema sanitario, messo a dura prova da questa seconda ondata di Covid-19. Ma, al contempo, nella massima sicurezza, dobbiamo predisporre un servizio d’emergenza nelle scuole dell’infanzia e in quelle elementari, che sia operativo già da lunedì 9”. L’esponente dei Verdi ricorda che i protocolli di sicurezza già ci sono per questo servizio, attivato nella cosiddetta prima ondata di coronavirus. “E c’è già anche l’esperienza da parte dei dirigenti e degli insegnanti. Quindi, la Provincia può mettere in campo questo servizio che deve essere destinato a quelle famiglie in cui si svolgono attività lavorative, non in smart working, ritenute indispensabili e che, per questa natura, sono stati lasciati aperti”.