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Debiti e soluzioni

Giudiceandrea (Assoimprenditori) sulla probabile procedura di infrazione contro l’Italia: “Non è colpa dell’Europa se abbiamo un debito pubblico di oltre 2.300 miliardi”.
Giudiceandrea, Federico
Foto: Federico Giudiceandrea

L’avvio della procedura di infrazione contro l’Italia è “giustificato”, stante la violazione delle regole sul debito nel 2018, nel 2019 e, in previsione, anche nel 2020. Lo dice la Commissione europea nel suo rapporto ricordando che il nostro debito ammonta al 132,2% del Pil nel 2018, “il secondo dell’Ue e uno dei più grandi del mondo”.

Saranno ora gli Stati membri a dover decidere se la procedura sarà aperta o meno. L’iter, secondo il trattato, prevede prima un parere del Comitato Economico e Finanziario del Consiglio e poi un ulteriore passaggio in Commissione. La “sentenza” finale spetterà a quel punto al Consiglio dell’Ue, che la emetterà nella riunione dell’Ecofin del 9 luglio prossimo.

In merito alla possibile procedura ai danni dell’Italia si fa sentire il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Federico Giudiceandrea: “Prima ancora che l’Europa, dovremmo essere noi stessi a voler ridurre il debito pubblico italiano: è nell’interesse nostro e dei nostri figli. Non è colpa dell’Europa se abbiamo un debito pubblico che supera i 2.300 miliardi di euro e che ci costringe ogni anno a pagare interessi per circa 70 miliardi”.

 

Gli spazi di manovra

 

Giudiceandrea è convinto che la priorità debba essere quella di tagliare la spesa corrente improduttiva per liberare risorse da investire per realizzare infrastrutture moderne e ridurre la tassazione sul lavoro, “ci sono grandi spazi di manovra a tutti i livelli - sottolinea il numero uno di Assoimprenditori - dai Comuni fino allo Stato centrale: semplificare le procedure e rendere più snella l’amministrazione, puntare su una collaborazione più stretta con le imprese dando  maggiore spazio e fiducia al settore privato, portare a termine le riforme relative a mercato del lavoro, pensioni e appalti”. 

Prima ancora che l’Europa, dovremmo essere noi stessi a voler ridurre il debito pubblico italiano: è nell’interesse nostro e dei nostri figli

La crescita economica, così come dimostra l’esempio altoatesino, è la condizione necessaria per arrivare ad avere più lavoro e maggiori entrate pubbliche per finanziare il welfare senza dover ricorrere al debito, spiega infine Giudiceandrea, “l’Europa non va vista come un avversario, bensì come la miglior soluzione per rendere più competitivi tutti i Paesi che ne fanno parte”.