Ambiente | Mobilità pubblica

Nuovi bus e le solite risposte noiose

A febbraio la risposta a un’interrogazione provinciale ripete come uno stanco ritornello stonato i motivi per la scelta pro-gasolio. Il "muro di gomma" perfetto.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: sasabz.it (elab. mdl)

Mi ero chiesto come mai non si trovasse alcun documento sulla scelta dei nuovi 128 bus a gasolio decisa dalla Provincia ad inizio novembre 2016.

Per farla breve, mi è stato scritto che i verbali della G.P. non sono accessibili a norma di legge provinciale, quindi di fatto sono secretati e non si può sapere quali siano le motivazioni di tale scelta. Si è fatto rinvio alla risposta del 10 febbraio 2017 data dall’assessore Florian Mussner, attraverso la penna dell’ing. Günther Burger, ad un’interrogazione del gruppo Verde.

Vado nell’ordine delle risposte date:

  • Produrre biometano dalle discariche di Ponte Adige o Vadena necessita di grandi investimenti tecnici e finanziari, come per l’utilizzo del letame. Per il biometano no, per l’idrogeno sì? Si continua ad affermare che le quantità di biogas necessarie per ottenere il biometano siano insufficienti… ma la provincia di Bolzano “esporterà” a Cadino i rifiuti organici dove si produrrà biometano che verrà iniettato in rete per i bus a metano di Trento.
  • Sull’idrometano (miscela metano-idrogeno) si afferma che i costruttori di autobus non darebbero l’assenso ad una modifica della centralina, però in Abruzzo si farà
  • Si parla invece di biodiesel… ovvio, non avendo comprato bus a metano nel 2012/13 come pure per i prossimi arrivi…
  • Sul discorso idrogeno si dice quello che si sapeva, ma il progetto dei 12 bus del progetto europeo Jive finora non è stato mai presentato ufficialmente in una terra molto propensa a fare presentazioni di tutto, possibilmente senza dover rispondere a domande scomode, soprattutto sul lato costi.
  • Sui costi dei vari bus quasi nulla da eccepire (in Trentino evidentemente costano meno...), se non che poi si fa un giro un po’ strano fra costi di manutenzione e di acquisto che confonde un po’ le idee, anche se, a conti fatti, i bus a metano costano meno di quelli a gasolio fra carburante e manutenzione. Che poi si affermi che i bus a metano debbano rimanere fermi 10 giorni all’anno e che si debbano comprare più bus per tale motivo, strano perché questa avviene ogni tre anni per i bus. Sul fatto della manutenzione degli impianti di rifornimento, c’è da chiedersi perché non si sia mai pensato di fare ciò che si è fatto a Modena (… quesito puramente retorico, s’intende.

Largo poi ai soliti argomenti, triti e ritriti, che hanno davvero stufato.

  1. la maggior efficienza dei bus diesel rispetto ai bus a metano (con motori a ciclo otto) è nota, solo che se si ragiona in termini di carburanti alternativi (metano, biometano, idrometano) bisogna scontare questa differenza.
  2. Sul fatto della riduzione dei posti a sedere (10 unità), ennesima bufala perché ciò è un elemento che a Bolzano e a Merano, dato che non risultano implicazioni operative note, fa sorridere e cosa dire dei bus a idrogeno e a batteria che hanno parimenti una riduzione della capacità dei passeggeri? Non mi sembra proprio che Sasa utilizzi più bus per far fronte a tale (del tutto teorico) problema. Si afferma che, nel caso di bus a metano che andrebbero a sostituire bus a gasolio, se ne dovrebbero comprare di più… chiedere alle altre aziende italiane ed estere di tpl… argomento davvero risibile.
  3. Ridaje sulla questione dell’equivalenza delle emissioni allo scarico. Qui si vuole continuare ad avere “la testa in un cartone” e far finta di niente di fronte a studi effettuati che parlano decisamente contro le scelte proviciali. L’affermazione che “è nel senso del Piano Clima di decidere principalmente per soluzioni economiche ed ambientali” è non propriamente corretta, anzi. Il Piano Clima finora non è stato cambiato e, come ho scritto decine di volte, prevederebbe per il 2025 solo bus a idrogeno, elettrici e, per l’appunto, a metano.
  4. Ridaje pure sul discorso potenze dei motori sui bus a e dei percorsi in salita. Curioso che ci si riferisca solo a Mercedes. Problema che altri gestori di tpl non si pongono e sul fatto delle salite, fintanto che non si faranno prove su strada non si potrà valutare se le dichiarazioni dei costruttori, che smentiscono quanto afferma la Provincia, siano veritiere o meno.

Un “divieto di transito in galleria”… inesistente?

Affronto separatamente l’ultima frase del punto d) e che mi sono cadute un po’ le braccia. Si afferma che “nelle vallate si deve considerare la linea fra Bolzano e Laives sulla quale l’utilizzo di bus a metano non è possibile per il divieto di utilizzo di questi nei tunnel”. Le linee 110 e 111 non hanno mai percorso il tunnel ma sono sempre transitate per San Giacomo mentre sul presunto divieto di percorrere i tunnel per i bus a metano, all’imbocco delle stesso, sia da nord che da sud non risulta apposto nessun divieto di tale genere e comunque, dopo essermi informato, non risulta alcun divieto stabilito in sede nazionale di tal genere, né ho mai sentito di un divieto del genere in altri paesi europei. Il tutto si commenta, a questo punto assai miserevolmente, da sé.

Scelte sì, ma discutibili e non lungimiranti. Lo si sapeva da almeno dieci anni

Sono scelte: c’è chi si sollazza con i bus a gasolio affermando che siano “er mejo” di tutti e Bolzano è in buona compagnia di Milano. Evidentemente il fantomatico studio dell’Università di Graz del 2010 (che, del tutto casualmente, nessuno più trova) deve aver “traviato” molti pure qui in Sudtirolo, peccato poi che il “diesel-gate” abbia bruscamente svegliato un po’ tutti ma qui da noi si fa finta di nulla. Certo che a leggere le ultime notizie sulle scelte pro metano (es. Verona, Mantova, Bari) o biometano (es. Nottingham, Copenhagen) fa capire che, forse, scelte diverse si potevano, anzi si dovevano fare poiché ne va dell’aria che ne respiriamo e che quelli acquistati da Sasa nel 2013 si stanno dimostrando tutt’altro che puliti.

L’abbaglio dell’idrogeno e dell’autarchia energetica provinciale una decina di anni fa sta facendo fare, a mio modesto avviso, scelte unidirezionali scriteriate. Ora si continua solo per non smentirsi (o forse per non dare ragione a questo rompiscatole del sottoscritto)? Il tutto condito dal disinteresse generale della cittadinanza e (quasi) del mondo politico nonché dei media. Silenzio di questi ultimi che dovrebbe indurre a qualche riflessione, no?

Dibattito pubblico: eh sì, ciao...

Che di questo non si voglia dibattere pubblicamente (mai nulla negli ultimi due lustri), del continuo dare nel corso negli anni risposte da “aria fritta”, è un segno dell’evidente debolezza delle decisioni prese tese a darsi una veste “green” ufficiale e poi risparmiare al massimo all’acquisto dei bus scegliendo la trazione più economica (quella diesel). Lo si è già visto cinque anni fa, purtroppo. E sul tema biometano ne scrivevo già dieci anni fa. “Complimenti” ai decisori.