Politica | Difesa civica

Nomina scontata, audizioni pro forma

Difensora civica rieletta con l’inutile convocazione dei/lle aspiranti in Consiglio Provinciale. Si modifichi, per favore e finalmente per coerenza, la legge.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: elab. Michele De Luca

Era praticamente scontato. L’uscente difensora civica è stata rieletta all’unanimità dal Consiglio Provinciale e non è certo una sorpresa per quanto aveva già anticipato tal stampa. Cosa del tutto antipatica, pure con le foto su di un giornale quasi facendo pensare che si fosse di fronte ad una competizione “aperta”, che si è rivelata in realtà farlocca, ma tant’è.

Siccome ero uno dei candidati, mi permetto un solo suggerimento: si modifichi la legge provinciale 3/2010 che prevede le audizioni, non aperte al pubblico, degli/lle aspiranti e si copi la legge trentina 28/1982 che non le prevede. Altrimenti si rendano pubbliche le audizioni. O, ancora, si faccia un vero e proprio concorso per titoli ed esami. Almeno si sarebbe più coerenti.

La legge trentina poi è pure più severa perché prevede che:

Il difensore civico non è immediatamente rieleggibile in nessuno dei ruoli previsti da questa legge.

Certo si tratta di nomina squisitamente politica, non sono mica così tonto e giocondo. Chi, come l’estensore di queste righe, di certo non sta assai simpatico a taluni nel consesso provinciale essendo persona indipendente dai partiti, cui non manca una marcata verve critica e mancandomi ovviamente il requisito fondamentale della “sudtirolesità” e della conoscenza del dialetto, strumento ritenuto di certo indispensabile per interloquire in periferia rispetto a un “italiano” che parla “Hochdeutsch”, ben sapevo di avere, praticamente,possibilità nulle di arrivare a coprire tale incarico.

Se era, infatti, già chiaro fin dall’inizio che le audizioni sarebbero state, come in passato, solo uno stanco proforma (i visi annoiati di molti/e consiglieri/e parlavano per sé, per tacere di chi preferiva trastullarsi fra pc e smartphone, solo pochi mi sono parsi veramente interessati, trattasi beninteso di una percezione del tutto personale) tanto valeva non presentarsi, come hanno fatto altri candidati.

Sarebbe bastata una piccola furbizia, magari qualche voto di astensione o contrario ma l’unanimità fa preludere già oggi a successive, entusiastiche, roboanti quanto scontate riconferme nelle prossime legislature della sempre sorridente difensora. Lo scrivo “a futura memoria”.

Mi si dia pure del “risentito” e del “rompiscatole”, tanto non modifica di una virgola la constatazione che, come avvenuto le altre due volte, tali audizioni siano solo un cercare di dare una legittimazione teorica a scelte pressoché preconfezionate di prediletti già scelti per una carica cui un altoatesino/sudtirolese con nome e cognome italiano fra l’altro non potrà, in concreto, mai aspirare.

Appare singolare che in una terra dove la proporzionale la fa da padrona, non si sia previsto un incarico da vice riservato al secondo gruppo più rappresentativo (e da li partirebbero di certo le recriminazioni del terzo). Lascio ciò quale eventuale nonché spinoso spunto di riflessione.

Mi presenterò una quarta volta? Spontaneamente oggi mi vien da rispondere che ne ho davvero le “tasche piene”. Magari fra cinque anni ne sarà passata di acqua sotto i ponti e potrei cambiare idea in perfetto e puro spirito decubertiniano. Come si suol dire, mai dire mai.

Potrei infine addentrarmi se la mia presentazione sia stata efficace o meno ma, poiché le audizioni erano a porte chiuse ai sensi della normativa provinciale vigente, ritengo non sia corretto e, probabilmente nemmeno lecito, soffermarmi su cosa ho detto e proposto. Anche perché non so cosa abbiano detto gli/le altri/e aspiranti, in particolare la riconfermata difensora. Se vogliamo parlare di “trasparenza” di questa procedura, ce ne sarebbe davvero da discutere.