Cultura | Arte

„Monuments Men“ in Passiria

Una mostra fotografica narra la vicenda dei capolavori degli Uffizi fiorentini trafugati dai nazisti e stipati in Sudtirolo durante la seconda guerra mondiale.
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Foto: US National Archives

Martedì, 9 maggio 2017 alle ore 19 presso il foto forum in Via Weggenstein 3f a Bolzano aprirà la mostra “Adamo ed Eva in Sudtirolo. Tesori artistici fiorentini durante la seconda guerra mondiale in Alto Adige” (curata da Heinrich Schwazer e in collaborazione con Bozner Kunstauktionen) che espone, attraverso materiali fotografici e filmici dei US National Archives, la custodia delle opere d'arte italiane nei depositi in Val Passiria e Campo Tures, sotto l'occupazione tedesca.

Molti ricorderanno „Monuments Men“, la pellicola del 2014 di e con George Clooney ispirata alla missione Monuments, Fine Arts and Archives, la task force delle forze militari alleate che durante la Seconda guerra mondiale portò in salvo i beni culturali nelle zone di guerra, in molti casi sottraendole alla presa dell'esercito nazista. L'Italia fu il principale terreno di battaglia tra i monuments men e il corrispettivo Deutscher militärischer Kunstschutz, reparto militare tedesco per la tutela del patrimonio artistico. Tra i teatri di questa „guerra fredda“ della storia dell'arte spicca il Sudtirolo, che custodì centinaia di sculture e dipinti provenienti da Firenze, in particolare dagli Uffizi, trasferiti dai nazisti all’ex-palazzo di giustizia a San Leonardo in Passiria e nel castello di Neumelans, a Campo Tures.

Un filmato girato dai soldati americani e custodito dai US National Archives mostra il recupero dei tesori artistici di Firenze in un deposito a San Leonardo in Passiria, nel 1945.

Per la loro posizione defilata all’interno dell'Alpenvorland, la Zona d’operazioni delle Prealpi, queste località erano considerate dagli esperti d’arte nazionalsocialisti come depositi relativamente sicuri rispetto ai quotidiani attacchi degli alleati, che si facevano sempre più vicini. Fra l’8 agosto e il 9 settembre 1944 i reparti nazisti trasferirono dalla Toscana in Sudtirolo 37 carichi d’autoarticolato con opere d’arte di primo e primissimo rango, di Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Donatello, Caravaggio, Lorenzo Lotto, Tintoretto, Roger van der Weyden, Lucas Cranach, Dürer e Rembrandt. A parte poche eccezioni, dopo il crollo del Terzo Reich le opere furono recuperate dagli americani e riportate a Firenze nel luglio 1945.

Tra le opere (pare) più concupite da Hitler e Göring presenti a San Leonardo, due tavole provenienti dagli Uffizi e raffiguranti Adamo ed Eva, opera del Cinquecento del pittore tedesco Lucas Cranach il Vecchio. Secondo Sergio Romano, era considerato dal regime nazista „la genesi della stirpe germanica“; Göring arriverà a possedere cinquantadue Cranach, tra i 6.755 dipinti e sculture da lui razziati in mezza Europa. Su questa „razzia“ gli storici si dividono: i depositi sudtirolesi furono stazioni intermedie d'un furto d’arte organizzato dai vertici nazisti, o invece quelle del Deutscher militärischer Kunstschutz erano misure volte a mettere in salvo gli inestimabili tesori italiani? Gli storici tedeschi tendono a porre l’accento sull’azione di salvataggio, mentre quelli italiani e americani denunciano perdite, appropriazioni indebite e furti di beni culturali: un'impresa senza precedenti – i ricercatori di opere trafugate stimano che furono rubati fra i tre e i cinque milioni di oggetti artistici.